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Autore: Progetto Calamaio

Iniziamo l’anno con Cultura Libera Tutti!

Che cosa accomuna la disabilità a un’opera d’arte contemporanea? Come metterci in relazione con qualcosa o con qualcuno che non conosciamo e che ci appare incomprensibile? Che cosa pensiamo quando usiamo la parola “diversità?”.

Domande e lenti di ingrandimento con cui il Progetto Calamaio scende di nuovo in campo, per parlare e soprattutto per fare cultura accessibile nei musei, a teatro e a scuola.

Questa volta è toccato agli educatori e animatori con disabilità Andrea, Emanuela, Marco e Rossella, Sandra e Lorenzo, che hanno incontrato due classi di quinta elementare della scuola primaria A. Fresu di Villanova di Castenaso insieme agli educatori museali del museo MAMbo di Bologna, nell’ambito del progetto Cultura Libera Tuttti.

Un percorso interdisciplinare che da anni utilizza il patrimonio culturale per rimuovere barriere fisiche, psicologiche e pregiudizi, favorendo l’inclusione, stimolando la creatività e l’espressione personale.

Il primo incontro si è svolto per l’appunto presso il museo MAMbo: Andrea e Rossella, animatori con disabilità co-conduttori del percorso, si sono avvicinati, insieme ai bambini, a opere d’arte contemporanea interattive, “opere che – raccontano i conduttori – si potevano toccare in alcune parti o che si illuminavano alla pressione di un pulsante o addirittura ci si poteva addentrare per poi essere tu stesso parte dell’opera d’arte”.

Insieme ad Andrea e Rossella anche gli educatori Emanuela e Marco, Sandra e Lorenzo, e le educatrici del Mambo: Ilaria e Maria Anna, che hanno accompagnato le classi a riflettere sulle forme e i contenuti della collezione permanente, a trovare legami e collegamenti con la relazione con la disabilità, fino a invitarli a esprimersi come artisti partecipando ad un gioco che metteva al centro l’uso dei sensi.

“Ben presto i bambini – raccontano Andrea e Rossella – si sono accorti che all’appello mancava qualcuno. Eravamo noi che non potevamo svolgere la stessa esperienza se non grazie all’utilizzo di piccoli aiuti: un rialzo per poter disegnare, un oggetto da percepire più vicino e accessibile. Il gioco ha così portato i bambini a ragionare insieme sulle nostre diversità per affrontare certe azioni in un modo un po’ diverso dal solito.

Il secondo incontro, svoltosi una settimana dopo presso la loro scuola, collegandosi alla visita al museo, si è soffermato su due temi apparentemente distanti tra loro, l’arte e la diversità e sulle reazioni che di solito le persone hanno verso di essi”.

Come si collegano questi due concetti? Come l’ opera d’arte può suscitare nell’osservatore confusione, dubbio, incomprensione e talvolta disgusto così anche la diversità può allo stesso modo provocare timore, incertezza e soggezione nelle persone che la incontrano. La non conoscenza, l’ignoranza, portano inevitabilmente a sviluppare un pregiudizio nei confronti di quello che non si conosce o non si vuole conoscere.

È attraverso la curiosità, la voglia di conoscenza e di approfondimento che l’opera d’arte, così come ciò che è diverso, si svelano per il loro reale significato e diventano gradualmente comprensibili. Non suscitano più paura e dubbio ma diventano chiari e definiti; anzi, più ci si addentra al loro interno, più si trasformano in una fonte di ricchezza, consolazione, divertimento e consapevolezza.

“Per questi motivi – concludono Sandra, Lorenzo, Emanuela e Marco– è di fondamentale importanza che le attività di gioco e i temi trattati dell’inclusione e della diversità nelle scuole vengano affrontati direttamente da persone che vivono quotidianamente la propria disabilità come una forma di diversità: sono loro in prima persona che devono promuoverla, svelando ogni aspetto, positivo e negativo e fugando così l’indifferenza o addirittura l’odio che ancora troppo spesso si instaurano in ciò che non conosciamo”.

Nicola Spezia, Andrea Mezzetti, Rossella Placuzzi ed Emanuela Marasca

Una Storia di Natale

Oh! Che gioia! Cosa c’è di più bello di una fiaba da leggere sotto l’albero?

Se poi a scriverla ci ha pensato uno come Ermanno Morico, il divertimento è assicurato!

Ermanno, animatore con disabilità del Progetto Calamaio e scrittore, è infatti autore di uno spassosissimo libro di fiabe per bambini dal titolo “Il gErmanno Reale e altre storie”, edito da Accaparlante e illustrato da Stefania Baiesi.

Da questa raccolta il nostro avventuriero, così come lui ama definirsi, estrae una Storia di Natale ironica, dolce e travolgente che vi porterà direttamente in Lapponia, per incontrare chi lo avete già capito…

Tanti auguri e buon 2020 a tutt*!

In Lapponia, su un igloo in mezzo alla neve dove fa molto freddo, c’era un ragazzo di nome Ivo, che si era perduto e non sapeva dove andare. Così si chiese tra sé e sé,   guardando il cielo e inginocchiandosi su una larga lastra di ghiaccio: “Signore che cosa devo fare?”.

