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Mese: Maggio 2017

Un’esperienza al CDH

Anche quest’anno abbiamo ospitato alcune studentesse del Liceo Da Vinci di Casalecchio di Reno per l’esperienza di alternanza scuola-lavoro. Non vi raccontiamo niente, perché le loro parole rendono molto bene i bei momenti che abbiamo condiviso qui al Centro Documentazione Handicap.

"Caro lettore,
oggi volevo consigliarti un posto da visitare, non è un parco o un museo ma sono sicura che ti piacerà. In via Pirandello 24 a Bologna, proprio sopra il costoso Conad, c'è un posto, oserei dire quasi magico, dove le differenze si annullano, e tutti diventiamo parte integrante di un puzzle che, tassello dopo tassello, costruisce il Progetto Calamaio. Qui tutti vanno con grande gioia ed entusiasmo. Beh, forse non tutti: Andre, con la positività che lo contraddistingue, ti dirà che mento… ma tu vai al CDH di mercoledì che lui non c'è".
Giulia

 

"Sono stata felice di trascorrere le due settimane di alternanza scuola-lavoro al CDH perché ho potuto vedere un mondo lavorativo a me nuovo. Mi sono divertita molto perché si è creato un buon rapporto sia con gli educatori sia con le persone svantaggiate. È stata un’esperienza che in futuro mi piacerebbe rifare. Ah, dimenticavo! Io e le mie compagne torneremo il prima possibile a trovarvi".
Annalisa

 

"È sconvolgente vedere ritmi diversi dai nostri, più lenti, più noiosi a volte, ma è ancora più sconvolgente accorgersi che ci sono tante cose che con i ritmi frenetici delle nostre giornate non cogliamo. Che sia una parola o un sentimento, un passo in avanti o un dito sul foglio, un battito di ciglia o un sorriso, una risata o un silenzio, indecisione o paura, dolore, ricordi… tante piccole cose che non si vedono ma che bisognerebbe che tutti noi imparassimo a cogliere. Per vivere meglio. Per vivere bene. Per vivere in un mondo umano. È sconvolgente come le cose e le idee possano cambiare nel giro di due settimane, come tu possa entrare in un modo e uscire in un altro, come ogni cosa e ogni persona possa essere rivalutata…persino un'esperienza. Spesso ci si scherza sopra, spesso, una volta usciti, quel mondo non ti appartiene più; a volte però la vita, oltre che metterti davanti alle difficoltà, ti mette davanti alla realtà ed è utile umanamente, ma non solo; è utile perché ti fa incontrare persone stupende, persone che lavorano per gli altri e non dietro uno sportello o dietro una cattedra ma al loro fianco, persone che hanno affrontato la vita in modo diverso e che sono un grande esempio, che possiedono qualità e sensibilità che vanno oltre all’uso delle gambe o delle braccia, ma che parlano col cuore e arrivano al cuore…anche in poco tempo…anche in dieci giorni. E a me sono arrivati. Ho iniziato quest’esperienza come un progetto scolastico obbligatorio, ho cambiato idea giorno dopo giorno, ora dopo ora e ad oggi posso dire che è stata una delle esperienze più belle che abbia mai fatto, è un'opportunità che va colta e va data a tutti. Per questo io vi ringrazio".
Elisabetta

"Posso assolutamente affermare che questa alternanza è stata davvero speciale per me. Essere tutti i giorni a contatto con persone come loro mi ha fatto capire quanto sia importante la vita e come anche solo un piccolo gesto, ad esempio un sorriso o una parola, ti possa far cambiare prospettiva su tutto! Amo conoscere persone nuove e aiutarle in caso di bisogno perciò trovo che sia stata un’esperienza assai utile ed unica"!
Alessia

 

"Durante il progetto di alternanza scuola-lavoro sono stata ospitata per due settimane dalla cooperativa Accaparlante al pilastro. Un ambiente fantastico, pieno di lavoro e collaborazione. Per me è stata una bella esperienza che rifarei assolutamente".
Helen

Un’animazione molto speciale

Venerdì 5 maggio abbiamo fatta un’animazione all'asilo nido Spazio La chiocciola "un luogo accogliente dove le mamme, i papà e i loro bambini vengono ascoltati e sostenuti."

I bambini erano molto piccoli, 1 o 2 anni.

Come prima attività la presentazione! Io e Robbi avevamo due pupazzi: un ippopotamo io, un riccio lui.

Tiziana e l'ippopotamo Reginalda
Il mio ippopotamo si chiamava Reginalda e parlando con una voce strana – perchè so che ai bambini piacciono le voce camuffate – mi sono presentata e ho coinvolto i bambini che erano molto interessati ai due pupazzi.

Dopo la presentazione abbiamo cercato delle parole magiche per aprire la custodia da cui è uscita la nostra mitica chitarra. Abbiamo cantato la nostra canzone "C'era una volta" poi abbiamo letto L'onda di Suzy Lee, un silent book che ci ha trasportato al mare.

Manu, devo ammettere, è stata molto brava perché io, per esempio, nonostante abbia tanta fantasia non sarei riuscita a inventare una storia con un libro solo con le immagini. I bambini sono stati molto attenti.                       

Emanuela legge L'onda di S. Lee

A un certo punto un bambino ha indicato la mia carrozzina e ha detto: Ma è una bicicletta? In quel momento ci siamo guardati, con i miei colleghi, e abbiamo avuto la conferma di quanto sia importante permettere ai bambini di potersi approcciare alla disablità in maniera spontanea e libera.

