Come si diventa Futuri Maestri?

Amore, guerra, crisi, lavoro, migrazione.
Cinque parole per raccontare il nostro tempo, cinque parole con cui confrontarsi per diventare grandi, guardare al futuro senza paura e fare del mondo un posto migliore.
Così il Teatro ITC di San Lazzaro di Savena (BO) ha pensato di partire per costruire Futuri Maestri, un grande progetto che in questi mesi ha coinvolto a Bologna e provincia oltre 1000 bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni, protagonisti di laboratori, visite e incontri con personaggi del mondo della cultura, dell'associazionismo e dell'informazione, dei veri e propri percorsi di “bellezza partecipata" a partire dal teatro, luogo di incontro e di conoscenza reciproca non solo tra spettatori e artisti ma soprattutto tra persone, cittadine e cittadini.
Anche il Progetto Calamaio è stato chiamato a rapporto dalla Compagnia dell'Argine per incontrare i futuri maestri di domani e insieme ai bambini delle scuole Pezzani e Fornace di San Lazzaro abbiamo scoperto che la conoscenza di tutte queste parole passa per una sesta, altrettanto importante e che per noi le comprende un po' tutte, la parola "diversità".
A spiegarci come ci hanno pensato Tristano, Tatiana, Lucia, gli educatori e gli animatori con disabilità del Calamaio, e Clio, attrice e acrobata di ITC Teatro, che hanno coinvolto la 3D e la 3B delle due scuole in un doppio percorso in due tappe, a partire dalle parole "amore" e "migrazione".
Grazie ai giochi e ad alcuni esercizi di improvvisazione teatrale abbiamo esplorato con i bambini il significato di queste due tematiche, esortandoli a mettersi nei panni gli uni degli altri e a cambiare il loro punto di vista per scoprire che, come sempre, siamo tutti uguali e diversi, ognuno con i propri limiti e le proprie risorse.
Ecco cosa ci racconta la nostra collega con disabilità Tatiana,che con noi ha condotto molte delle attività proposte:
"Partecipare a questo percorso è stato per me molto divertente e intenso, i bambini, soprattutto alle scuole Fornace, erano tutti estremamente vivaci, il che mi ha stimolato a fare del mio meglio. Ho avuto modo con le mie difficoltà di movimento e di linguaggio di far toccare loro con mano che cosa sono il deficit e l'handicap, la mancanza e la difficoltà, e come quest'ultima si può ridurre, anche solo giocando in un altro modo. Alle Pezzani sono rimasti stupefatti quando Tristano, pallina di carta alla mano, ha spiegato loro che per fare tutti canestro alle volte basta modificare un gioco, cambiare le regole, e per esempio, avvicinare il cestino. Cestino vicino? Un punto! Cestino lontano? Due! E così via.
Mi sono piaciute molto anche le attività teatrali in cui ci ha coinvolti Clio. Dalla buffissima "guerra delle vocali" con "pace delle consonanti" ai giochi di improvvisazione collettiva, dove ognuno di noi aveva un ruolo preciso nella rappresentazione di qualcosa e nessuno veniva escluso. Il mio momento di gloria ammetto di averlo avuto quando una bimba è scoppiata a piangere perché un compagno le aveva rubato una battuta o, per meglio dire, un suono. Per rassicurarla è bastato farla sedere sulle mie gambe per un bel giro in carrozzina a tutta velocità! Mi sono sentita utilissima e sentirla rilassarsi accanto a me è stata una bella emozione.
Lo stesso alle scuole Fornace dove bambini che venivano da tanti paesi del mondo hanno imparato a conoscersi meglio tra loro attraverso il cibo, scoprendo quanti pani diversi ci sono solo in Italia e quanti bolognesi provengono in realtà da altre regioni. Alla fine abbiamo provato anche a comunicare senza parlare, dividendoci a coppie per invitarci a merenda. Si sono ritrovati tutti nella mia condizione e per farci capire abbiamo fatto tutti la stessa fatica.
Ringrazio tutti per l'abbraccio nuvola che mi avete regalato alla fine del percorso, una vera emozione, e ai futuri maestri di domani dico: siate curiosi, giocate, non abbiate paura e non giudicate, è così che si diventa grandi e si costruisce una cultura di pace!".
E voi, che cosa trasmettereste ai Futuri Maestri di domani?
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