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Mese: Aprile 2020

Un Ortopastrocchio…

In questo difficile periodo di quarantena il progetto Calamaiorto, una delle attività più amate dal nostro gruppo, si è trasformato, grazie alle possibilità offerte dalla tecnologia che ci hanno consentito di proseguire il lavoro, anche se in forma diversa.

Ma come avete fatto, vi chiederete, a restare a contatto con la terra, le piante e i fiori dentro le vostre case? Ce lo spiegano l’educatore Lorenzo Baldini e Francesca Aggio, animatrice con disabilità del Progetto Calamaio, che ha subito accolto con entusiasmo questa nuova sfida, anche perché, diciamocelo, ha la fortuna di avere proprio un bel giardino in cui mettersi alla prova!

Tutto è cominciato attraverso la realizzazione di tutorial (brevi filmati di qualche minuto) – racconta Lorenzo- in cui abbiamo cercato di portare le attività a casa dei colleghi con disabilità. Semplici lavoretti di semina, resi in questo modo visibili a tutti, hanno consentito di tenere vivo l’entusiasmo dei partecipanti.  La possibilità di realizzare momenti di videoconferenza tramite chat di Facebook un giorno alla settimana  ha inoltre facilitato l’esecuzione dei lavori stessi.

Una semplice azione come quella di vedersi e sentirsi in piccoli gruppi tramite vari dispositivi (chi su pc, chi tramite tablet o smartphone) per qualche ora è senz’altro stato d’aiuto anche per tenere alto il morale. Ma vediamo insieme cosa abbiamo combinato…

I primi tutorial da noi realizzati, chiamati Ortopastrocchio, li potete trovare su YouTube e hanno riguardato la germinazione. Siamo partiti da quella di una patata in un contenitore con acqua: https://www.youtube.com/watch?v=9qIgrGleoc8 

per poi passare a quella di un seme di limone: https://www.youtube.com/watch?v=ZYGa3CDRWOs&t=1s, attività che hanno riscosso grande successo, anche tra chi non ha provato subito ma lo farà prossimamente.

La videoconferenza è stata fondamentale anche per analizzare insieme le possibilità ed i limiti che questo nuovo strumento di partecipazione ci offre.

Il prossimo incontro avrà come argomento le abitudini alimentari, ovvero l’analisi delle differenze tra una settimana pre-quarantena ed una in quarantena, cercando di capire se e come sono cambiate le nostre abitudini a tavola.

Nel frattempo Francesca, stimolata dalle nuove scoperte, ha deciso di coinvolgere la sua famiglia nella realizzazione di un piccolo orto, su cui, con la precisione di un vero pollice verde, ha tenuto un bel diario di bordo. Ecco cosa è successo a casa Aggio durante la prima settimana di aprile:

Il due aprile insieme alla mia famiglia abbiamo deciso di fare un piccolo orto. Per fortuna mia sorella Federica mi aveva appena regalato tutto il necessario per il giardinaggio, oggetti piccoli che io potessi utilizzare. Precedentemente è stata valutata la posizione dell’orto, perché al laboratorio mi hanno spiegato che occorre il posto giusto, tutte le piante hanno le loro esigenze, chi preferisce il sole e chi non troppo, ma tutte vogliono l’acqua, quindi occorreva una fontana vicina. Poi è stato deciso l’acquisto delle piante in base a quello che più ci piace mangiare.

In questo periodo, sia perché siamo in primavera, sia perché dobbiamo stare a casa, è una fortuna poter stare a contatto con la natura e imparare a conoscerla. Prima abbiamo lavorato la terra, poi abbiamo sparso dei pezzettini piccoli di concime organico per aiutare a svilupparsi nel modo più sano e vigoroso. Ho chiesto cosa ci fosse nel concime e mi hanno detto che contiene pezzetti di legno, cacca di gallina, azoto, fosforo e gli scarti alimentari. Abbiamo poi scelto le piante e si è deciso per pomodori, patate, cetrioli, piselli, zucchine, spinaci, cipolle e le aromatiche. Le aromatiche sono quelle piante che si usano molto in cucina per dare sapore ai cibi e sono anche molto belle da vedere. Io ho piantato; basilico, origano, timo, menta, salvia. Il rosmarino no, perché ne avevo già tante piante.

3 Aprile.

La terra è stata lavorata tanto, perché occorreva romperla per bene, e poi l’abbiamo mischiata con della terra nuova comprata in grandi sacchi. Con la zappa hanno fatto tante file con delle sponde ai lati, in modo che quando piove o innaffi, l’acqua non scivoli via. Poi è stato buttato il concime e finalmente messo a dimora le piante. A seconda della pianta occorre una distanza giusta tra una e l’altra, perché non tutte crescono uguali e poi a seconda delle esigenze del sole. Abbiamo sfruttato delle ringhiere per mettere vicino i cetrioli, perché loro si arrampicano. È servito molto tempo per piantare tutto, ma finalmente lo abbiamo fatto.

