Il grande gioco inclusivo
Lo scorso week end abbiamo partecipato ad un evento molto speciale, dedicato alle persone, alle comunità e agli spazi locali: la Biennale di Prossimità. Con altre realtà provenienti da tutta Italia, siamo stati protagonisti della tre giorni bolognese, che quest’anno ha festeggiato la seconda edizione. Si è parlato di cittadinanza attiva, disabilità, aggregazione, imprenditorialità sociale e tanto altro. Venerdì pomeriggio e sabato mattina i nostri colleghi Luca e Giovanna hanno rappresentato l’associazione ai tavoli di discussione organizzati all’Urban Center in Sala Borsa. Sabato pomeriggio, invece, un gruppo di educatori, animatori con disabilità e volontari ha organizzato un grande gioco al Portico dei Servi, con l’obiettivo di coinvolgere quante più persone possibili in un’esperienza inclusiva. Come ci siamo riusciti? Parola d’ordine: niente regole, o meglio regole “work in progress”.
L’attività che abbiamo proposto a tutti i partecipanti è stata quella della palla-strada. Le due squadre, improvvisate tra i passanti, avevano a disposizione una palla per fare goal nella porta avversaria. Fin qui tutto normale, direte voi. Ma con noi niente è mai come sembra. Nel corso della partita, infatti, Tristano, il conduttore del gioco, si è divertito a mescolare un po’ le carte, inventando nuove regole in base al contesto. La nostra Stefania Mimmi, per esempio, capitanata da Giulia, è stata subito reclutata come portiere. Riuscite ad immaginarvi un lancio ad effetto che passi attraverso le ruote di una carrozzina?
L’obiettivo del gioco era proprio questo: coinvolgere e divertire tutti in modo attivo, valorizzando le qualità positive di ognuno. L’avrete capito, ormai, la nostra specialità è proprio questa: mischiarci, macchiare e scambiarci i ruoli l’uno con l’altro. Vi abbiamo incuriosito ma non siete riusciti a partecipare? Vi aspettiamo tra due anni alla prossima edizione della Biennale di Prossimità, per un’esperienza sempre più inclusiva! Da provare!
Vi lasciamo con una poesia nata dalle parole dei protagonisti stessi dell’evento, mentre riflettevano sul tema della disabilità e sulle sue connessioni con l’idea di prossimità.
«L’eccitazione del Possibile
Ogni cautela è lasciata
Qui si osa
l’eccitazione del Possibile
La Parola si affida al Simbolo
che supera l’Ostacolo
Il salto con l'asta
Il volo di maggio
che fa volare
i petali di rosa
dimenticato sull’asfalto
Aspettami
anzi vieni qui
Il Segreto del Tempo
ci sta chiamando»
Laura Coghi
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