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DAIMON OF LOVE

Immaginate di fare un salto indietro nel tempo, catapultandovi, magari, all’epoca dell’Antica Grecia, quella di Platone!

E ora pensate un po’ a come potreste sentirvi, se vi trovaste di soppiatto nel bel mezzo di un “simposio”, quel banchetto dove filosofi e pensatori erano impegnati a discorrere del sentimento più controverso e ricercato al mondo… Parliamo ovviamente dell’Amore!

Sarebbe davvero curioso e alquanto improbabile, starete pensando, eppure c’è chi ha avuto modo di provare un’esperienza paradossalmente simile!

Ed è proprio a tal proposito che alcuni animatori del Progetto Calamaio potrebbero raccontarcene delle belle!

Tatiana Vitali, Diego Centinaro, Andrea Mezzetti e Camilo De La Cruz, infatti, ormai da diversi mesi partecipano al percorso interdisciplinare di formazione teatrale e musicale, I Fiori Blu: musicateatro – sesta edizione, curato da Gruppo Elettrogeno Teatro, un progetto rivolto a persone che accedono alle misure alternative alla detenzione, a operatori sociali, persone di diversa età e provenienza, persone con disabilità, studenti e performers.

Così, nel corso di questa esperienza laboratoriale, all’interno di una vera e propria comunità artistica, i nostri pezzi da novanta hanno contribuito alla realizzazione di un bellissimo monologo a più voci, Daimon of love –  andato in onda su Radio Oltre lo scorso 21 Dicembre come restituzione del lavoro realizzato da “I Fiori Blu” – che si ispira proprio al Il Simposio di Platone.

In questa produzione corale ciascun partecipante ha avuto modo di esprimere e interpretare la sua idea di amore, talvolta con ironia, talvolta cantando, talvolta a partire da citazioni, proverbi e luoghi comuni che appartengono sì alla cultura popolare, ma che finiscono poi col riflettersi inevitabilmente nelle vite di ognuno, rafforzando le proprie credenze o addirittura maturandone di nuove.

Ma ora leggete cosa scrivono di questo percorso i nostri “simposiani”:

“Da quest’anno faccio parte della compagnia dei Fiori Blu. All’inizio del laboratorio ci siamo veramente ritrovati come se io fossi sempre stata con loro.

Stiamo imparando a muoverci e a tenere dialoghi e mi piace veramente molto.

Alle volte basta una battuta per darti la carica, nel senso che magari senti un attore che fa una battuta e magari il gruppo senza saperlo ci va dietro e regge il gioco. Piano piano stiamo imparando a staccarci dalla carrozzina perché il Simposio nasce come una cena dove tutti i filosofi erano coricati per terra.

La diretta radiofonica è stata un’anteprima di quello che faremo prossimamente dal vivo. Prepararsi è stato bello: avevamo il nostro copione e per il giorno della restituzione abbiamo imparato a memoria le nostre parti, è stato bellissimo farlo perché ho sentito il supporto di tutti”.

Tatiana Vitali, animatrice del Progetto Calamaio.

“Far parte del gruppo I Fiori Blu significa molto per me perché è un posto dove sono riuscito a trovare la mia dimensione, infatti, la mia passione più grande è la musica, in particolare, il canto. Questo è un ambito dove tiro fuori il meglio di me stesso: riesco a far uscire la mia creatività attraverso la voce e a interpretare al meglio come mi sento. Ma non è solo questo: quando sono nel gruppo mi sento in famiglia. Questa esperienza mi ha arricchito molto perché imparo sempre cose nuove, per esempio, “stare a ritmo” di musica e a seguire le indicazioni del maestro, inoltre, a stare con persone competenti nel canto mi sento stimolato, acquisisco varie conoscenze e competenze.

Ascoltarmi in radio è stato davvero strano, perché mi sentivo un’altra persona però mi sono sentito soddisfatto di come il nostro lavoro è riuscito. Ho trovato che la parte musicale del progetto si sia ben integrata con quella teatrale. È stato davvero interessante. E tutti sono stati davvero bravi. Sono fiero di far parte di questo gruppo “allargato”.

Camilo De la Cruz, animatore del Progetto Calamaio

“Affrontare il tema dell’amore nel percorso è stato molto bello e forte perché di solito faccio molta fatica a parlarne. In questo caso è stato diverso, è stato più semplice perché ciascuno ha espresso la sua idea di amore, e quando io ho detto la mia nessuno mi ha giudicato, mi sono sentito compreso da tutti.

