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Un sabato in autonomia

Un sabato in autonomia

Che cos’è il “tempo libero”?  Di solito definiamo così quel tempo, al di fuori delle incombenze lavorative, scolastiche e di gestione familiare, in cui rilassarci, divertici e prenderci cura di noi, dei nostri interessi, amici e relazioni. Un tempo prezioso, per tutte le età, che forse è ciò su cui oggi, per la maggior parte delle persone, si misura davvero un nuovo concetto di “lusso”. Eppure il tempo libero è un diritto essenziale per il benessere di ciascuno e va difeso indipendentemente dai contesti e dalle condizioni di partenza.

Come sappiamo tuttavia quando c’è di mezzo una disabilità sono ancora molti i giovani adulti costretti a negarsi esperienze di socialità per mancanza di trasporti, budget, informazioni accessibili o perché ancora strettamente dipendenti dai proprio nuclei familiari, a loro volta frustrati, tra comprensibili ansie e le più che legittime richieste dei figli.

“Weekend di sollievo” è in alcuni casi il termine con cui si è ancora abituati a identificare i fine settimana in cui le persone con disabilità dormono fuori casa in compagnia di altre persone con simili bisogni, educatori e operatori. Al Progetto Calamaio questo termine però non piace proprio perché attribuisce alla persona con disabilità un peso (e un senso di colpa) che non gli compete.  Meglio parlare di “weekend di autonomia”, così da restituire al momento il suo vero carattere, con l’idea di offrire non solo un’occasione di svago fuori casa ma anche di crescita, fornendo alla persona con disabilità strumenti concreti per misurarsi con i propri limiti e risorse in nuovi contesti abitativi e di condivisione.

Si tratta di un percorso complesso, di cui torneremo sicuramente a parlare, anche in relazione al cosiddetto “Dopo di Noi”, un’altra dicitura che nelle nostre discussioni abbiamo scelto di personalizzare, sostituendola con “Vita indipendente”: un termine meno angosciante ma anche più preciso, che sottolinea l’importanza di cominciare a intraprendere un sano distacco in direzione dell’adultità della persona prima di ogni eventuale separazione dai propri genitori o caregiver.

La strada verso l’autonomia non è facile per nessuno ma se affrontata con il giusto spirito può trasformarsi in una vera avventura.  Lo sanno bene gli educatori e gli animatori con disabilità del Calamaio, che a giugno e a luglio si sono sperimentati in alcuni weekend in gestione autonoma, al Villaggio del Fanciullo e alla scoperta della città.

C’è chi come Marco, Emanuele, Ermanno e Giovanni è andato a brindare da Vito e chi come Tatiana ci racconta quello che le è passato per la testa, prima e dopo l’esperienza:

IL PRIMA…

Il 16 e 17 luglio andrò a fare il weekend di autonomia con i colleghi del CDH. Non vedo l’ora di farlo perché credo che sia un modo diverso di divertirmi e di avere i miei spazi di libertà, anche se mi dicono che fare il weekend sia stato un po’ faticoso. I miei genitori mi fanno già le raccomandazioni del tipo: “Se non ti vuoi sporcare, allora devi mettere il tovagliolo per il lungo”. Loro forse non si rendono conto che sono adulta e a volte le raccomandazioni di questo tipo sono un po’ inutili. Una delle cose di cui sono più orgogliosa è che sono capace di chiedere per i miei bisogni e anche per le mie medicine, così sono autonoma. Una delle cose che mi piacerebbe fare è fare dei giochi di società in gruppo. Sarà un mio momento d’aria, non vedo l’ora. Ai miei voglio bene però alle volte sono un po’ appiccicosi.

Mi piacerebbe vedere un film di sera magari in un posto all’aperto tipo in Piazza Maggiore, un film però leggero e senza fare il cineforum dopo, perché non siamo a lavoro. Fare un’esperienza con il gruppo del CDH vuol dire finire in modo positivo e divertente il percorso durato un anno sul laboratorio di autonomia. Non so se portare con me anche il mio MP3, ci penserò. A me piace molto la musica e spero di andar fuori a mangiare, non so dove perché non ho molta esperienza vicino al Villaggio del Fanciullo. Mi fido degli altri. Io ho voglia di uscire di sera e sono pronta a fare questa esperienza. Sarà un’esperienza indimenticabile anche se i miei colleghi mi dicono che sia stato molto bello sì, ma faticoso. Non vedo l’ora di provarlo. Una cosa che non so fare è giocare a carte e mi piacerebbe imparare. Io chiederò ai miei di non chiamarmi perché è giusto così, perché è libertà.

IL DOPO…

È stato veramente molto molto molto molto bello al 100% e il prossimo anno io ci sono per rifarlo. Lo vorrei fare di più giorni con i miei colleghi del CDH, magari in un posto nuovo e meno caldo e in un altro periodo. Non ho preferenze su un posto preciso, basta che sia meno caldo e che si stia con i colleghi del CDH. È stato molto bello e liberatorio sia per me che per i miei genitori. È stato fantastico non sentirli per due giorni. Viva l’autonomia!!! Io non so che cosa avevano detto i miei all’inizio al CDH ma per la notte non ho avuto problemi e non ho avuto bisogno di chiamare per essere aiutata. Ho dormito molto bene e sono felice anche perché, dopo questa esperienza, a lavoro mi hanno proposto di fare le trasferte lunghe. . Io sinceramente era da un po’ che ci pensavo e sono molto felice di esserci arrivata.

Che dire, l’avventura è appena cominciata, stay tuned!

 


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