Due settimane fa, in vista delle elezioni comunali di Bologna, abbiamo organizzato una giornata dedicata alla conoscenza e alla scoperta dei partiti e delle diverse coalizioni in gioco incontrando esponenti di diverse fazioni e capendo quali fossero le modalità di voto. Abbiamo parlato del ruolo del Sindaco e dei suoi consiglieri, dell’importanza che hanno sulle scelte e i cambiamenti di una città e quindi di quanto rilevante sia votare. Tra le chiacchiere sono poi uscite fuori le nostre esigenze, quello che per noi sarebbe importante fare per rendere la città come la vogliamo noi… nasce cosi:
IL PARTITO DEGLI SCOMODI
Scarica il file e fai conoscere il PARTITO DEGLI SCOMODI! Cerchiamo gente nuova che si unisca alla nostra battaglia, siete tutti e tutte benvenuti/e!
Io sono Filippo e mi piace tanto cucinare. Cucinare per me è una grande passione, che ho scoperto al CDH. È un’attività che ho iniziato in settembre con Patrizia, un’educatrice, e ho scoperto che mi piace molto. Nonostante le restrizioni date dal Covid19 sto continuando questa esperienza anche con altri colleghi, tra cui Luca, rispettando tutte le norme igieniche necessarie per preparare i miei manicaretti. Sono molto contento di poter cucinare e imparare tante ricette nuove al CDH.
Il primo piatto che ho realizzato è stata la pasta con il pesto: io e Patrizia abbiamo cucinato un pesto particolare utilizzando le foglie di ravanello. Il piatto ha avuto molto successo tra i miei colleghi del CDH.
La mia più grande soddisfazione è stata quando eravamo tutti chiusi in casa e facevamo laboratori a distanza. Io, Tristano e Giulia abbiamo cucinato ognuno da casa sua, ma insieme, la concia per l’arrosto e la pizza. È stato molto bello perché ho potuto fare assaggiare ai miei genitori quello che ho cucinato. Oltre alla cucina ho la passione per l’orto e mi piace vedere le piante che germogliano. Posso anche utilizzare i frutti che coltivo all’orto del CDH per creare i miei piatti di stagione. Con Patrizia abbiamo infatti realizzato, usando i prodotti dell’orto, crostini con pomodoro e cavoli e frittata con cime di rapa.
Appena sarà possibile comincerò un corso di cucina alla Fattoria di Masaniello qui al Pilastro. Mi piacerebbe imparare a cucinare la pasta con il pesce e anche i dolci. In futuro vorrei tanto cucinare una volta al mese e mi piacerebbe, se finisse completamente l’emergenza Coronavirus, invitare tutti i vecchi tirocinanti e servitori per fare assaggiare i miei manicaretti.
Nel mese di novembre abbiamo guardato il film “Il premio”, film il cui regista e sceneggiatore è Alessandro Gassman. Lo abbiamo scelto in omaggio a Gigi Proietti scomparso da poco, era attore teatrale e televisivo, un regista, un comico e anche presentatore attivo più o meno dal 1960. In particolare apprezzavo la sua comicità in ambito teatrale, come nel monologo “La Telefonata”.
Il film “Il Premio” è una commedia e Proietti interpreta il ruolo di un famoso scrittore che viene insignito del premio Nobel per la letteratura ed è in partenza per Stoccolma per ritirare il riconoscimento. Ad accompagnarlo in questo viaggio, che sarà pieno di sorprese, ci saranno figli e compagni di una vita.
La visione del film ci ha portato a riflettere sul gioco di squadra. Ci capita spesso di avere bisogno di fare gioco di squadra, anche per me quando sono a teatro con i miei compagni quando dobbiamo collaborare e affidarci l’uno all’altro.