Nella realizzazione del copione per la restituzione radiofonica ho dato il mio contributo, ho dato tutto me stesso e tutto il mio cuore, anche se spesso dico che per me l’amore è difficile. Ascoltarmi mi ha fatto un certo effetto perché non ho mai preso parte ad una trasmissione alla radio. È stato stimolante fare un’esperienza del tutto nuova”.

Diego Centinaro, animatore del Progetto Calamaio.

Potere dell’Amore, potere del Teatro.

A presto con le prossime novità!

UNA PILA DI STORIE

Nel libro “IL PILASTRO, storia di una periferia nella Bologna nel dopoguerra”, Giovanni Cristina scrive: “Il Villaggio del Pilastro è un complesso di edilizia pubblica sorto negli anni ’60 all’estrema periferia nord-orientale di Bologna. Probabilmente noto al pubblico per essere stato accostato a episodi di criminalità, il Pilastro è stato rappresentato, spesso in maniera stereotipata, come un quartiere degradato, “meridionale” e pericoloso”. Rispetto agli anni ’60 sicuramente questo quartiere è molto cambiato, nonostante ciò, non nascondiamo che la prima volta che abbiamo visto lo spazio che ci avevano assegnato da Acer in via d’annunzio 19/a, a primo impatto abbiamo pensato: “Ma dove siamo capitati!?”. Questo era il 2018. Ora siamo nel 2021 e questo “dove siamo capitati”, letto inizialmente in modo negativo, per noi si è trasformato in un’occasione per rivalutare la PILA, così battezzata dal nostro gruppo, e la zona in cui si trova. Noi siamo il Gruppo Calamaio, formato da educatori e animatori con disabilità che lavora con le scuole di ogni ordine e grado, per sensibilizzare bambini, ragazzi e adulti al tema della disabilità, diversità e inclusione. I nostri incontri sono caratterizzati da grande entusiasmo e carica. Da qui nasce il nome LA PILA, intesa come una batteria carica e per noi quel luogo era pieno di energia da sfruttare. Per questo nel 2019 ci siamo insediati stabilmente e abbiamo iniziato a vivere quel luogo abitato da culture diverse. “LA PILA, una carica di diversità”, questo il nome completo di questo progetto, si pone l’obiettivo di avere uno spazio inclusivo e di condivisione sociale e culture con il territorio. Rivolto a bambini, adolescenti, adulti e anziani. Uno spazio si inclusivo e aperto, perché chiunque poteva e può entrare, incuriositi dalla nostra presenza e di quei personaggi diversi, per scambiare due chiacchiere, giocare, raccontare e ascoltare. Proprio da queste chiacchiere e interazioni sono nate idee per far si che questa “PILA” non smettesse mai di essere carica.

Purtroppo, a causa della pandemia, la nostra presenza alla PILA è stata interrotta a malincuore.

Nel mese di settembre 2020 abbiamo ricominciato a rivivere lo spazio, con un piccolo gruppo di educatori e animatori con disabilità, svolgendo laboratori di giardinaggio e relazione con cittadini, proponendo giochi e caffè (a volte salato!). Con l’arrivo dell’estate, con la fine della scuola e l’inizio dei campi estivi siamo riusciti a diventare un punto di incontro per i bambini e le loro mamme dei palazzi limitrofi, riuscendo a instaurare una relazione di scambio sociale e culturale. Da questi incontri è nata l’idea di provare a partecipare al Bando Bologna Estate 2021, con il desiderio di incontrare più bambini possibili. Il progetto “Una Pila di Gazebo” si è svolto nei pressi della Pila, nel parco Piazza Lipparini, con cadenza settimanale alternando varie attività come animazioni condotte dai nostri educatori e animatori con disabilità del Progetto Calamaio, incontri di rugby con l’associazione i “Cinghiali” e percorsi tematici sul territorio in collaborazione con le case di quartiere. Una volta al mese “Storie Per Tutti”, un progetto del Centro Documentazione Handicap, ha proposto letture accessibili per le famiglie e per i bambini di tutte le età. Collaborando insieme ai centri estivi delle cooperative “Quadrifoglio” e “Il Circolo La Fattoria” siamo riusciti ad accogliere un grande numero di bambini. Ricominciare a fare le attività del Calamaio per questi giovani protagonisti è stata per noi una grande soddisfazione dopo questi anni di pandemia e assenza dalle scuole.