In quel momento passarono quattro renne con a bordo di una slitta un signore, con una lunga barba bianca e un mucchio di pacchetti regali da portare ai bambini, custoditi in un grande sacco di iuta. Era Babbo Natale in persona, che vedendo il ragazzo inchiodò la slitta e chiese: “che ci fai tu qui?”, lui rispose “sono solo e non so dove andare! Mi son perso!”. Babbo Natale non esitò a dirgli: “Salta su…mi potresti dare una mano con i regali di Natale, sai in due è meglio che one!”.

Il ragazzo saltò sulla slitta e..Hop! Dopo alcuni versi di Babbo Natale per incoraggiare le renne a prendere il volo, le renne iniziarono a scalpitare e a braitare come fossero tanti piccoli ruttini e così presero il volo.

Ivo era emozionato e dall’alto gli mancava il fiato, gli sembrava di toccare le stelle con un dito.

Non poteva credere di essere proprio sulla slitta del famoso Babbo Natale in persona, che tutti i bambini aspettano la notte di Natale. Ivo accompagnò in questo lungo viaggio Babbo Natale per consegnare i regali in giro per tutto il mondo, a chi ne ha più bisogno, in terra, sui grattacieli di New York, nel deserto, nelle montagne, sulle coste marine, nei paesi caldi, nei paesi freddi, un po’ di qua e un po’ di là… dappertutto, senza tralasciare nessun bambino.

Consegnarono un mucchio di pacchetti grandi e piccini alle famiglie, ma fecero anche molta fatica per viaggiare nelle case, sulle colline, sulle montagne e nelle campagne.

Quando finirono di consegnare fino all’ultimo pacchetto era ormai quasi mattina. Babbo Natale allora consegnò un regalo anche a Ivo, era un albero piccolino dentro a un vaso e gli disse: “questo albero è per te, mi raccomando abbine cura, innaffialo due volte alla settimana e vedrai che ogni anno il giorno di Natale fiorirà, così ti ricorderai di me”. Babbo Natale lo riaccompagnò a casa e Ivo, contento come una Pasqua, tornò subito a sistemare l’alberello sul balcone di casa sua.

 

La mattina di Natale si svegliò e andò subito fuori sul balcone per vedere se all’alberello era accaduto qualcosa… “Oh che meraviglia!!!” esclamò. L’alberello era già fiorito, fiori bianchi, rossi, blu, gialli, viola, sembrava un vero albero di Natale.

In Lapponia dalle sue parti è difficile vedere un alberello fiorito, ma Babbo Natale è magico e lui può tutto.

La gente del villaggio, incuriosita e saputo dell’alberello magico pieno di fiori, accorse da ogni parte del villaggio per vedere questa meraviglia.: “Bòn Nadèl!…Bòn Nadèl!” gridavano tutti in coro, ma proprio in quel momento si sentì in lontananza un forte starnuto : “Ehhh Tciùùù…Ehhh Tciùùù!!!”, tremava tutto il palazzo. Ivo e tutti gli abitanti del villaggio si voltarono e videro che era tornato di nuovo Babbo Natale, un po’ raffreddato e infreddolito, con le sue quattro renne.

In quel momento tutti i fiori dell’alberello si staccarono, spargendosi tutto intorno, tanto da mescolarsi fra loro, nascevano così nuovi fiori: besc, schiaffòn, caress, dùbàll…e chi più ne ha, più ne metta. Persino Babbo Natale si stupì di quell’atmosfera magica: “Ehhh Tciùùù…Eh Tciùùù!!!” con un altro starnuto il polline si sparse per tutta la Lapponia, trasformando il paesaggio innevato in un paesaggio colorato e profumato di primavera. L’ultimo fiocco di neve caduto dal cielo, mimetizzandosi con il polline, si appoggiò sul naso di Babbo Natale e, come di incanto, il raffreddore passò.

Ivo e la sua famiglia e tutti gli abitanti ringraziarono Babbo Natale per aver vissuto il più magico Natale della loro vita in Lapponia, poi tutti lo salutarono con canti e balli.

Babbo Natale poté così riprendere il suo viaggio per le sue meritate vacanze alle “Seychelles”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Accessibile, urbano e naturale. Bentornato Calamaiorto!

Dopo il successo dello scorso anno torna il Calamaiorto, l’orto accessibile su terrazza realizzato dal Progetto Calamaio con i ragazzi del laboratorio socioccupazionale Streccapogn.

Un orto accessibile, urbano e naturale che continua a dare i suoi frutti e ci invita ora ad accogliere una sfida in più: scegliere cosa mettere nel piatto.

Come? Ce lo spiegano qui, con entusiasmo e precisione Lorenzo Baldini, il conduttore del percorso, e Sara Foschi, animatrice con disabilità:

“Da quattro vasi di basilico e prezzemolo, a settembre 2018, è nata l’idea di provare una nuova esperienza, un orto al CDH: il Calamaiorto. Un progetto pionieristico che raggruppa tre caratteristiche per noi fondamentali: accessibile, urbano e naturale. In un anno abbiamo progettato su un terrazzo di circa 100 mq completamente spoglio, iniziando con un momento di immaginazione di “inverdimento” su questo spazio, continuando con basi di orticoltura, storia dell’orto, differenze tra i vari metodi di orticoltura, spesso e volentieri con analisi sulla sostenibilità delle nostre azioni quotidiane, per finire con la realizzazione vera e propria del nostro orto!

