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Mese: Maggio 2022

Il mio primo libro

Ecco che cosa si nasconde dietro alle bellissime illustrazioni del libro Il mio Afghanistan di Gholam Najafi, la nostra ultima pubblicazione per la collana in CAA Parimenti di Edizioni la meridiana, presentata lo scorso 30 aprile alla Fiera “Fa’ la cosa giusta” di Milano. Ce ne parla l’autore, Camilo De la Cruz!

Caro Camilo, la tua passione per il disegno non è certo una novità, ma è la prima volta che le tue
illustrazioni vengono pubblicate su un libro. Come ci si sente? Cosa hai pensato quando lo hai ricevuto?

Ammetto che inizialmente ero preoccupato, perché era la prima volta che ricevevo un incarico del genere.
Alla fine, però, mi sono ritenuto soddisfatto del lavoro che ho fatto, ho molto apprezzato il mio risultato
finale.

Nonostante tu abbia una disabilità motoria e sia fortemente condizionato nell’uso delle mani riesci
comunque a realizzare disegni complessi e ricchi di particolari. Come fai?

Ho studiato al Liceo Artistico e successivamente per un breve periodo all’Accademia delle Belle Arti, quindi
ho sempre avuto interesse ad approfondire il disegno. Ho avuto anche tanta passione per l’arte fin da
quando sono piccolo, assieme a tanto esercizio. Inizialmente disegnavo e scrivevo con i piedi, l’unica parte del mio corpo che riuscivo a muovere in modo completo. A seguito di due interventi che ho subìto, ho dovuto smettere di usare i piedi e ho iniziato ad usare le mani. Molti anni dopo l’intervento ai piedi ho iniziato anche a disegnare con la bocca.

In che modo le parole di Gholam Najafi ti sono state di ispirazione, viceversa, come hai adattato il tuo
stile e le tue immagini al suo racconto?

Ho provato molta empatia con la storia di Gholam Najafi: condividiamo una forte determinazione a
cambiare la nostra vita. Intendo dire che entrambi abbiamo adeguato le nostre capacità ai nostri bisogni,
usando tutta la nostra volontà.
Si capiscono le caratteristiche di Najafi dalla sua scrittura, mentre penso che si capisca molto di me dal mio
modo di disegnare.


Oltre che un appassionato di arte e canto, Camilo è anche un educatore. Come reagiscono le bambine e i
bambini che incontri a scuola quando ti vedono disegnare? Che cosa cerchi di restituire e trasmettere
loro?

Il disegno e l’arte sono universali: sono un metodo comunicativo per bambini e adulti. Io per avvicinarmi ai
bimbi uso il disegno, infatti ci scambiamo dei punti di vista su quello che rappresentiamo durante gli
incontri. Mi dà tanta soddisfazione vedere la loro meraviglia quando disegno: spesso infatti pensano che io
non sappia disegnare, ma poi si ricredono. Mi preme molto mostrare loro come il disegno sia per me uno
sfogo creativo.

I libri di Parimenti sono frutto del lavoro congiunto tra Edizioni la meridiana e un gruppo integrato di educatori e animatori con disabilità che partecipa al laboratorio permanente di traduzione in simboli “Librarsi” a cura del Progetto Calamaio.

Prove di scherma a Exposanità

Lo scorso venerdì 13 maggio il Calamaio, con una bella delegazione formata da Gloria, Tristano, Tiziana, Marika, Emanuela e Camilo, si è lanciato nell’esplorazione della ventiduesima edizione di Exposanità, la mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza.

Qui la nostra Rossella Placuzzi, animatrice con disabilità e spadaccina provetta, si è cimentata come di consueto nel suo sport preferito, la scherma in carrozzina, passione che ha voluto condividere con i colleghi, invitandoli a provare tutta l’attrezzatura e a mettersi in gioco insieme a lei e all’Associazione Zinella Scherma di San Lazzaro di Savena (BO)

Ecco qui qualche scatto della giornata e gli sguardi di Rossella e Camilo.

“Sono andata in fiera con mio papà, ero contenta perché sapevo che sarebbero venuti a vedermi i miei colleghi- racconta Rossella -mi sono divertita tantissimo perché ho fatto provare loro la scherma. Gloria non l’aveva mai provata, Camilo è venuto a vedermi ed ero molto felice, mi sono anche emozionata.

