Gita al MAST
Il gruppo Calamaio ha pensato di organizzare diverse uscite sul territorio di Bologna nel mese di luglio. Una fra queste, è stata la visita alla Fondazione MAST che ospita la prima mostra antologica dell’artista Richard Mosse, curata da Urs Stahel.
Ecco la testimonianza di Tatiana Vitali, una delle nostre fantastiche animatrici.
Mercoledì 7 Luglio una parte del gruppo Calamaio è andata a vedere la mostra di Richard Mosse, una mostra fotografica e di video.
Le foto sono meravigliose e allo stesso tempo commoventi perché l’artista già nella prima sala racconta di luoghi poveri del mondo e della guerra. Inoltre ci fa scoprire come si vive in Congo attraverso una pellicola ad infrarossi che trasforma tutto nelle tonalità del rosa, i colori sono talmente rilassanti che se non c’è qualcuno a raccontarti le fotografie non si riesce a capire cosa c’è dietro
Subito dopo si entra in un’altra sala nella quale si cambia immediatamente atmosfera e colore, l’artista in questo caso ci racconta della migrazione. In una lunghissima fotografia in bianco e nero, intitolata “Skaramagas”, da una parte si vede la città con le sue luci e dall’altra le persone nei campi profughi. Solo dopo abbiamo scoperto che la foto è composta da una serie di scatti e questo mi ha meravigliata perché all’inizio sembrava una foto unica.
Anche le ultime fotografie che parlano dell’ambiente mi sono piaciute molto, come quella del lago pieno di coccodrilli e della trivella. Sono fotografie piene di dettagli, se non ti avvicini o se non hai una guida è difficile notarli invece è bellissimo quando li scopri.
Ho notato che vicino le foto non ci sono didascalie, ma forse è stata una scelta dell’artista per farci entrare di più nel racconto.
La foto che mi sono portata a casa è quella del Congo perché racconta come si vive in quel luogo usando degli effetti che fanno diventare i colori leggeri e magici.
I video, invece, sono stati molto forti, per fortuna non ero da sola. In uno dei video che raccontava delle migrazione ho visto una scena con del fuoco ed è stato impegnativo guardarlo perché oltre alle scene anche i suoni erano molto forti, non come rumore ma come significato, ad esempio ho sentito il rumore di una pistola.
Il mio pensiero è che la mostra vada vista perché ti fa pensare e ti fa conoscere delle cose che in tv o nei giornali non sempre vengono raccontate in modo reale. Inoltre essendo delle fotografie artistiche aiutano ad entrare in un altro mondo e a porti delle domande.
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