L’obbiettivo di questo progetto non era soltanto la crescita dei frutti ma soprattutto le sensazioni e le esperienze che l’orto e la sua cura potevano dare.

Abbiamo raggiunto degli obiettivi, alcuni personali e alcuni di gruppo: lavorare la terra, annaffiare e seminare sono obbiettivi personali che molti di noi hanno raggiunto.

Altri hanno raggiunto obiettivi diversi ma affini, come Sara, che ha tenuto un diario di gruppo, o  Federica che ha toccato le piante e sentito i profumi, Rossella che ha sollevato pesi senza aiuto, Andrea che ha documentato con fotografie e Camilo che è riuscito a controllare e dosare gli strumenti, finendo con Tatiana che non aveva mai toccato la terra né tenuto semi in mano.

Il lavoro di gruppo è stato fondamentale per scoprire che quello di cui abbiamo parlato poteva diventare realtà, osservando la crescita dei semi e delle piantine, il lavoro che stavamo facendo ha così catturato l’attenzione, e organizzandoci, aumentando in turni e aiutandoci reciprocamente nei vari lavori, abbiamo imparato a prenderci le nostre responsabilità nella cura delle piante.

Che cosa succederà quest’anno?

Beh, visto l’entusiasmo che c’è stato abbiamo deciso di portare avanti questo discorso mettendo qualche accento in più sulle abitudini alimentari di ognuno di noi. Cerchiamo tuttavia di non ragionare su tematiche estese legate al rapporto con il cibo o su problematiche come l’obesità etc, ma di ragionare e osservare insieme, mentre lavoriamo e produciamo, se c’è qualcosa che potremmo correggere, quali alimenti potremmo per esempio sostituire e quanti possono essere autoprodotti.

Come primo risultato questo laboratorio infatti ha restituito dei frutti concreti, un vero prodotto alimentare, al di là dell’importante esperienza sensoriale.

Questa volta vogliamo cercare di alzare l’asticella, iniziando spontaneamente a fare il paragone tra l’autoprodotto e il comprato al supermercato e grazie al nostro orto su terrazzo l’abbiamo potuto fare in maniera tangibile, assaporando, per esempio, i ciliegini coltivati da noi e trovando le differenze con gli altri.

Un paragone che abbiamo approfondito anche dal punto di vista energetico. Quanta energia cioè, ci siamo chiesti, abbiamo consumato per arrivare a produrre il ciliegino e quanta invece ne consuma un sistema industriale per arrivare a portare sulla nostra tavola il ciliegino? Abbiamo così approfondito la consuetudine di comprare e consumare e quello che invece può essere un downgrade a un livello non inferiore ma del passato, in termini di tempo, quando era normale autoprodursi certi alimenti.

Il risultato è sempre quello di un miglioramento non solo dal punto di vista qualitativo ma anche di esperienza, il che può portare a un certo grado di autonomia non solo motoria anche in termini di responsabilità e consapevolezza su ciò che mangiamo. Al centro resta il rafforzamento della libertà di scelta della persona, che si sviluppa a cominciare dall’imposizione commerciale per poi tornare a dire: ok, ho capito di cosa stiamo parlando, voglio almeno fermarmi per provare a pensarci e a dire sì o no su una o su un’altra possibilità di acquisto e su quello che mi piace o non mi piace”.

Su le maniche allora e cominciate a progettare, il riposo della terra è un momento prezioso in cui dare forma ai desideri e coltivare nuove idee!

 

 

 

 

Action Painting! Al Calamaio artisti per quattro incontri

Il concetto di arte, si sa, ha varie sfaccettature e può essere applicato in molteplici campi: scrittura, pittura, scultura, fotografia, musica… Si potrebbe dire che nel mondo dell’arte due sono i protagonisti principali, chi fa arte e chi la interpreta, e ai loro occhi, la stessa opera può acquisire innumerevoli significati.

L’arte, inoltre, in tutte le sue declinazioni, può sempre farsi strada all’interno della nostra sfera emotiva e personale e ci fornisce tutto ciò che è necessario per esprimere noi stessi, anche in modi e forme non ancora inventate e sperimentate.

Anche noi del Progetto Calamaio, già nel vivo delle attività in programma quest’anno, abbiamo provato a creare dei pezzi d’arte del tutto originali, cimentandoci in un ciclo di quattro incontri proprio su questo tema.

Ogni incontro si è focalizzato su un periodo artistico e su una determinata tecnica utilizzata da alcuni dei più grandi pittori e disegnatori degli ultimi secoli, partendo dall’Impressionismo, passando attraverso l’Espressionismo, il Surrealismo, l’arte fumettistica, per arrivare, infine, ad approfondire anche lo stretto rapporto che può intercorrere tra musica e pittura.