Nel 2020 è nata una collaborazione con i ragazzi di Luna APS, grazie ai quali proponiamo attività di tempo libero rivolte a ragazzi e adulti con disabilità. Abbiamo proposto diversi laboratori: “Luna Sfuocata”, incentrato sulla fotografia; “Luna Tattoo”, laboratori di disegno con la presenza di tatuatori professionisti e il mitico “Luna Spritz”, aperitivi a base di Spritz, musica e balli aperti alla comunità. Queste attività hanno portato ulteriore vita alla zona nei pressi della Pila, riuscendo anche in questi casi a interagire con i bambini e le loro famiglie, creando una piacevole atmosfera di gioco e scambio reciproco.

Il Centro Documentazione Handicap e la Pila ovviamente non si fermano qui e continueranno a essere presenti sul territorio Pilastro portando quello che sanno fare meglio: inclusione giocando e divertendosi!

Seguite le pagine “Associazione Centro Documentazione Handicap“, “Tutti Alla Pila” e “Luna APS” per restare aggiornati e non perdere le nostre attività.

Liceo Artistico F. Arcangeli x Cultura Libera Tutti – ecco il nuovo logo!

Realizzare l’accessibilità culturale vuol dire diventare, attraverso la sperimentazione e la frequentazione dei linguaggi dell’arte e della cultura in generale, spettatori e cittadini partecipi del nostro tempo. Secondo questa logica è nata la rete “Cultura Libera Tutti” (http://culturaliberatutti.accaparlante.it/) , una rete di lavoro reale e non solo nominale, perché basata sulla condivisione di un lavoro comune che ha permesso a tutti i soggetti coinvolti di allargare i singoli orizzonti lavorativi. La positiva collaborazione che la Cooperativa Accaparlante (http://www.accaparlante.it/) ha messo in atto attraverso percorsi specifici con alcuni musei dell’Istituzione Bologna Musei, quali MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (http://www.mambo-bologna.org/), Museo Civico Archeologico (http://www.comune.bologna.it/museoarcheologico), Museo del Patrimonio Industriale (http://www.museibologna.it/patrimonioindustriale), oltre a ITC Teatro – Compagnia Teatro dell’Argine (https://www.itcteatro.it/site/lang/it-IT/page/1/) e Teatro Testoni Ragazzi – Compagnia La Baracca (https://www.testoniragazzi.it/doc.php?iddoc=10&lang=it) ha fatto emergere la volontà di compiere un’azione più ampia e trasversale, che si è tradotta nella possibilità di costruire una rete significativa di realtà diverse ma impegnate culturalmente sul territorio e nella realizzazione sperimentale di un percorso formativo che ha come tema centrale l’accessibilità culturale.

Grazie alla collaborazione fra la rete Cultura Libera Tutti e isArt Liceo Artistico Arcangeli di Bologna (https://www.liceoarcangeli.edu.it/drupal/) attraverso un progetto di alternanza scuola-lavoro, il progetto CLT ha un nuovo logo. Il percorso condiviso con i ragazzi e con l’insegnante ha attraversato diverse tappe.

Era innanzitutto necessario che gli studenti potessero conoscere da vicino il progetto. Hanno così partecipato ad alcuni incontri di Cultura Libera Tutti all’interno dei diversi musei, dove si sono potuti rendere conto dei contenuti e della modalità con cui operatori museali e animatori del Progetto Calamaio incontrano i bambini e i ragazzi delle scuole per parlare di diversità unita ad arte, cultura, teatro, storia, tecnologia, ecc.

Alla luce quindi dell’esperienza fatta, hanno svolto un articolato lavoro in classe e hanno elaborato delle bozze di disegni che esprimessero ciò che avevano visto e sentito – sia a livello uditivo che emotivo – durante i momenti che abbiamo condiviso. I bozzetti sono poi stati trasformati in disegni esecutivi, che i ragazzi hanno poi reso definitivi con la rielaborazione informatica.

I disegni sono davvero tutti bellissimi e per questo ci teniamo che siano tutti visibili nella nostra galleria dedicata. Sceglierne uno solo è stato difficile e abbiamo dovuto votare con molta attenzione.

Da oggi il logo di Cultura Libera Tutti è…..