A mia volta ho provato il ping-pong, è stato bello perché dovevo colpire la pallina con una racchetta, poi ho visto altri sport come l’arrampicata le bocce, le carabine la pesca, il ballo in carrozzina e una ragazza con un esoscheletro necessario per deambulare. Inoltre, ho visto un bambino che faceva handbike che è una bicicletta che si usa da sdraiati, solamente con le braccia.

Piu tardi ho fatto una garetta di pesca e ho vinto una medaglia per la partecipazione poi successivamente ho fatto provare anche persone senza gli arti la scherma e loro mi hanno risposto che il mondo sportivo è un mondo bellissimo e che non ne avevano mai sentito parlare e quindi sono rimasta molto contenta e orgogliosa di me.

Sono orgogliosa anche di tutti i miei colleghi e secondo me ho fatto passare a tutti una bella giornata”.

È stato interessante – continua Camilo- vedere diversi ausili e strumenti che non avevo mai visto prima, per me è stata una bella scoperta perché non pensavo che esistessero delle tecnologie così avanzate. Mi hanno colpito in particolare gli strumenti utili per la riabilitazione come, ad esempio, una macchina dotata di gambe robotiche con le quali era possibile esercitarsi nei diversi movimenti. Ero anche molto interessato all’area sport dove si potevano praticare diverse attività. Molto bella è stata la scherma in carrozzina per come posizionano le carrozzine e per come le legano per evitare che si sbilancino troppo. Io ho provato anche il gioco delle bocce che è abbastanza accessibile. Ho fatto un primo tentativo libero in cui ho provato a lanciare la pallina senza ausilio ma non è andato molto bene, la pallina era troppo grande e non riuscivo a tenerla in mano. Dopo ho usato uno scivolo fatto di legno dove potevo posizionare la bocca, Marika mi ha aiutato a posizionarlo ma solo seguendo le mie indicazioni. Ho provato anche a fare il tiro a segno e ho quasi preso il centro! Mi hanno detto che sono stato molto bravo e che in futuro potrei dedicarmi a quello sport. Infine, ci siamo sfidati con il biliardino, io ero il portiere e alla fine ha vinto la mia squadra.

Usciti dall’area dedicata agli sport, ho visto diverse carrozzine e ne ho anche provata una, che è possibile usare fissandola ad una carrozzina manuale. Mi è piaciuto aver avuto la possibilità di provare una carrozzina del genere perché prima non avrei mai pensato di poter guidare con un manubrio e invece, sì, potevo farlo e chissà magari un giorno potrei usarlo per avere più autonomia.

La fiera è in generale molto interessante perché hai la possibilità di vedere cose nuove ma soprattutto puoi provarle. Il mio consiglio spassionato però, per le prossime edizioni, è quello di dare più alternative e ausili sulla base delle caratteristiche di ognuno”.

Che dire, uno per tutti e tutti per uno! Alla prossima edizione!

A scuola, 30 anni dopo…

Il 4 aprile 2022 è iniziato un percorso Calamaio con l’Istituto Padre Marella di Bologna, scuola frequentata da una delle storiche animatrici del Gruppo Calamaio, Stefania Mimmi, che è ovviamente venuta con noi. Prima di andare a incontrare le bambine e i bambini di oggi Stefania ci ha raccontato della sua esperienza passata nella scuola e in particolare della sua bellissima relazione con una maestra , Maria Michelato, la quale fu la sua insegnante di sostegno.

Maria fu per Stefania molto importante, un prezioso supporto nell’intraprendere un percorso di autonomia e di consapevolezza delle proprie abilità, il tutto anche grazie all’aiuto del maestro Bruno Naldi, il quale si spese fin da subito per integrarla nelle attività della classe (nella foto qui sotto, lo vedete a destra con in braccio Stefania).

Ma la storia non finisce qui! La collaborazione tra Maria e Bruno non si fermò solo a livello lavorativo, sbocciò in una vera e propria storia d’amore, tutt’ora in atto! Stefania, che partecipò alle loro nozze, divenne così ancora più importante per i due, i quali, ancora oggi, non riescono a non commuoversi guardandola.

Rivedere ora la mia scuola- racconta Stefania– mi ha commosso e mi è piaciuto ritornare in veste di formatrice e dimostrare così alla Maria che ero cresciuta e che tutto il suo lavoro non era stato inutile, dell’importanza di tutto il percorso che abbiamo fatto insieme a lei e a suo marito, Bruno Naldi. Loro si sono conosciuto grazie a me, Bruno era il maestro di tutta la classe e Maria invece era insegnante di sostegno.”

Che dire, galeotta fu la Mimmi che ora è passata dall’altro lato della cattedra! Brava!