Ad accompagnarci in questo viaggio nel colore le vite degli autori più noti delle correnti artistiche esplorate, biografie che hanno finito per ispirare ognuno dei partecipanti i quali potevano scegliere la tecnica che più li aveva colpiti e riprodurla a proprio modo.

Così, dal dripping, che prevede di spargere sulla tela macchie di colore in maniera del tutto intuitiva e casuale, siamo arrivati al frottage, che consiste nello strofinare la matita su un foglio posto su una superficie non liscia.

Ed ecco qui che l’arte si è trasformata in un atto comunicativo ed espressivo tutto nuovo, un linguaggio con codici propri capace di sostituirsi a quello comune.

È accaduto anche agli animatori con e senza disabilità del gruppo, che in questo spazio hanno trovato il modo di riconoscere i propri stati emotivi e vissuti interiori, in direzione dello sviluppo della consapevolezza del Sé.

Lo hanno fatto non solo sull’onda del proprio stato d’animo ma attraverso tecniche e strategie pratiche che hanno consentito loro di affrontare i propri limiti e di valorizzare le proprie capacità.

I nostri Andrea e Camilo, animatori con disabilità, hanno avuto un ruolo da protagonisti nella realizzazione di questo laboratorio. Da anni infatti disegnano e dipingono e sono sempre all’erta su tutto ciò che avviene nel mondo dell’arte.

Andrea, per cominciare, ha condotto il primo incontro incentrato sull’Impressionismo e ci ha raccontato di come lui fin da piccolo si sia avvicinato a tale corrente artistica, mostrandoci alcuni dei suoi dipinti, tra cui l’albero dell’immagine che trovate qui in evidenza.

“È stata una vera soddisfazione esporre alcuni dei miei dipinti ai colleghi del CDH, sono felice che siano serviti come modello per ispirarli”, ha dichiarato l’artista…

Camilo ha invece condotto il terzo incontro incentrato sui fumetti, aiutandoci a soffermarci in particolare su alcuni artisti-autori quali David B., Hugo Pratt e Zerocalcare e anche lui ci ha mostrato alcune delle sue ultime fatiche, raccontandoci le modalità in cui è riuscito a realizzarle.

Tutti i partecipanti a fine laboratorio hanno detto la loro e c’è anche chi ha messo sottolineato delle difficoltà di pari passo con il piacere della sperimentazione… È il caso di Tiziana, che ci racconta “Devo dire che ho trovato un po’ di difficoltà a capire quale era il materiale giusto da poter far risaltare e quanto dovevo pressare con la matita colorata, però mi è piaciuto sperimentarlo. È stata una difficoltà divertente e piacevole. Nello svolgere il lavoro mi ha aiutato Manu, e con l’aiuto di Manu è venuto un bel lavoro.  […] Io ho scelto la pittura con gli Acquarelli. Ricordo che ero molto concentrata su di me e ho dipinto di getto quello che mi sentivo nel mio animo. I colori che ho scelto, sono stati il Blu scuro, Nero e Rosso e mi sono ispirata alla canzone “Monna Lisa” di Ivan Graziani, che secondo me rappresentava perfettamente i colori che avevo inserito nel mio quadro”.

Che ne dite, vi sono piaciuti i nostri schizzi?

Per i più curiosi: se la sete d’arte non è stata ancora placata vi invitiamo a non perdere la mostra di Chagall a Palazzo Albergati, visitabile fino all’1marzo 2020. Noi ci saremo!

 

 

 

Un “nuovo” giorno al CDH

L’estate è finita, l’autunno è in corso e così al Centro Documentazione Handicap si torna ad ospitare le classi di ogni ordine e grado con l’iniziativa Un Giorno al CDH.

Questa volta la giornata è stata la prima occasione per mettersi tutti alla prova dopo un mese di formazione ai nuovi animatori con disabilità e di ripasso per i veterani del Progetto Calamaio.

Al momento abbiamo avuto l’onore di ospitare una classe della scuola media dell’Istituto Comprensivo Carchidio- Strocchi di Faenza e la scuola materna Federzoni di Bologna, entrambe molto presenti e disponibili nel mettersi in gioco insieme a noi per conoscere la nostra squadra e quello che facciamo.

Ottima la prestazione degli animatori con disabilità e i ragazzi del servizio civile che si sono cimentati per la prima volta in questi incontri, ma lasciamo ora parlare Federica, animatrice con disabilità e Chiara, volontaria del Servizio Civile Nazionale:

“Tutto inizia velocemente, da entrambe le parti, c’era una grande paura di sbagliare. Federica si sentiva tremare le gambe ed io avevo il batticuore. Quando abbiamo visto quei bambini così piccoli è stata una sorpresa. Sembravano molto timidi, ma noi eravamo più tranquilli di loro perché avevamo animatori ed educatori che di queste esperienze ne avevano già fatte tante.

Per noi è stato un passaggio stupefacente. Al momento dell’animazione le paure si sono sostituite con la magia della storia. Federica, grazie alla voglia di riuscire, si è stupita della velocità con cui ha utilizzato e comunicato attraverso il tablet; ed io mi sono meravigliata di come, quando ti lasci trasportare dalla situazione con purezza, anche l’imprevisto diventa una cosa meravigliosa”.