  • D’AMBROSIO – vincitore/rice del progetto

Di seguito trovate tutte le proposte fatte dai ragazzi e ragazze dell’Arcangeli:

  • ARNOFI
  • AURELI
  • BETRARINI
  • CARUSO
  • COTRINO
  • FERRARI
  • HALL
  • MAZZETTI M.
  • MATVEEVA
  • MAZZETTI G.
  • MISSO
  • MONACO
  • ORNO
  • PILATI
  • PROGRESSI
  • QUAQUARELLI
  • RISI
  • TALIANI
  • VENTURI
  • VERGANI

Tutti Chef a Porta Pazienza

Per quattro venerdì siamo stati cuochi nella cucina del ristorante-pizzeria Porta Pazienza, guidati dal simpatico Chef Nino. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Circolo La fattoria e il ristorante etico-sociale Porta Pazienza, grazie al Bando Carisbo con il quale è venuto a crearsi il progetto “Tutti alla Pila”. Su il grembiule, mani in pasta e tanti cibi succulenti!

Abbiamo sfornato pizze, biscotti, rollò e sfogliatelle. Ad ogni incontro si arrivava al ristorante e si trovava la tavola apparecchiata con tutti gli ingredienti e gli strumenti necessari per lavorare. Nino e i suoi collaboratori ci spiegavano cosa dovevamo fare e ci aiutavano. Mentre i nostri cibi cuocevano noi ci siamo dilettati in chiacchiere, giochi e relax. La nostra giornata si concludeva sempre con un buon pranzo tutti insieme!

“Nino mi ha insegnato a cucinare. Quando abbiamo fatto la pizza, nella mia ci ho messo tanto di quell’origano che era nera! Ma l’ho mangiata tutta!!” Lorella

“Mi è piaciuto fare la pizza: ero felice e contenta. E’ piaciuta tanto anche a mia mamma!” Federica

“La cosa che mi piace più di tutte è impastare anche con il mattarello, la pizza è stata la mia preferita perché mi piace un sacco.” Filippo

“Mi è piaciuto quando ho toccato la pasta, inoltre mi è piaciuto quando abbiamo fatto delle chiacchere e quando abbiamo fatto i biscotti con le formine” Rossella

“Mi è piaciuta la pizza e giocare fuori dal ristorante.” Sara

Speriamo di poter rifare questa bellissima esperienza, intanto ci siamo segnati le ricette e le proveremo nella nostra cucina del Cdh!

Dentro il Luna Farm!

Carissime amiche e amici,

come molti di voi sapranno alla fine del 2019 ha aperto i battenti il Luna Farm, il primo parco divertimenti in Italia a tema contadino dedicato ai più piccoli presso Fico Eataly World. Il progetto è a cura della casa costruttrice Zamperla, una delle maggiori aziende costruttrici di attrazioni a livello internazionale, che gestisce fra gli altri il Luna Park di Coney Island e Victorian Gardens a Central Park di New York, e che punta a coinvolgere, con attenzione sempre crescente, anche il pubblico di bambine e bambini con disabilità.

Uno degli obiettivi a tendere di Luna Farm è infatti implementare l’accessibilità del parco su tutti i fronti: comunicazione, accoglienza e fruizione delle attrazioni.

Una sfida complessa ma decisamente avvincente che ci ha visti coinvolti, insieme ad altre associazioni familiari con bambini con disabilità, in diverse fasi e compiti, tra cui quello di testare in prima persona le attrazioni della “fattoria”.

Protagonisti di questa nuova avventura del Progetto Calamaio sono stati Tristano, Emanuela, Luca, Khadija e Camilo, animatore con disabilità motoria che qui ci racconta passo per passo come è andata attraverso le sue precise osservazioni:

GIRAMISU

L’accessibilità per salire c’è: mi sono avvicinato con la carrozzina manuale, due operatori di Luna Farm hanno utilizzato un ausilio simile ad una panca composta da due piani, mi hanno trasferito sopra questo ausilio ed io mi sono trascinato entrando dentro questa giostra. Io sono entrato prima di Tristano. Lo spazio della giostra è piccolissimo e scomodo perché non c’è spazio abbastanza per le ginocchia (avendo io un problema con i piedi), questa è l’unica osservazione che ho da fare in merito all’accessibilità ed al comfort; dentro alla giostra c’era una cintura di sicurezza che ho trovato confortevole nell’utilizzo.

Ho trovato un po’ noiosa questa attrazione: gira solamente e basta, andava piano, quando era in cima però vedevo tutto dall’alto, il che non era male.