Subito dopo abbiamo innaffiato, e bisogna dare l’acqua alla sera e alla mattina presto, quando il sole non c’è, perché altrimenti le piante si ammalano.

4 aprile

Ho controllato che l’orto stesse bene e poi ho riannaffiato, mi hanno spiegato che tutte le piante hanno bisogno di essere curate. Per esempio, la zucchina e il pomodoro devono essere trattate una volta al mese con il “verde rame”. Devo informarmi come aiutare le piante a guarire se si ammalano.

6 aprile

Le piante aromatiche non hanno bisogno di molta acqua e concime, perché loro crescono in autonomia e ho scoperto che il basilico invece bisogna piantarlo tutti gli anni e poi è un po’ delicatino. Spero che le lepri e i tassi non vengano a mangiare proprio lì.

7 aprile

Mio compleanno, giornata di pausa, ho controllato e l’orto sta bene. Vorrei vedere le piante crescere più in fretta, ma so che occorre tempo e tanta pazienza

9 aprile

Questa mattina ho visto che i cetrioli non hanno stanno molto bene, forse perché alla notte è stato troppo freddo. L’ insalatina invece è cresciuta tanto. Gran soddisfazione.

Dite la verità, non vi è venuta voglia di prendere un bel quaderno e di annotare i progressi delle vostre piantine?

Non preoccupatevi, anche se non avete un orto a disposizione o vi sentite pollici grigi, potete cominciare a piccoli passi, anche nel lavabo della vostra cucina o sul balcone, a partire da un seme e una bacinella d’acqua. Seguire il percorso di una pianta che muta e che cresce è sempre un’emozione, perché è viva, si modifica e ci assomiglia. Parola di Lorenzo, Francesca e Ortopastrocchio!

Lorenzo Baldini e Francesca Aggio

 

 

 

 

Quarantena? No panic!

Quarantena…Occasione per fermarsi, riposarsi e ricentrarsi oppure noia mortale?

Difficile dare una risposta univoca, la questione è complessa e soggettiva e tanti sono i piani e le difficoltà che si mischiano in quest’insolita situazione che ci ha colti di sorpresa.

È successo anche al Progetto Calamaio, che tuttavia ha messo subito in campo le consuete ironia e creatività per avviare, insieme agli animatori con disabilità del gruppo, una serie di attività telematiche accessibili:  storie e video animati, gruppi WhatsAapp, consigli cinematografici, giochi, libri in simboli, sfide e racconti, senza dimenticare l’importanza del rapporto con l’ambiente, della cura di sé, del benessere e dell’alimentazione, dell’ascolto personale e delle proprie emozioni, soprattutto nei momenti di insicurezza.

Proprio per questo, prima di cominciare, il gruppo ha pensato di sondare il terreno e di chiedere ai diretti interessati da quale punto di partenza hanno cominciato a guardare questa nuova realtà, ognuno a partire dal proprio vissuto, disabilità e contesto familiare.

Così Mario, che sa sempre guardare il lato positivo, ci racconta quelli che per lui sono i pro e i contro della situazione:

“Nell’insieme posso dire che sto come sempre, solo più tempo in casa, altrimenti sarei uscito quasi ogni sera in un qualche ristorante giapponese o da America Graffiti. 

Di solito guardo poco la televisione, adesso grazie alla possibilità di registrare alcuni programmi a me cari, guardo più tempo la televisione. Ho potenziato i miei interessi di base, lettura a carattere storico politico, studio del francese, ascolto musica. Dormo fino alle 12 del mattino grazie al Neurontin che tiene a bada la nevralgia del nervo trigemino, poi… “sogni d’oro a tutti”, soprattutto alla mia badante che così dorme anche lei fino a tardi!

La mia finestra dà sul nostro giardino interno che è poco frequentato, quindi, squallore c’era prima e squallore c’è adesso. Sento passare meno macchine del solito. Il mio palazzo dà ad una zona del quartiere di norma silenziosa e tranquilla. Un giorno ha fatto impressione alla mia badante che al palazzo di fronte tutti gli inquilini si siano affacciati alla finestra per applaudire. Poi si è scoperto che l’applauso era rivolto da tutta Italia ai dottori e agli infermieri, impegnati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus. 

Ho capito di dover stare chiuso in casa e le notizie del telegiornale non mi danno novità ulteriori. So che la televisione è finzione oppure esagerazione, quindi la prendo con le pinze e mi fido solamente di quello che mi dicono i medici, nella fattispecie i miei fratelli, Ciro (malattie infettive), Nazario (medico di base), Gianni (medicina interna). 