Ma le emozioni sono forti anche per chi fa queste animazioni da tanti anni, come per Tiziana Ronchetti, animatrice con disabilità del Progetto Calamaio ormai di lunga data, che scrive:

“Oggi io ho narrato il libro “Piccolo blu e piccolo giallo” nel ruolo di narratrice intorno ai bambini. Mi sono sentita emozionata, molto.

Io fin dall’ inizio ho cercato, e credo di esserci riuscita, di rompere il ghiaccio sorridendo allegramente e parlando con la mia collega Sandra. Mi è piaciuto tanto che i bambini si siano sentiti liberi, con la mia vicinanza, di darmi il loro contatto fisico. C’è stato un bambino che era molto coccolone. Quando nella storia i protagonisti hanno fatto il girotondo, io ne ho improvvisato la canzone”.

 

Un Giorno al Cdh è una mattinata che la Cooperativa Accaparlante offre alle scuole di ogni ordine e grado da passare insieme agli educatori e agli animatori con disabilità nella sede del Centro Documentazione Handicap di Bologna. Giochi e laboratori si accompagnano a una visita guidata all’interno delle aree del Centro e alla scoperta della Biblioteca specializzata, del libro in simboli, tattile o senza parole e, naturalmente, della diversità.

La proposta è gratuita per le prime 5 prenotazioni. Ancora 2 i posti disponibili, affrettatevi!

L’ARIA STA CAMBIANDO. Il Calamaio alla giornata per il pianeta

Nel giorno dedicato allo sciopero globale per i cambiamenti climatici, anche noi del Progetto Calamaio/Centro Documentazione Handicap di Bologna abbiamo fatto sentire la nostra voce.

Venerdì 27 settembre 2019 è avvenuto il terzo sciopero globale portato avanti da milioni di ragazzi sparsi per le principali città del globo, sull’esempio dell’attivista svedese con disabilità Greta Thunberg, per focalizzare l’attenzione pubblica sul sostegno del pianeta, sullo sfruttamento delle risorse terrestri e sull’inquinamento che stanno modificando anche la nostra vita quotidiana.

Una giornata che ci ha visti in prima linea, carrozzine comprese, il che, pur con qualche difficoltà, non ci ha di certo impedito di partecipare a questo momento così importante e prendere la nostra posizione.

Ecco come è andata:

Partecipare allo sciopero sul clima e alla manifestazione che si è svolta tra le vie del centro di Bologna, partendo da piazza San Francesco per arrivare in piazza Verdi, non è stato del tutto agevole e semplice. Il totale degli animatori con disabilità era di 11, di cui ben 10 in carrozzina, manuale o elettrica. L’organizzazione tra gli educatori, i volontari del servizio civile e gli animatori del CDH era stata già pensata da diversi giorni, a partire da come raggiungere il centro città, modificando il solito percorso dei trasporti o organizzandosi tramite mezzi pubblici. Infatti, alcuni di noi hanno preso l’autobus (per la prima volta!) dalla nostra sede mentre la maggior parte ha usufruito dei trasporti della pubblica assistenza.

Una volta incontrati in piazza San Francesco, abbiamo iniziato a seguire il corteo, o, per meglio dire, rincorrere, dato che era già partito lungo via Marconi. Tagliando per qualche stradina siamo riusciti a ricongiungerci al gruppo e da lì in poi abbiamo manifestato tutti insieme: la foto che vedete all’inizio dell’articolo ci è stata scattata in piazza dei Martiri.

Tutto il gruppo era emozionato nel partecipare alla manifestazione, per alcuni di loro questa esperienza è stata del tutto nuova.

Gli educatori hanno pensato a vari punti dove potersi fermare per brevi pause ma non ce n’è stato bisogno: le esitazioni nel nostro cammino sono state infatti poche e tutti noi siamo riusciti a raggiungere piazza Verdi, venendo trascinati dall’entusiasmo della folla. Qui, ci siamo concessi una lunga pausa, circondati da centinaia e centinaia di persone e da cartelloni, urla, voglia di farsi sentire. Siamo stati orgogliosi di poter contribuire ad una causa così importante. La nostra presenza qui era fondamentale perché i cambiamenti climatici riguardano ogni singolo individuo sulla terra.

La speranza è sempre la stessa: far emergere la nostra voce, insieme a quella di milioni di altre persone, senza che riecheggi nel vuoto”.

Andrea Mezzetti e Nicola Spezia

I momenti di condivisione collettiva, si sa, sono sempre una grande fonte di energia, una spinta a fare meglio. A volte però queste occasioni si riducono a eventi sporadici.  Il cambiamento climatico però non ce lo permette più, deve essere  tema al centro della nostra quotidianità. Ma cosa possiamo fare?

Come possiamo aiutare il nostro pianeta nella vita di tutti i giorni?