Il mio interesse per il teatro è iniziato grazie a degli amici che seguivano un corso di teatro a Granarolo. Loro me ne hanno parlato e mi hanno chiesto se volevo provare a farlo anch’io. Ho accettato e siamo andati a vedere insieme uno spettacolo della compagnia. Da quella sera ho deciso di frequentare il corso. Il mio gruppo è formato da circa 20 persone e sono l’unica persona in carrozzina che lo frequenta. Mi sono appassionata sempre più al teatro in questi ultimi cinque anni, quando faccio teatro mi sento tranquilla, carica e concentrata, mi fa divertire. Ero curiosa di imparare in un ambiente in cui mi sento accolta, in un contesto in cui mi sento libera di esprimermi per come sono senza giudizi.
Un po’ come diceva Proietti il teatro è:
“[…] il classico luogo dove questo non succede, perché so che non c’è ne una cosa giusta e ne una cosa sbagliata mentre stiamo lavorando a teatro.” ( Proietti)
Con il gruppo teatrale con cui lavoro facciamo le prove presso l’ITC, con cui collaboriamo come Accaparlante al progetto “Cultura libera tutti”. L’ITC è il teatro comunale di San Lazzaro, gestito dalla Compagnia Teatro dell’Argine. Un altro spazio dedicato alle attività laboratoriali è ITC Studio. ll’ITC per me non è solo un luogo in cui si fa teatro, ma anche uno spazio dove ci si può divertire e creare delle relazioni umane molto forti.
Durante il periodo del Lockdown il digitale (zoom, meat e i social network) ci ha permesso di continuare l’attività laboratoriale anche se a distanza. Non è stata la stessa cosa perché la relazione umana che si crea in presenza è importante ed è anche per questo che mi dispiace siano state sospese le attività teatrali, a me questa cosa ha scombussolato in quanto teatri, cinema e musei sono luoghi in cui si crea bellezza. La politica considera teatri e cinema luoghi insicuri di questi tempi, ma non è così. Le persone che attraversano questi spazi si prendono “cura” di noi, sia tramite gli spettacoli sia rispettando le norme di sicurezza covid-19. Andare a teatro è anche un modo per divertirsi, stare insieme e creare relazioni. Per questo ci si va anche se c’è distanziamento.
“[…] nessuno basta a se stesso […] ogni premio, ogni successo non ha senso se non è frutto di una condivisione.” (Discorso finale “Il premio”).
Programmando il nuovo anno lavorativo, abbiamo dovuto affrontare il tema degli incontri Calamaio a distanza. Quello che rende unica l’esperienza nelle scuole è proprio la vicinanza e il contatto con la diversità, cosa che ovviamente è divenuta impossibile da realizzare con l’avvento del covid-19. Ci siamo quindi posti tante domande, come trasmettere la stessa energia che si creava negli incontri a scuola? Come parlare di diversità a dei bambini senza potere giocare con loro? Ed è qui che nacque l’idea per il cortometraggio de “LA PRINCIPESSA ALLEGRA”.
Ad aiutarci è stata la casa editrice LA MERIDIANA con la collana PARIMENTI, la quale ci aveva chiesto di tradurre in simboli GIACOMO DI CRISTALLO e altre storie di Gianni Rodari. Da qui il Gruppo Calamaio è venuto a conoscenza di questi meravigliosi racconti.
Appena saputo il compito ci siamo messi all’opera e come prima cosa è stato creato uno storyboard per capire bene cosa ci servisse per realizzare questo cortometraggio. Originariamente le ombre dovevano essere solo per la parte iniziale dell’animazione, ma poi ci siamo resi conto del potenziale di questa tecnica di rappresentazione e abbiamo deciso di applicarla in tutto lo spettacolo. Il Centro Documentazioni Handicap nel pomeriggio si trasformava in un vero e proprio set di registrazione video, cinecittà spostati!
