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Autore: Progetto Calamaio

Servizio Civile Nazionale 2019… al Progetto Calamaio!

Anche quest’ anno, a partire dal 15 Gennaio 2019, il Progetto Calamaio ha accolto sei volontari del Servizio Civile Nazionale: questi sei giovani intraprendenti sperimenteranno se stessi nell’incontro con la disabilità e la diversità per un anno, arricchendo, così, con i propri vissuti esperenziali il contesto lavorativo del nostro gruppo educativo.

Ciascuno di loro, utilizzando “Symwriter”, il programma di scrittura in simboli, si è presentato, parlando dei propri interessi e attitudini.

Conosciamoli meglio…

Chiara

 

ha 20 anni, ama disegnare e dipingere. Il suo cantante preferito è Rino Gaetano, la sua stagione preferita è l’estate.

Cissè

anche lui ha 20 anni e vorrebbe vivere in Italia. Gioca come portiere in una squadra di calcio. Se fosse un animale vorrebbe essere un lupo.

Eleonora

ha 23 anni, il suo soprannome è Bonny, si identifica in Paperino e il suo piatto preferito sono i tortellini alla panna.

Mariluz

ha 25 anni, le piace passeggiare, il suo gioco preferito è guardie e ladri. Ama l’inverno.

Nicola F.

ha 26 anni, il suo cibo preferito è la mozzarella. Vorrebbe vivere in Portogallo. Il personaggio dei cartoni in cui si identifica è Pippo.

Nicola S.:

ha 27 anni, la sua passione è la fotografia. Il suo gruppo musicale preferito sono I Red Hot Chili Peppers. Gioca a pallavolo.

Auguriamo a tutti loro un grosso in bocca al lupo!

 

 

Anteprima (si apre in una nuova finestra)

Laboratorio Hip Hop con le scuole medie Saffi

Laboratorio Hip-Hop con le scuole medie Saffi

Dalla metà di novembre fino a fine dicembre, abbiamo svolto il laboratorio hip hop insieme alle scuole medie Saffi condotto da l’educatore Marco Sarti e l’animatore Camilo De La Cruz. Il progetto inzia con lo “studio” della cultura hip-hop e delle sue discipline, per poi arrivare all’obiettivo finale, la realizzazione di un testo rap scritto dai ragazzi della scuola, stimolati da attività di scrittura creativa in rima.

Essendo il rap un genere ascoltato soprattutto dai giovani, abbiamo trovato in esso una buona occasione di avvicinamento agli studenti, affrontando il tema dell’importanza della scuola e della cultura per la stesura di un testo e la ricerca delle rime. Queste attività portano i ragazzi a parlare di sé e delle loro realtà, avendo anche modo di conoscersi meglio tra di loro e di collaborare nella costruzione del testo. Il risultato è una canzone rap vera e propria, imparando anche la metrica e, di conseguenza, il riuscire ad andare a tempo sopra una base musicale. Ringraziamo il grande aiuto del professore di musica delle scuole medie Saffi, Ludovico Renna. Qui sotto trovate il risultato audio del laboratorio, buon ascolto!

“LA PILA… UNA CARICA DI DIVERSITA’”

La maturità del gruppo Calamaio ha spronato i suoi membri, a macchiare altri ambiti sociali. L’interazione con altre realtà strettamente legate al territorio rionale del Pilastro, aveva già conosciuto diverse e costruttive collaborazioni. Tutto questo non esauriva l’incontentabile voglia di mettersi alla prova. L’occasione viene offerta dall’incontro con l’Agenzia locale di Sviluppo Pilastro, che mette a disposizione un altro spazio di Acer, denominato da noi del gruppo Calamaio “La Pila”, in Via Gabriele D’Annunzio a poca distanza dalla sede del CDH di Via Pirandello.

Sarà occasione di svolgere diverse attività con l’unico ed esclusivo scopo di uno scambio inclusivo e di una condivisione sociale e culturale con il territorio. Bambini, adolescenti, adulti, anziani potranno essere cooprotagonisti: il divertimento e lo svago la faranno da padrone. La creatività di tutti sarà stimolata, costruttivamente e hai massimi livelli.