 

LA FABBRICA DEL MIELE

Questa attrazione è abbastanza accessibile, ho avuto anche in questo caso bisogno dell’ausilio giallo che l’operatore è andato a prendere: Luca e Tristano mi hanno dovuto sollevare per mettermi sull’ausilio, dopodiché mi sono trascinato nella seduta della giostra, nella quale erano presenti cinture di sicurezza che ho utilizzato per garantirmi di stare fermo. Nella giostra era prevista la possibilità di togliere momentaneamente un componente per farmi entrare, questo componente è stato poi rimesso a posto una volta che sono entrato. Durante il funzionamento non ho avuto alcun fastidio né scomodità; lo spazio era giusto e l’appoggio per i piedi era sicuro e confortevole.

La giostra era interessante perché non andava solo in tondo ma si spostava anche di lato.

 

MAIALI VOLANTI

In questa giostra l’entrata nel sedile posteriore è completamente sbagliata ed inaccessibile: riuscivo ad entrare solo lateralmente, quindi mi hanno dovuto sollevare Luca e Tristano che mi hanno posizionato nel sedile anteriore. Anche questa volta abbiamo usato l’ausilio giallo per spostarmi dalla carrozzina alla giostra. L’operatore mi ha assicurato al sedile tramite la cintura di sicurezza presente. Nel sedile anteriore c’è più spazio rispetto a quello posteriore. Durante il funzionamento mi sono divertito, non ho avuto alcun fastidio o scomodità. Di questa giostra mi è piaciuto il movimento.

 

SALTA FIENO

Anche in questa giostra ho utilizzato l’ausilio giallo per passare dalla carrozzina alla seduta della giostra. L’aiuto di Luca e Tristano questa volta è servito perché nella seduta era presente una “conchiglia”, una protuberanza di sicurezza presente nel sedile che non mi ha consentito lo scivolamento dall’ausilio alla seduta; inoltre era troppo vicina e quindi mi ha dato un po’ fastidio. Una volta che Tristano e Luca mi hanno posizionato sul sedile, un operatore mi ha assicurato con l’utilizzo della cintura di sicurezza. Il funzionamento del gioco (andare in su per poi essere lasciati cadere verso il basso) non mi ha dato alcun fastidio, anzi è stato molto divertente.

 

Aspetti comuni a tutte le giostre: i sedili erano molto rigidi, non c’erano accorgimenti (tipo cuscinetti o imbottiture) per rendere la seduta confortevole. Anche lo spazio delle sedute poteva essere più abbondante (in lunghezza piuttosto che in larghezza). Nelle strutture non ho avuto problemi di urti contro componenti, nessun fastidio relativo al funzionamento delle giostre, come vibrazioni, accelerazioni/decelerazioni troppo brusche, ecc. Non ho potuto fare altre giostre poiché non accessibili (non solo per i sedili ma per come è fatta e posizionata la giostra, con presenza di scale).

 

Nel complesso è stata un’esperienza meravigliosa perché era la prima volta nella mia vita che salivo su delle giostre. Sarebbe altrettanto meraviglioso rendere tutte le giostre accessibili ma so che, anche grazie al nostro contributo e a quello di altre persone con disabilità diverse dalla mia, ci lavoreranno per rendere il parco sempre più accogliente per tutti.

Grazie per questa bella esperienza!

Camilo De la Cruz

Iniziamo l’anno con Cultura Libera Tutti!

Che cosa accomuna la disabilità a un’opera d’arte contemporanea? Come metterci in relazione con qualcosa o con qualcuno che non conosciamo e che ci appare incomprensibile? Che cosa pensiamo quando usiamo la parola “diversità?”.

Domande e lenti di ingrandimento con cui il Progetto Calamaio scende di nuovo in campo, per parlare e soprattutto per fare cultura accessibile nei musei, a teatro e a scuola.

Questa volta è toccato agli educatori e animatori con disabilità Andrea, Emanuela, Marco e Rossella, Sandra e Lorenzo, che hanno incontrato due classi di quinta elementare della scuola primaria A. Fresu di Villanova di Castenaso insieme agli educatori museali del museo MAMbo di Bologna, nell’ambito del progetto Cultura Libera Tuttti.

Un percorso interdisciplinare che da anni utilizza il patrimonio culturale per rimuovere barriere fisiche, psicologiche e pregiudizi, favorendo l’inclusione, stimolando la creatività e l’espressione personale.

Il primo incontro si è svolto per l’appunto presso il museo MAMbo: Andrea e Rossella, animatori con disabilità co-conduttori del percorso, si sono avvicinati, insieme ai bambini, a opere d’arte contemporanea interattive, “opere che – raccontano i conduttori – si potevano toccare in alcune parti o che si illuminavano alla pressione di un pulsante o addirittura ci si poteva addentrare per poi essere tu stesso parte dell’opera d’arte”.