Gli animatori con disabilità del Progetto Calamaio provano a rispondervi in concreto con un piccolo decalogo da tenere a mente durante i vostri viaggi e le vostre vacanze:

DECALOGO DEL VIAGGIATORE-TURISTA RESPONSABILE E SOSTENIBILE 

1.   Conoscere la comunità ospitante

2.   Conoscere usi e costumi

3.   Rispettare le religioni

4.   Mangiare cibi tipici del luogo

5.   Informarsi sulle leggi del paese

6.   Conoscere la cultura locale

7.   Informarsi sui mezzi di trasporto e luoghi accessibili

8.   Comprare souvenirs dagli artigiani del posto

9.   Alloggiare in case, alberghi e strutture che favoriscono l’economia del luogo

10.   Rispettare l’ambiente

 

Che ne dite, cominciamo?

 

IL KIT PER UNA BUONA INCLUSIONE. Il Calamaio incontra gli insegnanti 0-6 anni del distretto di San Lazzaro

Amiche e amici, il Calamaio, come sapete, è ufficialmente tornato in azione.

Lo ha fatto cominciando in grande stile, con una formazione plenaria rivolta agli educatori ed insegnanti (0-6 anni) del distretto di San Lazzaro di Savena (BO), lo scorso 4 settembre 2019, nell’ambito del Progetto FARE 2 (Formazione, azione, rete, energia) per l’anno scolastico 2019-20.

A incontrarli c’erano i nostri Luca Cenci e Tatiana Vitali, insieme a Giovanna Di Pasquale, pedagogista e presidente della Coop. Accaparlante.

Un momento di scambio ricco di suggestioni e di stimoli in cui abbiamo riflettuto sugli ingredienti di base della pedagogia rivolta ai contesti inclusivi e sugli strumenti di lavoro che possono accompagnarci nei primissimi anni di scuola, per andare a pescare proprio là, in quegli istanti in cui dentro di noi cominciano a farsi strada concetti e parole, a volte troppo difficili da decifrare.

Tatiana, animatrice con disabilità del Progetto Calamaio e dott.ssa in Scienze della Formazione con tanto di Master, ha dato il meglio di sé con Luca, soffermandosi su “La CAA come strumento per l’inclusione: pluralità e creatività dei linguaggi”.

Un vero e proprio kit per una buona inclusione, di cui Tati ci racconta ora qui qualcosa in più con un assaggino della giornata trascorsa e una punta di emozione ancora in circolo… C’erano infatti più di duecento persone!!

Quale miglior ritorno al lavoro se non una formazione a quasi duecento tra educatori ed insegnanti 0-6 anni? Così, in quel di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, siamo entrati subito carichi… Dopo un’introduzione fatta dalla nostra collega pedagogista Giovanna Di Pasquale sulla didattica inclusiva io ed il mio collega educatore Luca Cenci ci siamo occupati di raccontare ai numerosi presenti cosa è la Comunicazione Aumentativa Alternativa e come la utilizziamo noi del Gruppo Calamaio sia per la costruzione di libri in simboli, sia come attività laboratoriali sulla cultura accessibile da proporre alle scuole. Tra le altre cose abbiamo raccontato il laboratorio con le scuole medie Saffi, nello specifico il progetto “Il libro modificato. Per una didattica dell’inclusione”. In particolare il percorso che ha coinvolto i ragazzi delle classi terze ci ha portato a riflettere sul contesto in cui vivono per poi raccontarne possibilità e difficoltà, desideri e paure, utilizzando il linguaggio in simboli, un modo per rendere più accessibile la scrittura e lettura per persone che hanno difficoltà di comprensione di diverso tipo.

Poi abbiamo presentato il progetto PariMenti e il progetto Storie x Tutti.

Devo ammettere che nonostante siano tanti anni che facciamo formazione eravamo piuttosto emozionati vista la portata del pubblico. Comunque ci siamo messi subito a nostro agio e siamo partiti parlando di Librarsi, il laboratorio permanente di produzione di libri in simboli. Poi dopo un racconto sulla CAA li abbiamo fatti giocare un po’, chiedendo loro di indovinare delle frasi solo leggendo i simboli. Questo li ha fatti divertire molto e ha modificato l’atmosfera da formazione frontale divenendo un simpatico botta e risposta.

Mi piace sempre molto quando faccio formazione, credo sia importante riuscire a portare visibilità alle tante cose che facciamo e riuscire a raccontare in modo creativo le attività che svolgiamo al nostro interno.

Per concludere posso dire che credo sia andata molto bene e che abbiamo lasciato una bella macchia che, siamo convinti, insegnanti e educatori trasmetteranno ai bambini delle loro classi!”.

 

 

 

Progetto Calamaio? Si torna a scuola!

Carissime e carissimi,

bentrovati e bentornati alle vostre attività!

Come vedete il Progetto Calamaio è già  pronto a cominciare con la solita energia una nuova “stagione 2019/20”. Il grill di partenza, come direbbe il nostro Mario Fulgaro, è già fissato per il 10 settembre a Palazzo Re Enzo, dove, dalle ore 10 alle ore 17, si terrà un Open Day con tanto di banchetto promozionale per informare tutti sui progetti che saranno svolti nelle scuole.