Il primissimo sopralluogo alla “Pila” vede i suoi sette protagonisti impegnati a dar vita ad un luogo che rispetti lo stile accogliente ed allegro del gruppo Calamaio. Se per Gabriele D’Annunzio pioveva sul pineto, i suoi pensieri di poetici versi, i sette Calamaretti sentivano la responsabilità di impreziosire la quiete del luogo con una carica di briosa diversità.

 

 

 

Mario Fulgaro, Camilo Delacruz, Andrea Mezzetti, Lorella Picconi, Tristano Redeghieri, Emanuela Marasca.

Conoscere il libro accessibile

Nelle scorse settimane abbiamo svolto due incontri con le classi seconde delle Scuole Medie Saffi. In particolare, il percorso che ha coinvolto i ragazzi ci ha portato a riflettere sul contesto in cui vivono per poi raccontarne possibilità e difficoltà, desideri e paure, utilizzando il linguaggio in simboli, un modo per rendere più accessibile la scrittura e lettura per persone che hanno difficoltà di comprensione di diverso tipo.

 

Durante gli incontri, condotti dagli animatori del Progetto Calamaio, i partecipanti hanno potuto conoscere il mondo dei libri accessibili e, nello specifico, hanno imparato a utilizzare il programma Symwriter attraverso cui è possibile scrivere testi in simboli e a costruire di un libro tattile.

 

Ecco le testimonianze e le sensazioni di Sara e Tiziana, le animatrici coinvolte nel percorso:

 

Sara. Ieri mattina, io e i miei colleghi Tiziana, Marco e Luca abbiamo condotto, presso il CDH, il secondo incontro sul “Libro modificato” con le seconde classi delle Scuole Medie Saffi.

Nella prima parte dell’incontro, abbiamo proseguito il lavoro di costruzione del libro tattile, dividendoci in piccoli gruppi; nella parte successiva, per ogni gruppo è stato scelto un rappresentante che ha motivato la scelta del titolo ed esposto il contenuto.

In seguito, la mia collega Tiziana ha spiegato cos’è SymWriter, un programma per persone che hanno difficoltà nella lettura.

Infine, abbiamo giocato a “Indovina la frase”: avevamo delle frasi senza parole, contenenti solo simboli. I ragazzi si sono messi in gioco e sono stati molto abili ad indovinare.

L’incontro con la seconda classe si è svolto con le stesse modalità.

Si è rivelata un’esperienza molto positiva che rifarei assolutamente.

 

Tiziana. Martedi scorso, io e i miei colleghi Luca, Marco e Sara abbiamo condotto l’ultimo incontro sul “Libro in simboli” a cui hanno partecipato le classi seconde delle Scuole Medie Saffi.

In particolare, ho aiutato due gruppi di studenti nella creazione di un libro tattile, esperienza che ho trovato molto interessante, oltre che stimolante, poiché ho avuto modo di raccontare della mia irrefrenabile passione come traduttrice del linguaggio in simboli e, soprattutto, ho scoperto con grande piacere che i ragazzi erano aperti nella relazione con me.

D’altro canto, mettendomi nei panni di una persona non vedente, ho cercato di dare loro tanti consigli nella creazione di libri che fossero il più possibile accessibili.

 

 

A partire da un libro

La scorsa settimana, lo scrittore con disabilità Luca Gioacchino De Sandoli ha presentato, presso la nostra sede, i suoi tre ultimi libri: “Il Grande Torino e altri racconti”, “La terra è femmina” e “Pausinite”.

Ecco la recensione di Mario Fulgaro, animatore del Progetto Calamaio e poeta, che con le sue considerazioni critiche così ci conduce nel cuore del libro di Luca:

“È sempre bella l’idea di far rivivere, con un pizzico di nostalgia e tanta fantasia, tutto ciò che il vivere consuma, relegandolo nella gabbia dorata dei ricordi. Ripescando, dalle memorie storiche, nomi di calciatori scomparsi per un qualche capriccio del destino, è possibile disegnare una formazione di campioni da contrapporre, magari, ad un’altra squadra blasonata e, nell’immaginario collettivo, invincibile.