Insieme ad Andrea e Rossella anche gli educatori Emanuela e Marco, Sandra e Lorenzo, e le educatrici del Mambo: Ilaria e Maria Anna, che hanno accompagnato le classi a riflettere sulle forme e i contenuti della collezione permanente, a trovare legami e collegamenti con la relazione con la disabilità, fino a invitarli a esprimersi come artisti partecipando ad un gioco che metteva al centro l’uso dei sensi.

“Ben presto i bambini – raccontano Andrea e Rossella – si sono accorti che all’appello mancava qualcuno. Eravamo noi che non potevamo svolgere la stessa esperienza se non grazie all’utilizzo di piccoli aiuti: un rialzo per poter disegnare, un oggetto da percepire più vicino e accessibile. Il gioco ha così portato i bambini a ragionare insieme sulle nostre diversità per affrontare certe azioni in un modo un po’ diverso dal solito.

Il secondo incontro, svoltosi una settimana dopo presso la loro scuola, collegandosi alla visita al museo, si è soffermato su due temi apparentemente distanti tra loro, l’arte e la diversità e sulle reazioni che di solito le persone hanno verso di essi”.

Come si collegano questi due concetti? Come l’ opera d’arte può suscitare nell’osservatore confusione, dubbio, incomprensione e talvolta disgusto così anche la diversità può allo stesso modo provocare timore, incertezza e soggezione nelle persone che la incontrano. La non conoscenza, l’ignoranza, portano inevitabilmente a sviluppare un pregiudizio nei confronti di quello che non si conosce o non si vuole conoscere.

È attraverso la curiosità, la voglia di conoscenza e di approfondimento che l’opera d’arte, così come ciò che è diverso, si svelano per il loro reale significato e diventano gradualmente comprensibili. Non suscitano più paura e dubbio ma diventano chiari e definiti; anzi, più ci si addentra al loro interno, più si trasformano in una fonte di ricchezza, consolazione, divertimento e consapevolezza.

“Per questi motivi – concludono Sandra, Lorenzo, Emanuela e Marco– è di fondamentale importanza che le attività di gioco e i temi trattati dell’inclusione e della diversità nelle scuole vengano affrontati direttamente da persone che vivono quotidianamente la propria disabilità come una forma di diversità: sono loro in prima persona che devono promuoverla, svelando ogni aspetto, positivo e negativo e fugando così l’indifferenza o addirittura l’odio che ancora troppo spesso si instaurano in ciò che non conosciamo”.

Nicola Spezia, Andrea Mezzetti, Rossella Placuzzi ed Emanuela Marasca

Creatività e cultura per vedere oltre le difficoltà

Anche quest’anno è stata realizzata una delle iniziative del progetto appartenente a Cultura Libera Tutti promosso dal team di educatori e animatori con disabilità del Centro Documentazione Handicap, Andrea e Tatiana, insieme a quattro classi di prima media delle scuole di Altedo, frazione di Malalbergo, svoltasi nei giorni 2 e 11 Febbraio in collaborazione con il museo del Patrimonio Industriale di Bologna.

Le classi di bambini, oltre a osservare i modelli delle macchine industriali e a ripercorrere la storia e l’evoluzione della città di Bologna nei secoli, hanno provato a simulare alcune operazioni che regolarmente una macchina esegue, diventando tutti insieme una vera e propria catena di montaggio. Ispirandosi alla macchina che produce tortellini (quasi 5000 all’ora!), presente all’interno dell’esposizione del museo, si sono disposti in linea e, cronometro alla mano, hanno cercato di emulare gli ingranaggi della macchina, producendo tortellini…di carta. Nonostante l’impegno però, la produzione di tortellini è stata decisamente poco consistente.

Dopo questa attività, si è parlato della ruota, invenzione importantissima per l’uomo e che ancora oggi si rivela indispensabile in innumerevoli situazioni. L’occhio accorto di alcuni bambini ha notato, oltre alle ruote degli ingranaggi delle macchine, anche quelle che compongono le carrozzine di Andrea e Tatiana, ausilio, per loro, indispensabile. Infine, si è ragionato sul rapporto uomo-macchina: le macchine e i motori sono ormai quotidianamente presenti nella vita dell’uomo ma allo stesso tempo devono essere impostate, programmate e controllate dall’uomo stesso per farle funzionare ed ottimizzarne la produzione.