L’Open Day si intitola “Cosa abbiamo in comune” (il che ci piace molto) e nasce per presentare a insegnanti, educatori e dirigenti l’offerta formativa del Comune di Bologna e della rete educativa.

Nell’attesa di incontrarvi e di rivedere tanti colleghi e facce amiche, vi ricordiamo che gli educatori e gli animatori con disabilità del Calamaio sono sempre disponibili a raggiungervi in tutta Italia e non solo per continuare ad alimentare insieme lo sviluppo di una scuola e di una cultura inclusive.

QUI le nostre proposte didattiche ed educative per l’anno scolastico 2019/20 rivolte a studenti, genitori, operatori e insegnanti.

Tra le novità anche il laboratorio di orti urbani accessibili  Calamaiorto e Storie Per Tutti, letture ad alta voce dai 3 agli 8 anni, accompagnate da diversi modi di leggere e di ascoltare, per consentire anche ai bambini con disabilità sensoriali o difficoltà di lettura e di apprendimento, e ai bambini migranti che non conoscono ancora bene la lingua italiana, di fruire della magia del racconto.

Se vi abbiamo incuriosito non esitate a contattarci a calamaio@accaparlante.it.

Le prime 5 classi prenotate avranno l’occasione di passare gratuitamente Un giorno al Cdh! Una mattinata di giochi e laboratori, una visita guidata tra gli spazi del Centro Documentazione Handicap di Bologna alla scoperta della Biblioteca specializzata, del libro in simboli, tattile o senza parole.

Nell’attesa di incontrarci presto, vi salutiamo ora con i versi di una Maestra. Sono le parole che l’insegnante Maria Rosa Trombetti della Scuola Materna Fantini ha dedicato a Ermanno Morico, storico animatore con disabilità del Progetto e scrittore di fiabe, autore dell’ormai celebre “Il gErmanno reale e altre storie”

 

Ermanno/hai rimesso le carte nel mazzo/di nuovo hai ripreso a giocare/con nuove cose da fare e da dire/con pezzi di sogni da ricostruire.

 Ti scopri inventore di parole leggere/di favole vere/Con linguaggio profondo/racconti che c’è speranza nel mondo.

[…]

Continua a scrivere e a raccontare/per gli occhi di bimbi che ti stanno a guardare/con loro ridi/ lavori/ ti metti a giocare.

Nasce stupore/ la confusione presto si espande/cresce la gioia, diventa grande/un’emozione intensa e sincera/lascia una traccia sottile e leggera.

[…]

Buon anno scolastico a tutti!

 

Per ulteriori informazioni sul progetto, le formazioni e i singoli percorsi:

Sandra Negri (Coordinatrice Progetto Calamaio)- sandra@accaparlante.it

Tel. 051.6415005 – Cell. 349.2481002 (dalle ore 9.30 alle ore 15.30)

Coop. Accaparlante – Via Pirandello 24,  40127 Bologna

 

 

Nonno, raccontami una storia! I bambini di Crevalcore incontrano il Seneca Café

Cosa c’è di più bello del mettere in relazione storie e età differenti?

Quanto i racconti e le esperienze dei nostri nonni ci hanno accompagnato e continuano ad accompagnarci nell’incontro con le sfide e le sorprese che la vita ogni giorno ci propone?

A volte, abbiamo scoperto, ci sono alcuni nonni che perdono le parole qua e là, che non si ricordano più tutto quello che hanno fatto da giovani, che durante il giorno perdono il bastone, l’ombrello e il borsellino. Questi nonni però non hanno smesso di vivere, sono persone che ancora sanno farci sorridere e commuovere, che hanno molte cose da dirci e da insegnarci. 

È successo nell’incontro tra il Progetto Calamaio, il Seneca Café e il Comune di Crevalcore. Una collaborazione nata nel 2012 dalla volontà di creare esperienze e spazi di incontro fra anziani in condizione di fragilità (con demenze senili, Alzheimer, non autosufficienti) e bambini della scuola primaria del territorio.

Un progetto impegnativo? Niente paura! Ecco gli animatori del Calamaio partire, ancora una volta, verso la piccola città emiliana, con zaino in spalla e tanta allegria, per farsi protagonisti insieme ai bambini e agli insegnanti di cinque incontri guidati dalle parole dei libri, che sempre ci aiutano a ritrovare i vocaboli e a affrontare temi difficili come la diversità, l’accoglienza, la pluralità di espressione e dei linguaggi.

Così quest’anno con la classe terza della scuola primaria “Gaetano Lodi” di Crevalcore abbiamo scelto il testo “Le parole scappate” della scrittrice e illustratrice Arianna Papini, che narra i due punti di vista su ciò che accade nel mondo esterno e dentro di sé di un bambino dislessico e della sua nonna malata di Alzheimer e descrive, in un dialogo silenzioso, la relazione tra i due protagonisti.

