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Un po’ di storia

| Progetto Calamaio

Il Calamaio è frutto di un’idea felice e “scandalosa”, uscita quasi per caso tra le chiacchiere di Claudio Imprudente, Alberto Fazzioli, Michele Morritti e Andrea Tinti quattro ragazzi con disabilità che negli anni ’80  ruotavano attorno all’Associazione AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) di Bologna e che si chiedevano che cosa avrebbero fatto della loro vita dopo l’esame di maturità. Insieme  a loro altri giovani obiettori di coscienza che, al di là della disabilità, si ponevano le stesse domande.

I ragazzi insomma volevano un loro posto nel mondo ma per farlo era necessario cambiare l’immagine della persona disabile nella società, un’immagine ancora legata al pietismo e alla sofferenza, a termini opprimenti come cura e malattia. Come fare? La prima risposta fu informare e così nacquero il Centro Documentazione Handicap e la rivista “Hp-Accaparlante” con una manciata di libri donati alla causa dal pedagogista  Andrea Canevaro e tante, lunghissime discussioni che ogni mattina cominciavano mettendosi in cerchio.

In quel cerchio fece presto capolino un’altra domanda fondamentale. Se grazie alla Legge sull’Integrazione Scolastica del 1977 la società aveva cominciato a occuparsi della persona con disabilità, cominciava a diventare importante anche ribaltare la prospettiva e chiedersi: come può una persona con disabilità rendersi utile alla società?

Da lì al primo incontro che Claudio improvvisò in una scuola elementare di Finale Emilia (MO) nel 1982  il passo fu breve e fu così che cominciò a strutturarsi il gruppo di lavoro che conosciamo ancora oggi e di cui i componenti attuali stanno proseguendo la missione dentro e fuori dalla scuola, dedicandosi in particolare ai temi legati all’autonomia della persona con disabilità e all’accessibilità in tutte le sue sfumature, architettoniche e sensoriali, culturali e relazionali.

Dal 2015 la Cooperativa Accaparlante è diventata anche Centro Socio-Occupazionale, offrendo a giovani adulti con disabilità la possibilità di intraprendere percorsi di formazione personali e di avviamento professionale in collaborazione con i servizi educativi e i distretti Ausl di Bologna e limitrofi.

In questi quarant’anni fortunatamente molte cose sono cambiate e la maggior parte delle persone con disabilità avrebbe nella teoria accesso a tutti gli aspetti della vita sociale, dall’istruzione, allo svago, dalla sessualità alla politica e al lavoro. Sappiamo tutti però che le difficoltà sono ancora tante e che in molti casi partono dalla consapevolezza che le persone hanno dei propri limiti e delle proprie risorse e ciò vale da entrambe le parti.

Su questi aspetti il gruppo del Progetto Calamaio lavora costantemente e lo fa prima su di sé, nella conoscenza cioè e nello scambio reciproco con i propri colleghi con disabilità, oltre che attraverso laboratori interni legati al benessere corporeo, all’organizzazione autonoma e all’espressione di sé. Un passaggio di crescita che si rivela fondamentale per tutti per poi condividere con gli altri le proprie difficoltà e conquiste e ridisegnare all’esterno percezioni, immagini e stereotipi.

La diversità migliora la qualità della vita di ognuno di noi, ne siamo ancora convinti, così come l’inclusione, che si impara e si estende solo se si fa.

Dopo tutti questi anni scegliamo quindi di proseguire la nostra missione, di pari passo con i tempi e i cambiamenti in atto ma fedeli al nostro spirito originario.

Speriamo, come sempre, di avervi al nostro fianco.