Nonno, raccontami una storia! I bambini di Crevalcore incontrano il Seneca Café
Cosa c’è di più bello del mettere in relazione storie e età differenti?
Quanto i racconti e le esperienze dei nostri nonni ci hanno accompagnato e continuano ad accompagnarci nell’incontro con le sfide e le sorprese che la vita ogni giorno ci propone?
A volte, abbiamo scoperto, ci sono alcuni nonni che perdono le parole qua e là, che non si ricordano più tutto quello che hanno fatto da giovani, che durante il giorno perdono il bastone, l’ombrello e il borsellino. Questi nonni però non hanno smesso di vivere, sono persone che ancora sanno farci sorridere e commuovere, che hanno molte cose da dirci e da insegnarci.
È successo nell’incontro tra il Progetto Calamaio, il Seneca Café e il Comune di Crevalcore. Una collaborazione nata nel 2012 dalla volontà di creare esperienze e spazi di incontro fra anziani in condizione di fragilità (con demenze senili, Alzheimer, non autosufficienti) e bambini della scuola primaria del territorio.
Un progetto impegnativo? Niente paura! Ecco gli animatori del Calamaio partire, ancora una volta, verso la piccola città emiliana, con zaino in spalla e tanta allegria, per farsi protagonisti insieme ai bambini e agli insegnanti di cinque incontri guidati dalle parole dei libri, che sempre ci aiutano a ritrovare i vocaboli e a affrontare temi difficili come la diversità, l’accoglienza, la pluralità di espressione e dei linguaggi.
Così quest’anno con la classe terza della scuola primaria “Gaetano Lodi” di Crevalcore abbiamo scelto il testo “Le parole scappate” della scrittrice e illustratrice Arianna Papini, che narra i due punti di vista su ciò che accade nel mondo esterno e dentro di sé di un bambino dislessico e della sua nonna malata di Alzheimer e descrive, in un dialogo silenzioso, la relazione tra i due protagonisti.
Tiziana è stata l’animatrice con disabilità protagonista del percorso a scuola dove abbiamo utilizzato strumenti quali la lettura del testo, attività sensoriali, associazioni di idee, giochi interattivi e il confronto con i bambini. Il nostro obiettivo era quello di introdurre un tema così delicato come la dislessia e la malattia con lo strumento del racconto della relazione tra il bambino e la sua nonna, per trattare così in modo libero e approfondito il tema della difficoltà, del limite, ma anche della possibilità, del pensiero divergente, della diversità come ricchezza e valore aggiunto.
Scrive Tiziana:
“L’ultimo incontro è stato pochi giorni fa. Prima di partire io e Patty ci siamo divisi i compiti. Io ho svolto l’attività iniziale e Patty quella centrale. Tristano è venuto al posto di Lorenzo perché Lorenzo quel giorno era assente. I bambini così hanno conosciuto un altro mio collega. E in questo modo è iniziato il nostro ultimo incontro a Crevalcore.
La prima attività è stata condotta da me e Tristano. Tristano quando ha condotto insieme a me l’attività mi ha avvicinato ai bambini. I bambini mi hanno disegnato una loro difficoltà e alcuni bambini l’hanno anche scritta.
L’attività dei disegni mi è piaciuta perché mi sono sentita vicino a loro. Sono stata molto bene a loro contatto. E oltretutto i bambini hanno svolto bene la consegna richiesta. Per svolgere questa attività è stato scelto di dedicare un po’ più di tempo. Alcuni bambini nel rappresentare il loro lavoro hanno avuto alcune difficoltà a causa del loro vissuto”.
E così abbiamo concluso in un fresco sabato pomeriggio di inizio maggio con una festa finale presso la sede del Seneca Cafè: incontro intergenerazionale di conoscenza, gioco e ricca merenda conclusiva tra bambini, famiglie e gli anziani della struttura con i loro familiari.
Ribaltare ruoli e stereotipi, condividere paure, dare spazio a coraggiosi tentativi di far fronte alle proprie difficoltà e alle proprie fatiche e sentirsi meno soli è possibile, basta sperimentarne la possibilità!