Tiziana è stata l’animatrice con disabilità protagonista del percorso a scuola dove abbiamo utilizzato strumenti quali la lettura del testo, attività sensoriali, associazioni di idee, giochi interattivi e il confronto con i bambini. Il nostro obiettivo era quello di introdurre un tema così delicato come la dislessia e la malattia con lo strumento del racconto della relazione tra il bambino e la sua nonna, per trattare così in modo libero e approfondito il tema della difficoltà, del limite, ma anche della possibilità, del pensiero divergente, della diversità come ricchezza e valore aggiunto.

Scrive Tiziana:

“L’ultimo incontro è stato pochi giorni fa. Prima di partire io e Patty ci siamo divisi i compiti. Io ho svolto l’attività iniziale e Patty quella centrale. Tristano è venuto al posto di Lorenzo perché Lorenzo quel giorno era assente. I bambini così hanno conosciuto un altro mio collega. E in questo modo è iniziato il nostro ultimo incontro a Crevalcore.

La prima attività è stata condotta da me e Tristano.  Tristano quando ha condotto insieme a me l’attività mi ha avvicinato ai bambini. I bambini mi hanno disegnato una loro difficoltà e alcuni bambini l’hanno anche scritta. 

L’attività dei disegni mi è piaciuta perché mi sono sentita vicino a loro. Sono stata molto bene a loro contatto. E oltretutto i bambini hanno svolto bene la consegna richiesta. Per svolgere questa attività è stato scelto di dedicare un po’ più di tempo. Alcuni bambini nel rappresentare il loro lavoro hanno avuto alcune difficoltà a causa del loro vissuto”.

E così abbiamo concluso in un fresco sabato pomeriggio di inizio maggio con una festa finale presso la sede del Seneca Cafè: incontro intergenerazionale di conoscenza, gioco e ricca merenda conclusiva tra bambini, famiglie e gli anziani della struttura con i loro familiari.

Ribaltare ruoli e stereotipi, condividere paure, dare spazio a coraggiosi tentativi di far fronte alle proprie difficoltà e alle proprie fatiche e sentirsi meno soli è possibile, basta sperimentarne la possibilità!

 

Laboratorio “Emozioni e sensazioni… in cucina!” – Aperitivo Calamaio

                                                            

Quando parliamo di emozioni, spesso pensiamo al complesso mondo che ciascuno di noi custodisce dentro di sé. Quanto è difficile esprimerci al riguardo? Le parole, infatti, non sempre rendono l’idea del nostro vissuto interiore, e non bastano quindi a spiegare perché ci sentiamo in un determinato modo.

A tal proposito, il laboratorio Emozioni e sensazioni – condotto da Tristano Redeghieri, educatore e animatore del Progetto Calamaio – che da Aprile si svolge ogni mercoledì mattina al Centro Documentazione Handicap di Bologna, diventa una vera e propria “palestra emotiva e sensoriale”, offrendo la possibilità agli animatori disabili più giovani del nostro gruppo educativo, di allenarsi col “proprio sentire”, provando dunque a “dare un nome” alle emozioni e prima ancora a comprendere come queste possano manifestarsi a livello fisico/corporeo.

I nostri “atleti emotivi” – anche grazie alla preziosa collaborazione dei volontari del Servizio Civile Nazionale e di alcuni tirocinanti – attraverso svariate attività (di rilassamento, meditazione, movimento e simulazioni di scene di vita quotidiana),”scavano a fondo” nella vasta area del non-detto; riflettono sui comportamenti che mettono in atto in questo spazio, ma anche su quelli che sono soliti avere in altri contesti, provando infine a descrivere ciò che sentono, ma non riescono solitamente ad esprimere a voce.

Con il nostro modo di fare e di essere, creativo e giocoso, abbiamo ideato durante uno degli incontri un’ attività molto particolare: una sorta di “cucina delle sensazioni”, mettendoci alla prova nella preparazione di un delizioso aperitivo.

Ci siamo divisi in piccoli gruppi, a ciascuno dei quali corrispondeva un compito ben preciso: c’è chi si è adoperato nella supervisione del lavoro, chi si è occupato della preparazione delle bruschette e dello spritz e chi si è improvvisato addetto al servizio.

Obiettivo dell’attività era quello di capire come ci si sente quando si opera in autonomia o si sperimenta qualcosa per la prima volta, ma anche quando si chiede aiuto a qualcuno.

Infine eccovi una restituzione dell’incontro “Emozioni e sensazioni… in cucina!”. Ringraziamo, l’educatore, Marco Sarti per la creazione e il montaggio del video.

“È stato molto bello per il fatto che mi sono sentito utile per gli altri, il mio compito era quello di staccare i pomodorini e metterli nella ciotola, gli altri invece hanno tagliato il pane, i pomodorini, aperto il tonno e poi composto le bruschette. Mi sono sentito bene perché di solito sono io che vengo aiuto a fare delle cose, mentre in questo caso sono stato proprio io a dare una mano agli altri. Ho capito che a modo mio posso essere pratico, che riesco a svolgere lavori i in cui non pesavo di riuscire per via delle mie difficoltà, molto importante però è anche sapere quando chiedere aiuto nei momenti opportuni.”

Diego Centinaro, animatore del Progetto Calamaio

A volte le parole non bastano.

E allora servono i colori.

E le forme.

E le note.

E le emozioni.

Alessandro Baricco