L’incontro conclusivo si è tenuto a scuola il giorno 20 febbraio e la domanda che abbiamo posto ai bambini è stata la seguente: come si collegano le visite al museo insieme ad Andrea e Tatiana con l’incontro di oggi nella vostra scuola? Dopo un’animata riflessione, il nesso è stato individuato: come l’impiego della ruota e delle macchine industriali è stato, nel corso della storia, un ausilio fondamentale che ha permesso all’uomo di produrre oggetti più rapidamente, di agevolare il lavoro fisico e in poche parole di vivere meglio, così le ruote che fanno parte delle carrozzine di Andrea e Tatiana agevolano la loro vita e quella di altre persone portatrici di disabilità.

Per far comprendere ai bambini in maniera divertente cosa significa essere in possesso di un deficit fisico, abbiamo proposto un gioco di ruolo: un bambino alla volta ha provato a comunicare ad un suo compagno, unicamente con l’utilizzo e il movimento di una parte del corpo (piede, dito, occhi, ecc), una determinata azione da eseguire, senza quindi avere la possibilità di parlare e gesticolare “normalmente” ma anzi cercando di farsi comprendere tramite un codice di linguaggio creato ad hoc (ad esempio due movimenti del piede per dire sì, uno per dire no). Infine, l’incontro si è concluso con l’illustrazione di alcuni ausili portati da Tatiana per dimostrare che con un pizzico di ingegno e volontà è possibile ridurre alcune difficoltà. “È stato entusiasmante mostrare alcuni degli oggetti che uso quotidianamente e che sono stati anche progettati e costruiti da mio padre. Altri esempi di ausili che vengono comunemente impiegati sono una maschera di ferro posta sopra la tastiera del computer che agevola la digitazione o una tavola trasparente con le lettere dell’alfabeto che permette solamente puntando gli occhi di formulare intere frasi” – dice Tatiana, animatrice del CDH.

Ma qual è la differenza tra deficit ed handicap ?

Un esempio lampante di deficit può essere un difetto di vista, mentre l’handicap è la difficoltà che ne deriva nel riuscire a vedere correttamente ciò che ci sta intorno: persone, testi, oggetti, ecc. Gli ausili che quindi aiutano le persone a colmare difetti fisici, come gli occhiali della maestra e di alcuni bambini o le ruote che fanno parte delle carrozzine di persone con disabilità, non fanno altro che compensare un deficit fisico, che comunque rimane presente, eliminando la difficoltà che ne consegue ovvero l’handicap.

“L’entusiasmo e la partecipazione dei bambini,” – dice Andrea, animatore del CDH – “sia durante la visita al museo sia durante l’incontro nella loro scuola, mi ha particolarmente colpito in quanto abbiamo introdotto un argomento a primo impatto complesso, delicato e forse lontano dai loro interessi e dalla loro quotidianità”. “Attraverso dei giochi e delle attività coinvolgenti credo che siamo riusciti a raggiungere il nostro scopo, quello di far conoscere a dei bambini, futuri adulti di questa società, la ricchezza e le risorse che possono derivare dalla diversità e, nello specifico, dalla sfera della disabilità”.

Non vediamo l’ora di ripetere al più presto questo incontro e di avere collaborazioni sempre più frequenti con le scuole!

 

La carica della Pila!

Una nuova realtà si è insediata in Via Gabriele D’Annunzio, una novità carica di gioiosa elettricità. Il suo nome in codice, e senza, è “La Pila”. Gli otto personaggi in cerca di autore… rispondono a nome del Cdh (Centro Documentazione Handicap) e Accaparlante. Ogni lunedì opereranno sul territorio del quartiere Pilastro, con l’obiettivo di coinvolgere passanti, curiosoni, rompiscatole, ficcanaso, interessati, simpaticoni, etc… insomma, tutti quelli che hanno voglia di conoscerci e di costruire insieme momenti di condivisione.

La casa base, il Cdh, da più di trent’anni opera su tutto il territorio nazionale, al fine di creare una nuova cultura sulla diversità e, in specifico, sulla disabilità, attraverso vari strumenti quali: la Biblioteca sul sociale e sul terzo settore, la rivista HP-Accaparlante, che si è trasformata ora in collana editoriale, la formazione a volontari, educatori, insegnanti, studenti, la partecipazione a convegni ed eventi vari e… il Progetto Calamaio, cuore pulsante del Centro Documentazione Handicap, con sede in Via Pirandello 24.