Il Grande Torino, scomparso con la strage di Superga negli anni Quaranta, sembra proprio sposarsi bene alle intenzioni narrative di Luca De Sandoli, per la pubblicazione di un testo che prende proprio il nome de “Il Grande Torino”. Tutto questo è comunque il pretesto per raccontare dell’altro. Al titolo infatti si aggiunge il sottotitolo “e altri racconti”, non necessariamente legati a vissuti calcistici.

Quando uno scrittore sente di aver realizzato un’opera letteraria di valore, avverte anche l’urgente bisogno di volerla divulgare e condividere con un pubblico di uditori attenti. Proprio quello che è successo al Centro Documentazione Handicap di Bologna, dove una trentina di persone si è impegnata ad ascoltare ed interrogare, incuriosita, l’autore di un testo così originale. Le domande sono nate spontanee e ci hanno consentito di conoscere meglio Luca e tutto il suo lavoro.  Ora che il Natale è alle porte, perché non regalare alle persone care una buona lettura? Io il libro di Luca ve lo consiglio proprio!”. 

Il bilancio partecipativo… I progetti scelti e le nostre proposte per il futuro!

Lo scorso lunedì mattina un nutrito gruppetto del Progetto Calamaio si è ritrovato per conoscere e scoprire insieme i progetti del Bilancio Partecipativo 2018 del comune di Bologna. L’obiettivo dei vari progetti, che è possibile votare online dal 30 ottobre al 19 novembre è realizzare, su proposta dei cittadini, interventi di manutenzione straordinaria, riqualificazione e riorganizzazione di spazi, opere pubbliche, nuovi arredi in sei zone specifiche nei Quartieri della città.

Da sempre uno degli obiettivi del Calamaio è promuovere il ruolo attivo delle persone con disabilità e di conseguenza il loro essere cittadini attivi, protagonisti delle loro scelte nella società.

Non abbiamo solo scoperto e scelto i progetti da votare, abbiamo anche proposto noi dei progetti…

Per ora solo bozze ed idee… Chissà se il prossimo anno non ne troverete qualcuno tra quelli da votare!

Questo è uno stralcio di quello che è venuto fuori in una mattinata di chiacchiere, scoperte, proposte, polemiche e… cittadinanza attiva!

Danae:

“Il progetto che ho scelto di votare si chiama “Il giardino del Villaggio”, che è pure quartiere Navile dove vivo.

Se dovessi proporre io un progetto proporrei un attraversamento pedonale, eventualmente con pista ciclabile, per riuscire a raggiungere il Centro Lame che è dall’altra parte di via Zanardi rispetto a casa mia ed è una strada molto trafficata.”

Lorella:

“Mi è piaciuto il progetto “Il giardino oltre la scuola”.

Personalmente proporrei un progetto di sistemazione dei marciapiedi. Allargarli ed eliminare le buche. Sarebbe sicuramente utile per me che faccio fatica a camminare e così non posso andare da sola ma sarebbe utile anche per mamme con passeggini, donne con i trolley che hanno fatto spesa ecc…. La zona che mi interessa non è però a Bologna ma nel centro di Casalecchio (via Dante, Colombo ,Testoni ecc…)

Questa è un’idea per l’amministrazione di Casalecchio!”

Stefania:

“Voterò per il progetto “Qualcosa di nuovo sotto il sole”, per la riqualificazione di Piazza Puntoni, in zona universitaria. Per me è importante avere una città più pulita.

Io proporrei qualcosa per diminuire le polveri sottili nell’aria. Potenzierei mezzi di trasporto pubblico, biciclette gratis (le mobike vanno bene ma non sono accessibili per disabili e per chi ha dei bimbi da mettere nel seggiolino). Io stesso verrei a lavorare in autobus, spenderei meno e inquinerei meno. Ma la mia disabilità chiede di avere un accompagnatore. Quindi nel mio progetto ci sarebbe anche la ricerca di volontari che invece di accompagnarmi con la macchina mi accompagnino nel tragitto con il bus.”

