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A come Attrito. Il teatro è di tutti!

A come Attrito. Il teatro è di tutti!

Questa foto, che ritrae sulla destra le nostre colleghe Lucia e Tatiana, l’abbiamo ritrovata quest’anno a sorpresa (e con una punta di emozione) nel foyer del Teatro ITC di San Lazzaro di Savena (BO).

Non è un’immagine recente, risale ormai a una decina di anni fa, quando il Teatro dell’Argine, come solo lui sa fare, ha chiamato tutta la cittadinanza a raccolta per celebrare i primi vent’anni di attività.

Insieme avevamo già sperimentato un laboratorio di educazione alla visione e alcuni percorsi di rete legati all’accessibilità allo spettacolo e alla cultura, che sono poi proseguiti negli anni nel dialogo con tanti altri teatri e compagnie.

Qui Lucia e Tatiana, dirette da un giovane (ma già bravissimo) regista, Vincenzo Picone, erano state chiamate, insieme a numerose realtà sociali e culturali del territorio, a raccontare su un palchetto, senza parole, il nostro lavoro sull’inclusione a scuola.

A darci una mano, il testo drammaturgico scritto dal Calamaio insieme a Giulia Ventura, un vero e proprio abbecedario teatrale che il pubblico poteva ascoltare grazie a delle cuffie che si attivavano passando davanti ai palchetti sparsi per il Parco della Resistenza del paese.

Chi c’era, quella sera, l’aria che si respirava se la ricorda ancora, la sensazione di fare tutti parte di qualcosa, qualcosa di importante, qualcosa di bello.

Questo qualcosa noi lo chiamiamo comunità.

Il nostro contributo e quello delle altre realtà presenti hanno forse aumentato gli incassi del teatro? Dubitiamo fortemente. Era questo l’obiettivo? Ovviamente no e non serve spiegarlo.

Quello del Teatro dell’Argine è infatti oggi, nel mondo dell’arte, solo un esempio tra i tanti di resistenza, resistenza critica, inclusiva, pacifica.

Come Progetto Calamaio e Coop. Accaparlante abbiamo avuto la fortuna in questi anni di collaborare con artisti, spazi e compagnie che hanno messo l’inclusione al centro del proprio lavoro al di fuori di ogni logica commerciale, mettendo anima e corpo nell’obiettivo di generare pensieri, incontri, “fare presente” nel senso più puro e letterale del termine e, di fatto, se vogliamo seguire un certo tipo di visione, avviando dei processi di innovazione concreti e tangibili.

Ci sembra perciò oggi naturale, nonché doveroso, sostenere idealmente, come realtà socioculturale, il mondo del teatro attualmente sotto attacco.

Il teatro, il luogo dello sguardo, fa bene al corpo e alla mente, serve ad alimentare il nostro senso critico, a scuoterci, a riposizionare le nostre convinzioni, a scardinare i pregiudizi, a rimettere al centro le voci e i corpi qualsiasi essi siano, a vivere nella socialità come tutti gli altri, a conferire un potere a chi non ce l’ha.

Le cose che non si possono incasellare, irreggimentare, in definitiva contare, sono quelle che fanno più paura. Chi porta con sé una disabilità lo sa molto bene.

Togliere risorse ai teatri e alla cultura equivale a togliere risorse al sociale, al benessere, alla qualità delle nostre vite, al ghettizzare, ancora una volta, le fragilità e le diversità che ci compongono.

Anche questo lo sappiamo tutti molto bene ed è la ragione per cui sono state fatte determinate scelte.

Il nostro supporto e incoraggiamento va ora a tutto il mondo del teatro, in particolare alle realtà che hanno condiviso con noi pezzi importanti di riflessione, di scambio e di viaggio.

Noi risponderemo creando, anche con loro, come abbiamo sempre fatto.

 

 


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