Non servono tante parole, è l'incontro che può cambiare la percezione: una carrozzina diventa una bicicletta. A quel punto ho invitato i bambini ad avvicinarsi, a toccare e a scoprire i tanti segreti della mia carrozzina.

Che strana bicicletta…

Come terza attività siamo partiti con il trenino Arturo. Io ero la Signora Locomotiva e i bambini i vagoncini. Abbiamo superato difficoltà e visitato vari paesi tra cui quello del solletico, quello delle puzze e quello degli sbadigli. Durante il viaggio Robby ha detto: Chi vuole salire sulla Signora Locomotiva? Un bambino di nome Massimo è venuto volentieri in braccio a me. Questa cosa mi ha reso molto felice.

La Signora Locomotiva

Far incontrare la disabilità a bambini così piccoli è una sfida interessante!

Al Progetto Calamaio le sfide piacciono e sappiamo bene che si possono vincere solo insieme. Per questo, da tanti anni, giriamo l'Italia per incontrare, ovunque ci chiamino, bambini e ragazzi di ogni età con i quali condividere la sfida dell'inclusione.

L'equipe al completo!

(Tiziana Ronchetti)

Come si diventa Futuri Maestri?

Amore, guerra, crisi, lavoro, migrazione.

Cinque parole per raccontare il nostro tempo, cinque parole con cui confrontarsi per diventare grandi, guardare al futuro senza paura e fare del mondo un posto migliore.

Così il Teatro ITC di San Lazzaro di Savena (BO) ha pensato di partire per costruire Futuri Maestri, un grande progetto che in questi mesi ha coinvolto a Bologna e provincia oltre 1000 bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni, protagonisti di laboratori, visite e incontri con personaggi del mondo della cultura, dell'associazionismo e dell'informazione, dei veri e propri percorsi di “bellezza partecipata" a partire dal teatro, luogo di incontro e di conoscenza reciproca non solo tra spettatori e artisti ma soprattutto tra persone, cittadine e cittadini.

Anche il Progetto Calamaio è stato chiamato a rapporto dalla Compagnia dell'Argine per incontrare i futuri maestri di domani e insieme ai bambini delle scuole Pezzani e Fornace di San Lazzaro abbiamo scoperto che la conoscenza di tutte queste parole passa per una sesta, altrettanto importante e che per noi le comprende un po' tutte, la parola "diversità".

A spiegarci come ci hanno pensato Tristano, Tatiana, Lucia, gli educatori e gli animatori con disabilità del Calamaio, e Clio, attrice e acrobata di ITC Teatro, che hanno coinvolto la 3D e la 3B delle due scuole in un doppio percorso in due tappe, a partire dalle parole "amore" e "migrazione".

Grazie ai giochi  e ad alcuni esercizi di improvvisazione teatrale abbiamo esplorato con i bambini il significato di queste due tematiche, esortandoli a mettersi nei panni gli uni degli altri e a cambiare il loro punto di vista per scoprire che, come sempre, siamo tutti uguali e diversi, ognuno con i propri limiti e le proprie risorse.

Ecco cosa ci racconta la nostra collega con disabilità Tatiana,che con noi ha condotto molte delle attività proposte:

"Partecipare a questo percorso è stato per me molto divertente e intenso, i bambini, soprattutto alle scuole Fornace, erano tutti estremamente vivaci, il che mi ha stimolato a fare del mio meglio. Ho avuto modo con le mie difficoltà di movimento e di linguaggio di far toccare loro con mano che cosa sono il deficit e l'handicap, la mancanza e la difficoltà, e come quest'ultima si può ridurre, anche solo giocando in un altro modo. Alle Pezzani sono rimasti stupefatti quando Tristano, pallina di carta alla mano, ha spiegato loro che per fare tutti canestro alle volte basta modificare un gioco, cambiare le regole, e per esempio, avvicinare il cestino. Cestino vicino? Un punto! Cestino lontano? Due! E così via.

Mi sono piaciute molto anche le attività teatrali in cui ci ha coinvolti Clio. Dalla buffissima "guerra delle vocali" con "pace delle consonanti" ai giochi di improvvisazione collettiva, dove ognuno di noi aveva un ruolo preciso nella rappresentazione di qualcosa e nessuno veniva escluso. Il mio momento di gloria ammetto di averlo avuto quando una bimba è scoppiata a piangere perché un compagno le aveva rubato una battuta o, per meglio dire, un suono. Per rassicurarla è bastato farla sedere sulle mie gambe per un bel giro in carrozzina a tutta velocità! Mi sono sentita utilissima e sentirla rilassarsi accanto a me è stata una bella emozione.

Lo stesso alle scuole Fornace dove bambini che venivano da tanti paesi del mondo hanno imparato a conoscersi meglio tra loro attraverso il cibo, scoprendo quanti pani diversi ci sono solo in Italia e quanti bolognesi provengono in realtà da altre regioni. Alla fine abbiamo provato anche a comunicare senza parlare, dividendoci a coppie per invitarci a merenda. Si sono ritrovati tutti nella mia condizione e per farci capire abbiamo fatto tutti la stessa fatica. 

Ringrazio tutti per l'abbraccio nuvola che mi avete regalato alla fine del percorso, una vera emozione, e ai futuri maestri di domani dico: siate curiosi, giocate, non abbiate paura e non giudicate, è così che si diventa grandi e si costruisce una cultura di pace!".

E voi, che cosa trasmettereste ai Futuri Maestri di domani?