Gloria:

“Mi è piaciuto il progetto “Passaggio giocoso in Bella fuori 3”, per un parco ed una scuola più accessibili e vivibili

Mi piacerebbe facilitare la conoscenza della lingua inglese anche fuori dal contesto scolastico. Proporrei dei laboratori gratuiti in diversi spazi della città per imparare l’inglese, per persone di tutte le età, non solo con della teoria ma con canzoni, giochi, filastrocche ecc…”

Tiziana:

“Voterò per per il progetto “Il giardino di Ilaria, Un progetto a sei zampe”.

Presenterei un progetto che permetta di andare in tutte le scuole dell’infanzia di Bologna per far giocare i bambini con la nostra disabilità e per aiutarli a relazionarli con la diversità.”

Filippo:

“Mi è piaciuto il progetto “Un giardino quattro stagioni” del quartiere San Donato.

Io farei costruire una gelateria in centro che faccia anche degli yogurt… Con i soldi destinati… alla cassiera!”

Federica:

“Voterò per il progetto “L’officina di piazza dei Colori”.

Mi piacerebbe uno spazio con un’estetista, una truccatrice e una parrucchiera in centro dove chiunque può andare e farsi bello, in maniera accessibile e gratuita. Chiunque così potrà curare il suo corpo e farsi bello… anche se non ha soldi!”

Ricomincia la scuola con il Progetto Calamaio! Le proposte dell’anno scolastico 2018/2019

“L’inclusione delle diversità è diventata oggi una vera e propria pratica di cittadinanza attiva. L’impegno per una scuola e una società inclusiva, in cui tutte le persone possano svolgere appieno il proprio ruolo di cittadini, ci vede impegnati sul campo da molti anni perché siamo convinti che una società accogliente e che garantisce la riduzione degli svantaggi – economici, fisici, sociali o culturali – sia una società migliore per tutti.

Da questo presupposto nascono le nostre proposte didattiche e educative, volte a sostenere gli insegnanti nel loro lavoro quotidiano”.

Con queste parole, in direzione di una cultura di pace e accessibile a tutti, Sandra Negri e Roberto Parmeggiani, coordinatrice del gruppo educativo della Coop. Accaparlante la prima e presidente dell’Associazione Centro Documentazione Handicap il secondo, danno il via alle nuove proposte che il Progetto Calamaio dedicherà ai bambini, ai ragazzi, ai genitori e agli insegnanti nell’anno scolastico appena iniziato.

Come sapete in nostri progetti sono sempre delle piccole avventure, che portano al centro l’esperienza e l’incontro diretto con la diversità, grazie al lavoro degli animatori con disabilità e degli educatori del Progetto Calamaio, protagonisti, insieme a voi, di percorsi di gioco, approfondimento e conoscenza dedicati alla scoperta e alla relazione con l’altro diverso da noi.

La cosa bella è che potete farlo nel modo che più vi piace, a seconda delle esigenze delle classi.

C’è chi per esempio non resisterà dall’immergersi nelle storie de Il pentolino di Antonino, Topazio e l’albero, La lezione degli alberi (e molti altri ancora) della proposta “Libri come Ponti”, per giocare con i protagonisti del racconto e riflettere su temi come diversità, paura e aiuto.

Qualcun altro, invece, preferirà diventare esploratore, per imparare qualcosa di nuovo e mettere in discussione il proprio punto di vista tra arte e teatro con il progetto “Cultura Libera Tutti”, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei (Museo MAMbo, Museo Civico Archeologico, Museo del Patrimonio Industriale) e Teatro Itc di San Lazzaro.

I più sportivi, non temete, saranno accontentati con il percorso di educazione motoria “Gioco Libera Tutti”, per muoversi, divertirsi e permettere l’inclusione nel gioco anche a chi ha abilità diverse. Mentre, dall’altro lato del campo, i topolini da biblioteca e i lettori accaniti troveranno spazio ne “Il Libro Modificato”, in cui attraverso attività espressive e creative il gruppo sperimenterà il linguaggio della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), la scrittura in simboli e la lettura accessibile.