Tiziana Ronchetti, attrice che interpreta la Principessa Allegra, ha commentato l’esperienza dicendo: “Questo lavoro mi ha emozionata molto, mi ha fatto ricordare le sensazioni di quando andavo a teatro prima del lock-down. Non so cosa proveranno i bambini vedendo questo cortometraggio ma l’importante è che io mi sono divertita come una scema. Mi sono sentita una ragazzina!”
Ecco il link diretto per vedere “LA PRINCIPESSA ALLEGRA”, buona visione:
Il Giardino delle imprese è un progetto di educazione all’imprenditorialità promosso dalla Fondazione Golinelli di Bologna e rivolto ai ragazzi che frequentano il III e il IV anno di scuola media superiore in tutta Italia. Il tema di quest’anno riguardava le persone con disabilità e, più specificatamente, l’accessibilità. Ai ragazzi si chiede a fine corso di progettare degli strumenti digitali per migliorare l’accessibilità nell’ambiente domestico, nel lavoro e nella vita fuori casa in generale. Dato che la maggior parte dei ragazzi non aveva esperienza diretta della disabilità, i promotori hanno organizzato tutta una serie di incontri on line con esperti del settore, divisi per tipo di deficit, e a noi, naturalmente, è toccato di portare la nostra esperienza sul tema del deficit motorio.
Lo abbiamo fatto recentemente con la lucida e divertente testimonianza di Camilo ed Andrea, animatori con disabilità del Progetto Calamaio, che hanno intrattenuto per quasi due ore 52 ragazzi che hanno capito, alcuni di loro per la prima volta, quali sono le difficoltà che incontra una persona con disabilità nella sua vita di tutti giorni.
“E’ stata una esperienza interessante” raccontano Camilo e Andrea “all’inizio c’era un po’ di imbarazzo ma poi ci siamo sciolti, ci siamo sentiti ascoltati e abbiamo ricevuto un sacco di belle domande a cui è stato interessanti rispondere”.
Finalmente siamo tornati a fare il nostro lavoro, siamo “tornati in classe” a parlare di diversità facendo sensibilizzazione sul tema della disabilità. Andrea e Camilo hanno raccontato la loro esperienza durante la quarantena, dei limiti e delle difficoltà che si sono trovati davanti e che hanno dovuto superare. Abbiamo successivamente parlato di Bologna e della sua accessibilità che, “per quanto sia più accessibile di altre città, ha comunque tanti aspetti da migliorare: si trovano ancora un sacco di barriere architettoniche quando giri per il centro e per chi abita lontano è ancora difficile trovare un mezzo totalmente accessibile” dice Camilo, che alla domanda “qual è uno dei tuoi più grandi sogni?” risponde “Vivere in una città interamente accessibile!”.
Mercoledì 1 luglio ci siamo recati alla chiesa Santa Maria della Vita per vedere “Women. Un mondo in cambiamento” una mostra fotografica che racconta la storia delle donne nel mondo: una storia complessa piena di difficoltà, di gioia, d’amore e di riscatto, realizzata in collaborazione con il National Geographic Society.
“Tale chiesa è proprio speciale, a mio parere, veramente stupenda, definita stupendamente/magistralmente, con decorazioni, statue, dipinti, veramente favolosi.”
Racconta Andrea Mezzetti, animatore del Progetto Calamaio
“Mi è piaciuta in particolare una fotografia alquanto interessante, questa foto mi colpisce in quanto i protagonisti sono in bici… tema a me caro, in quanto, tempo fa mi fu assegnato un compitino riguardante appunto biciclette, compito assegnato da una professoressa, a me molto cara, tale Viviana Gravano, professoressa di Roma, e romana chiaramente, venuta qua a Bologna appunto per insegnare in accademia.”
“Ritornando alla mostra mi ha veramente colpito in quanto c’erano fotografie molto suggestive, con una sezione dedicata a alcune delle donne in particolare che hanno segnato la storia, un esempio potrebbe essere Liliana Segre, fotografata con descrizione a suo fianco. “