Mi viene voglia di vedere il film, che ho in vhs, “L’esercito delle dodici scimmie”, che tratta di una condizione simile a questa del Coronavirus. 

Uso gli strumenti di sempre, WhatsApp, telefonate con Greta per rispondere a questo questionario e per scrivere le storielline basate sulle parole chiave, e i segnali di fumo, partecipare insomma alle attività.

Una volta finito tutto, sappiate che io ho la macchina…Se voi avete la patente, si potrà andare dove cappero ci pare e piace! … Approfittatene!!!… Io propongo il ristorante cinese! “

Rossella, invece, sceglie di dedicarsi allo studio della sua città e alla buona tavola, pur tenendo d’occhio quello che la circonda:

In questo momento sono tranquilla perché anche se non posso uscire comunque ho la tecnologia che mi fa stare in contatto con le persone care. Nel tempo libero mi dedico alla lettura e alla scrittura di curiosità turistiche. Tutto è iniziato quando mia mamma mi ha chiesto di scrivere un opuscolo sulla mia città. Io ho trovato un libro molto antico in casa che spiega approfonditamente la storia e le antiche origini di Bologna e delle persone che hanno costruito la città. Se io incontrassi un turista gli consiglierei di visitare la città. Quello che mi ha colpito di più è stata la leggenda della torre degli Asinelli ho scoperto delle cose che non sapevo, ogni palazzo di Bologna ha una storia molto antica che non mi aveva mai detto nessuno. A Bologna inizialmente erano stanziati i liguri popolo primitivo erano cacciatori e uccidevano a colpi di pietra e bastoni, poi gli umbri che vennero attirati dalla fertilità del suolo. Divenne ricca con gli Etruschi che la chiamarono Felsina, distrutta dai galli boi e riconquistata dai Romani che la chiamarono Bononia che significa “città di ogni bene”, qui costruiscono acquedotti e strade, la via Emilia da Marco Emilio LepidoDi nuovo poi arrivano i barbari che devastano la città, il nostro patrono San Petronio ricostruisce una parte della città, delimitandone i confini con 4 croci conservati nell’omonima basilica. Ho imparato ora il significato dello stemma del comune di Bologna del piccolo leone sopra lo stemma, le due medaglie d’oro per la liberazione della città dagli austriaci 8 agosto 1848 e quella della Seconda Guerra Mondiale dei partigiani, fu la prima citta al mondo che liberò i servi della gleba. Poi c’è la storia di re Enzo , Luigi Galvani, il cane alla finestra del palazzo Bersani , il Palazzo degli Elefanti  e il Palazzo delle Teste…Quanti tesori e storia conserva la mia città!

Quando guardo fuori dalla finestra di casa mia vedo il giardino con fiori e alberi fioriti di ciliegio, la fontana blu’ con le panchine, poi vedo le colline di san Luca e i tetti delle case e i grattaceli. In questo momento gli alberi di ciliegio sono tutti rosa, il prato verde è stupendo perché fa contrasto con le margherite, guardando questo mi provoca il desiderio di andare fuori di stare all’aperto di essere libera. Al tg sento parlare di persone in ospedale o morte io mi sento impotente davanti al virus e mi dispiace e a volte ho paura, che succeda qualcosa a me, di perdere le persone care, di non rivederle mai più. Fuori dalla finestra vedo il paesaggio urbano di casa mia, provo una sensazione di solitudine e tristezza. Il governo sta dando delle indicazioni per rallentare il contagio e mi sembrano giuste. Sono regolamenti severi e necessari per la propria salute e quella degli altri. Esistono già modalità di comunicazione il cellulare internet e il computer. Mi piacerebbe fare delle video chiamate con i colleghi di lavoro lavorare insieme. Quando finirà tutto vorrei tornare ad abbracciare le persone e stare vicina alle persone a cui voglio bene. La mia proposta è fare un aperitivo in compagnia o una giornata al mare”.

Federica infine non ha dubbi, pur dedicandosi alla cura di sé e al proprio stile, desidera rivedere al più presto i suoi colleghi:

Come sto? Bene ma annoiata… Uso il Tablet per inviare messaggi guardo Youtube.

Fuori non passa nessuno. Non guardo il telegiornale perché è triste 

Spero tutto passi per tornare al Cdh. Ecco il mio messaggio tablet: Voglio tornare .

Che cosa è successo dopo? Presto lo scoprirete, le foto dovrebbero avervi dato qualche assaggio…

Lontani ma vicini, continuiamo quindi a lavorare per mantenere vivi legami e relazioni, il primo ingrediente di una buona inclusione.

Stay tuned e a prestissimo!

 

Mario Fulgaro, Rossella Placuzzi e Federica Menarini.