Aperta a tutti c’è poi la grande novità degli ultimi anni, complici gli spazi della nostra nuova sede, in via Pirandello 24 a Bologna, nel Quartiere Pilastro.

Si chiama “Un giorno al Cdh!” e consentirà alle vostre classi di visitare le varie aree del Centro Documentazione Handicap di Bologna, dalla Biblioteca Ragazzi, alla redazione della collana Hp-Accaparlante, oltre che partecipare a momenti e incontro con gli animatori con disabilità e gli educatori del Progetto Calamaio.

Alla base, infine, il nostro fiore all’occhiello, il classico percorso “Progetto Calamaio-Incontro con la diversità”, il motore da cui tutto è cominciato, che approfondisce in un pacchetto di tre incontri (la conoscenza dell’altro, l’incontro con l’altro e la costruzione del noi) i tre passaggi fondamentali di ogni esperienza di relazione con la diversità, a partire da ciò che questa provoca, stimola e suscita in ognuno di noi.

I percorsi e le attività del Progetto Calamaio sono rivolti alle scuole di Bologna e del territorio e di tutta Italia.

QUI  il pdf con la proposta completa, con costi, durate, quali percorsi rivolti alla scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria.

Per ulteriori informazioni sui contenuti dei percorsi e prenotazioni: Sandra Negri (sandra@accaparlante.it) e Emanuela Marasca (emanuela@accaparlante.it)

 

Progetto Calamaio, ogni macchia è un “guaio”, siete pronti a farvi contagiare?

Buon anno scolastico a tutte e tutti!

 

 

Un tuffo nel colore!

Giochi, animazioni e incontri con bambini e ragazzi di tutte le età, formazioni per adulti e in Università, laboratori interni per e con persone con disabilità a tu per tu con i propri limiti e risorse, ma anche arte, teatro, cinema, musica… Fare Servizio Civile al Cdh è insomma un’esperienza a tutto tondo, dove ognuno può mettere in campo non solo le proprie braccia ma anche le proprie idee e creatività. Partire dai gusti, le attitudini e le passioni di ciascuno è infatti la cifra con cui il Calamaio sceglie da sempre di coinvolgere i nuovi arrivati, per consentire a tutti di sperimentarsi in prima persona nell’incontro con la disabilità come riconoscere nel proprio lavoro parti importanti del proprio vissuto e esperienze.

La nostra Roberta Simonetti, volontaria del Servizio Civile Nazionale 2017/18, non ci ha pensato due volte.

Artista tuttofare, laureata all’Accademia di Belle Arti e instancabile fucina di idee, ci ha proposto un laboratorio a puntate sul tema del colore, stuzzicandoci con una bella domanda: “Tutto intorno a noi è colore, ma cosa sappiamo del colore? Che cosa significano per esempio le parole rosso, blu, nero e bianco?”.

Così Roberta ci ha accompagnati in un viaggio alla scoperta dei significati dei colori tra scienza, materia, storia e psicologia. Un percorso graditissimo dagli animatori con disabilità del Calamaio che nel colore non vedevano l’ora di metterci le mani!

 

Qui il racconto della conduttrice, che ci regala anche qualche suggerimento per provare a replicarlo con chi volete in quattro comodissimi step!

“Un giovedì al mese, per tutta la durata del Servizio Civile 2017-2018 Progetto per una cultura dell’inclusione, ho avuto la possibilità di gestire ed organizzare in autonomia un laboratorio.

Il mio progetto, frutto dei miei studi universitari, ha approfondito in modo teorico e pratico l’universo cromatico.
L’ interesse verso questo argomento nasce dal fatto che, molto spesso, non pensiamo al colore come qualcosa di fondamentale ma piuttosto come un involucro una superficie. In realtà, il colore è una costante imprescindibile della realtà in cui viviamo: tutto attorno a noi ha un colore.

