Conoscere il libro accessibile
Nelle scorse settimane abbiamo svolto due incontri con le classi seconde delle Scuole Medie Saffi. In particolare, il percorso che ha coinvolto i ragazzi ci ha portato a riflettere sul contesto in cui vivono per poi raccontarne possibilità e difficoltà, desideri e paure, utilizzando il linguaggio in simboli, un modo per rendere più accessibile la scrittura e lettura per persone che hanno difficoltà di comprensione di diverso tipo.
Durante gli incontri, condotti dagli animatori del Progetto Calamaio, i partecipanti hanno potuto conoscere il mondo dei libri accessibili e, nello specifico, hanno imparato a utilizzare il programma Symwriter attraverso cui è possibile scrivere testi in simboli e a costruire di un libro tattile.
Ecco le testimonianze e le sensazioni di Sara e Tiziana, le animatrici coinvolte nel percorso:
Sara. Ieri mattina, io e i miei colleghi Tiziana, Marco e Luca abbiamo condotto, presso il CDH, il secondo incontro sul “Libro modificato” con le seconde classi delle Scuole Medie Saffi.
Nella prima parte dell’incontro, abbiamo proseguito il lavoro di costruzione del libro tattile, dividendoci in piccoli gruppi; nella parte successiva, per ogni gruppo è stato scelto un rappresentante che ha motivato la scelta del titolo ed esposto il contenuto.
In seguito, la mia collega Tiziana ha spiegato cos’è SymWriter, un programma per persone che hanno difficoltà nella lettura.
Infine, abbiamo giocato a “Indovina la frase”: avevamo delle frasi senza parole, contenenti solo simboli. I ragazzi si sono messi in gioco e sono stati molto abili ad indovinare.
L’incontro con la seconda classe si è svolto con le stesse modalità.
Si è rivelata un’esperienza molto positiva che rifarei assolutamente.
Tiziana. Martedi scorso, io e i miei colleghi Luca, Marco e Sara abbiamo condotto l’ultimo incontro sul “Libro in simboli” a cui hanno partecipato le classi seconde delle Scuole Medie Saffi.
In particolare, ho aiutato due gruppi di studenti nella creazione di un libro tattile, esperienza che ho trovato molto interessante, oltre che stimolante, poiché ho avuto modo di raccontare della mia irrefrenabile passione come traduttrice del linguaggio in simboli e, soprattutto, ho scoperto con grande piacere che i ragazzi erano aperti nella relazione con me.
D’altro canto, mettendomi nei panni di una persona non vedente, ho cercato di dare loro tanti consigli nella creazione di libri che fossero il più possibile accessibili.
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