Il Progetto Calamaio, di cui facciamo parte, da oltre trent’anni va nelle scuole di tutta Italia a sensibilizzare gli studenti, di ogni ordine e grado, sui nostri temi più cari. Infatti la creazione di una nuova cultura deve partire dalla base di una società, cioè la scuola.

Ogni mese, “La Pila” stenderà tutte le sue informazioni su questo giornalino gratuito, che vi allieterà di frizzanti curiosità.

E’ un giornalino interattivo, in quanto ogni lettore potrà arricchirlo di sue idee, considerazioni, proposte, eventi da segnalare, ricette culinarie, poesie, filastrocche, giochi, e tutto ciò che è…etc, etc…

Per ora è tutto, vi salutiamo e vi rinnoviamo l’appuntamento al prossimo numero!

 

“Quando vado alla Pila, mi si scatena sempre la curiosità, guardo fuori dalla finestra il quartiere per scoprire qualcosa di nuovo, un po’ come un trampolino di lancio per abbracciare gli anfratti che regala il quartiere” cit. Mario

 

Servizio Civile Nazionale 2019… al Progetto Calamaio!

Anche quest’ anno, a partire dal 15 Gennaio 2019, il Progetto Calamaio ha accolto sei volontari del Servizio Civile Nazionale: questi sei giovani intraprendenti sperimenteranno se stessi nell’incontro con la disabilità e la diversità per un anno, arricchendo, così, con i propri vissuti esperenziali il contesto lavorativo del nostro gruppo educativo.

Ciascuno di loro, utilizzando “Symwriter”, il programma di scrittura in simboli, si è presentato, parlando dei propri interessi e attitudini.

Conosciamoli meglio…

Chiara

 

ha 20 anni, ama disegnare e dipingere. Il suo cantante preferito è Rino Gaetano, la sua stagione preferita è l’estate.

Cissè

anche lui ha 20 anni e vorrebbe vivere in Italia. Gioca come portiere in una squadra di calcio. Se fosse un animale vorrebbe essere un lupo.

Eleonora

ha 23 anni, il suo soprannome è Bonny, si identifica in Paperino e il suo piatto preferito sono i tortellini alla panna.

Mariluz

ha 25 anni, le piace passeggiare, il suo gioco preferito è guardie e ladri. Ama l’inverno.

Nicola F.

ha 26 anni, il suo cibo preferito è la mozzarella. Vorrebbe vivere in Portogallo. Il personaggio dei cartoni in cui si identifica è Pippo.

Nicola S.:

ha 27 anni, la sua passione è la fotografia. Il suo gruppo musicale preferito sono I Red Hot Chili Peppers. Gioca a pallavolo.

Auguriamo a tutti loro un grosso in bocca al lupo!

 

 

Anteprima (si apre in una nuova finestra)

“LA PILA… UNA CARICA DI DIVERSITA’”

La maturità del gruppo Calamaio ha spronato i suoi membri, a macchiare altri ambiti sociali. L’interazione con altre realtà strettamente legate al territorio rionale del Pilastro, aveva già conosciuto diverse e costruttive collaborazioni. Tutto questo non esauriva l’incontentabile voglia di mettersi alla prova. L’occasione viene offerta dall’incontro con l’Agenzia locale di Sviluppo Pilastro, che mette a disposizione un altro spazio di Acer, denominato da noi del gruppo Calamaio “La Pila”, in Via Gabriele D’Annunzio a poca distanza dalla sede del CDH di Via Pirandello.

Sarà occasione di svolgere diverse attività con l’unico ed esclusivo scopo di uno scambio inclusivo e di una condivisione sociale e culturale con il territorio. Bambini, adolescenti, adulti, anziani potranno essere cooprotagonisti: il divertimento e lo svago la faranno da padrone. La creatività di tutti sarà stimolata, costruttivamente e hai massimi livelli.

Il primissimo sopralluogo alla “Pila” vede i suoi sette protagonisti impegnati a dar vita ad un luogo che rispetti lo stile accogliente ed allegro del gruppo Calamaio. Se per Gabriele D’Annunzio pioveva sul pineto, i suoi pensieri di poetici versi, i sette Calamaretti sentivano la responsabilità di impreziosire la quiete del luogo con una carica di briosa diversità.

 

 

 

Mario Fulgaro, Camilo Delacruz, Andrea Mezzetti, Lorella Picconi, Tristano Redeghieri, Emanuela Marasca.