Per comprendere e scoprire al meglio il mondo dei colori ho strutturato il laboratorio in 4 step, dettati e distinti proprio per affrontare la tematica in diversi ambiti. Eccoli qui:

STEP N. 1. L’AMBITO SCIENTIFICO del colore

Abbiamo scoperto cos’è il fenomeno del colore e perché lo vediamo. Questa parte molto complessa, per via delle leggi fisiche e chimiche che si instaurano tra il processo occhio-colore-visione, è stata accompagnata da un esperimento pratico in cui abbiamo notato come la luce sia un elemento fondamentale per la visione.

STEP N.2 L’AMBITO MATERIALE del colore

Gli animatori con disabilità hanno toccato con mano la materia colore; con tempre e pennelli ci siamo avvicinati a questa sostanza, capendo come si crea e da cosa è composta.  L’attività pratica è stata colorare il cerchio cromatico o cerchio di Itten, in cui abbiamo distinto colori primari e secondari, successivamente caldi e freddi.

STEP N.3 L’AMBITO STORICO del colore

Attraverso la linea del tempo abbiamo fatto un excursus storico recuperando lo sviluppo e i cambiamenti nell’uso delle tinte nelle diverse culture e nei diversi secoli. I secoli da me scelti sono stati, Presitoria (30000 a.C.), Civiltà Egizia (4500 a.C.), Civiltà Romana (753 ac-472 d.C.), Periodo Medioevale (X-XV sec d.C.). È stato messo in evidenza come venivano utilizzati materiali e tecniche sia a livello teorico sia a livello pratico, adattandoci a dipingere come facevano ai tempi, perciò anche con le mani o con le terre naturali.

STEP n.4 AMBITO EMOZIONALE e PSICOLOGICO del colore.

Qui abbiamo dato voce a quel “qualcosa” di non razionale, abbiamo provato a sentire cosa provoca il colore nel nostro animo. Molti studi condotti nei primi decenni del secolo scorso da psicanalisti e psichiatri come C.G. Jung affermano che Il colore stimola il nostro essere interiore, essenzialmente connesso agli stati d’ animo e alla parte più inconscia e intima della psiche. Proprio da questi studi nascono discipline come la cromoterapia, attività che ci insegna a riconoscere i linguaggi non verbali e ad utilizzarli in modo inusuale per far dialogare i contenuti inconsci del nostro essere con la realtà circostante.

 In questo step ad ogni partecipante è stato chiesto quale colore preferiscono, cosa provano guardandolo e cosa attribuiscono ad esso: oggetti, prodotti, emozioni, ricordi ecc.…

Gli operatori hanno sollecitato il dialogo intimo e personale con ogni singola persona al fine di risvegliare nella memoria momenti e sensazioni. 

Successivamente i partecipanti sono stati invitati a materializzare, ovvero rendere opere concrete le esperienze narrate oralmente. Attraverso tecniche artistiche miste, pittura, collage, testi e soprattutto attraverso il colore abbiamo ridato vita a un ricordo perduto o tralasciato.

Ogni persona si è messa in gioco raccontando un po’ del proprio “Se” attraverso uno stimolo inusuale come il colore. Il colore per concludere è uno specchio spontaneo della nostra personalità: tutti i giorni nelle azioni più comuni o quotidiane, dalla scelta dei nostri vestiti alle pareti della nostra casa, nel godere di un tramonto o delle meraviglie di un paesaggio, possiamo comprendere come esso partecipi della nostra felicità.

 Ogni animatore disabile per raccogliere e conservare i lavori fatti in questi sei mesi è stato dotato del ‘Libro dei colori’, un libro manualmente rilegato realizzato appositamente per documentare, testimoniare e ricordare l’esperienza fatta insieme”.

Roberta Simonetti

Che ne dite, guarderete allo stesso modo un bel tramonto estivo?

Detto ciò non ci resta che augurarvi buone vacanze e ringraziarvi per averci seguiti fino a qui. Ci vediamo a settembre con tante, tantissime novità. Fermi, lo sapete, non ci riusciamo proprio a stare…

Un abbraccio e a presto Calamai!

