Una pila di Gazebo
Per l’evento “Estate al pilastro: Una pila di gazebo”, il Centro Documentazione Handicap/Cooperativa Accaparlante ha deciso di rendere più divertente la nostra estate insieme ad altre associazioni del territorio: l’associazione sportiva di rugby I Cinghiali, il circolo La Fattoria, l’associazione Senza il Banco e il gruppo aggregativo Bada bene.
Così il Progetto Calamaio per luglio e agosto si sposta in Piazza Lipparini, vicino alla nostra seconda sede La Pila in via D’Annunzio 19/A, per proporre a bambine e bambini animazioni, giochi accessibili, storie per tutti e cacce al tesoro. Per incuriosirvi su quello che facciamo insieme, Tatiana Vitali, Lorella Picconi e Francesca Aggio raccontano di seguito alcune attività proposte negli ultimi incontri.
Noi educatori e animatori, insieme alle ragazze e ai ragazzi del Servizio Civile, abbiamo condotto le “Olimpiadi delle difficoltà” proponendo alcune attività piene di energia e positività ai bambini della fattoria didattica.
Una volta arrivati abbiamo montato la tenda col tavolo, aspettando che arrivassero i bambini con i loro educatori del Campo Solare. Come prima attività ci siamo presentati passandoci la ruota di una carrozzina e dicendo il nostro nome e piatto preferito, questo per far capire che la carrozzina può diventare un gioco e non solo un oggetto che può far paura. Inoltre, con questa presentazione abbiamo iniziato a conoscerci e a divertirci insieme.
Abbiamo proseguito facendo un gioco di movimento “Tutti quelli che…” nel quale gli animatori dicevano una frase che potesse accomunare alcuni dei partecipanti e così da formare gruppi sempre diversi. Dovevamo correre all’interno del cerchio e toccare la ruota. I ragazzi e le ragazze mentre partecipavano al gioco erano molto carichi!
Noi del Gruppo Calamaio siamo molto creativi, per questo abbiamo proposto un esercizio molto fantasioso e divertente. Abbiamo chiesto di disegnare, ma sperimentando tecniche nuove e utilizzando diverse parti del corpo: le dita della mano, le dita dei piedi, il gomito. Siamo ritornati tutti un po’ bambini.
Un altro gioco proposto è stato il “Bip Bop”. Le ragazze e i ragazzi dovevano dividersi in due squadre, una era quella del Bip e l’altra quella del Bop, e capire alcune frasi pronunciate da un animatore con difficoltà di linguaggio. Quest’attività vuole far capire che anche le difficoltà dell’animatore con disabilità possono trasformarsi in un gioco, ma soprattutto vuole mettere in evidenza l’importanza dell’ascolto. Inoltre, spesso i bambini si trovavano a dover chiedere all’animatore con disabilità di ripetere più volte la stessa frase e, infine, dovevano toccare il suo ginocchio per sconfiggere, quindi, il timore del contatto fisico. In questo gioco c’è stata anche una bellissima competizione perché tutti volevano vincere!
Il gioco finale è stato lo “Smonta e rimonta”: le bambine e i bambini dovevano dividersi in due squadre, una doveva smontare e l’altra doveva rimontare la carrozzina. Una volta aver rimontato e aver preso confidenza con questo ausilio, abbiamo invitato il gruppo a fare il collaudo come se fosse una macchina. Tra percorsi e gincane, ognuna ed ognuno di loro ha sconfitto la paura della carrozzina che anche in questo caso è diventata un gioco divertente e non un oggetto così strano.
In un’altra giornata, noi animatori ed educatori abbiamo pensato di far conoscere ai bambini la storia tratta dal libro “Re 33 e i suoi 33 bottoni d’oro” di Claudio Imprudente, mettendola in scena con costumi e canzoni. Siamo riusciti a mantenere alta l’attenzione dei bambini e questo ci rende molto orgogliosi. Sapere di incuriosire i bambini quando rispondiamo alle loro domande o quando parliamo della nostra disabilità in modo semplice e comprensibile, ci rende molto fieri del nostro ruolo di animatori e animatrici.
Sperando che questo racconto vi sia piaciuto, vi aspettiamo tutte e tutti ai prossimi incontri che potete trovare nel calendario al link seguente:
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