MONDIALI ANTIRAZZISTI 2018 – Dove tutte le differenze fanno rete !

I Mondiali Antirazzisti sono una forma concreta di lotta alle discriminazioni attraverso tutti gli sport, con il calcio al centro, e come facciamo da 6 anni partecipiamo attivamente con la squadra di calcio del Centro Documentazione Handicap, che negli anni ha visto scendere in campo uomini, donne, bambini con ogni tipo di abilità. Anche quest’anno dal 5 al 9 luglio abbiamo fatto sentire la nostra presenza, sfoggiando la nuova maglia personalizzata. Qui sotto i racconti degli animatori Andrea e Lorella, che hanno partecipato alla manifestazione.

Andrea:

“Venerdì 6 luglio 2018, siamo andati a Bosco Albergati in occasione dei mondiali antirazzisti, evento che tramite lo sport cerca di ridurre le discriminazioni e noi, come ogni anno, abbiamo partecipato a nome CDH. Esperienza, dal mio punto di vista, molto bella perché momento di incontro tra realtà diverse, unite dallo sport, e per il semplice fatto di essere una buona occasione per fare un po’ di ballotta con colleghi, amici, e molta altra gente.”

Lorella:

“Questo evento includeva varie squadre multiculturali di nazionalità diverse, noi come CDH abbiamo partecipato con entusiasmo, perché siamo un centro che vuole fare integrazione, con tutte le altre culture svantaggiate come la nostra sulla disabilità. Io sono stata molto contenta di partecipare, quando partecipiamo a queste  grosse manifestazioni importanti, non mi tiro mai indietro molto orgogliosa come sono io.”

Cuori ruggenti

Mercoledì 30 maggio, presso il Centro Documentazione Handicap, sono venuti a trovarci degli attori che hanno proposto uno spettacolo con i burattini.

Queste persone fanno parte di un’associazione chiamata “Arte e Salute ONLUS”, situata a San Giovanni in Persiceto che, in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale dell’Ausl di Bologna realizza laboratori teatrali con persone che hanno disturbi mentali.

Il titolo dello spettacolo che ci hanno presentato è “Cuori ruggenti”. Lo spettacolo prende spunto dalla legge Basaglia, emanata nel 1978 e che quest’anno compie 40 anni, che portò alla chiusura dei manicomi permettendo alle persone con problemi mentali di poter vivere liberamente ed essere presi in carico dal servizio sanitario nazionale che dopo pochi mesi verrà istituito per tutti i cittadini italiani.

Lo spettacolo è ambientato in un museo d’arte e racconta la storia di una statua che rappresenta un leone fatto di pietra e di gesso che cercava di essere libero e trovare un amico. Purtroppo però, tutti i visitatori del museo e la custode non riuscivano a capirlo e nemmeno a riconoscerlo oltre il suo essere statua. Solo un bambino riesce a vederlo come un amico e riconosce il cuore che pulsa al suo interno. Grazie a quel bambino, riesce a scendere dal piedistallo e si sente finalmente libero dalla gabbia di pietra e di gesso in cui era rinchiuso.

https://www.facebook.com/AssociazioneCentroDocumentazioneHandicap/videos/10156479842535956/

Come pubblico, oltre a noi, c’erano dei burattini inanimati che servivano per fare scena. Questi burattini verranno poi completati, dipinti come fossero veri e propri esseri umani, entro ottobre quando lo spettacolo vedrà la luce. Questa presentazione infatti era solo una prova per vedere come si sentivano gli attori. Quindi lo spettacolo che abbiamo visto, è stato solo una piccola parte, ovvero la prima scena dell’intero progetto.

Lo spettacolo, adatto sia ai bambini che agli adulti, mi è piaciuto perché parla di un tema importante in maniera leggera, e sono curiosa di vederlo completato. Nella prima parte della rappresentazione, gli attori erano intimiditi. Poi però nella seconda prova, si sono scaldati e sciolti.

Vi aspettiamo numerosi allo spettacolo completo che si terrà nel mese di ottobre. Per qualsiasi informazione contattare: http://www.arteesalute.org/