PASSANDO PER IL CDH… CHE BELLE ESPERIENZE!
“Che dire… Ho incontrato persone troppo speciali in questo percorso, persone che mi hanno davvero insegnato tanto… Grazie a voi ho scoperto una parte di me che credevo non avere. Ho capito cosa vuol dire trasformare i propri limiti in punti di forza… Ho imparato cosa significa rispetto per gli altri e cosa significa diversità… Non ho davvero parole per esprimere quanto per me sia stato importante quest’anno e quanto mi avete dato… Oggi sono io che ringrazio voi, educatori, animatori e tutti coloro che mi hanno sempre sostenuto in questo percorso… Mi mancherete tanto… E non smettete mai di fare tutto questo perché è qualcosa di straordinario!”
Simona, volontaria Servizio Civile Nazionale
Ogni anno, all’interno del “Progetto Calamaio“, ospitiamo molti, moltissimi ragazzi e ragazze volenterosi, come tirocinanti, stagisti, volontari del Servizio Civile Nazionale, volontari del Servizio di Giustizia minorile, ecc., e sono moltissime le emozioni provate da ambo le parti: imbarazzo, tristezza, vergogna, fino ad arrivare a gioia, divertimento e senso d’integrazione. Qui, alcune impressioni di coloro che passano dal “Progetto Calamaio”, che, ogni anno, contribuiscono a portare un consistente cambiamento dell’intero contesto su cui lavoriamo.
“La mia esperienza al progetto Calamaio è stata molto bella, è cominciata il 29 gennaio 2018 e finita il 12 febbraio dello stesso anno. Mi dispiace terminare questa esperienza perché mi ha insegnato molto. Il primo giorno mi sono sentita in imbarazzo, ho visto tutte queste persone con disabilità, persone con tante capacità che magari io non riuscivo a vedere all’apparenza, questo perché non provavo a mettermi nei loro panni. Da questa esperienza ho imparato che anche se queste persone hanno dei deficit, chi più gravi, chi meno, hanno la volontà di andare avanti, come per esempio essere il più autonomi possibili, la forza di imparare cose nuove e la gran voglia di amare. Grazie a questa esperienza ho imparato ad accettare le diversità degli altri, senza giudicare, ad imparare che tutti possono, basta la volontà. L’attività che mi ha più stupito è stato lavorare sul progetto del libro modificato, ovvero rendere libri accessibili a tutte le età e a tutte le diversità.”
Dalila, volontaria Scuole Rubbiani
Con l’aiuto di questi ragazzi siamo riusciti a fare laboratori culturali sui temi dello svantaggio e della diversità… Siamo riusciti a favorire una cultura in cui le persone svantaggiate siano “soggetti di diritto”, protagoniste del cambiamento personale e sociale… Abbiamo cercato, e cerchiamo ogni giorno, di dare ad ogni persona svantaggiata la possibilità di una integrazione basata sulla valorizzazione delle sue risorse, così da far uscire dalla “riserva” persone e temi normalmente relegati in recinti e dar loro un’adeguata visibilità.
“Sono Elia, ho 16 anni e frequento il terzo anno dell’Istituto Tec
nico Aereonautico di Forlì. Sono cresciuto in una famiglia normale, mamma, papà e sorella maggiore, una famiglia in cui ci si confronta. Io ho sempre detto quello che pensavo a chiunque, adulti e amici, anche quando non mi era richiesto espressamente. La cosa
certa è però che comunque le conseguenze le ho sempre pagate in prima persona. Ho deciso di vivere così, dicendo quel che penso, e so che la strada è in salita. A me non è mai stato consentito sbagliare.
Io farò il pilota! Ho deciso! Ho sedici anni, ho sbagliato, ho pagato e sto pagando.
Il prezzo è stato altissimo, non solo per i tre giorni passati al carcere minorile del Pratello, non solo per i tre mesi di arresti domiciliari, non solo per la sofferenza negli occhi e nel corpo di mia madre, nei silenzi e nei discorsi di mio padre, nella delusione di mia sorella. Mi hanno obbligato a frequentare due giornate formative, fatto scegliere i settori operativi che preferivo, ma nessuna Associazione di Volontariato era disposta ad assum
ermi. Perché? Perché la responsabilità di “gestire” un individuo con delle limitazioni alla libertà come me era troppo impegnativo. Tutte le associazioni, sì tutte, tranne una, voi, la Cooperativa Accaparlante/Centro Documentazione Handicap, dove non ci sono utenti ed educatori, ma compagni e amici. Si è tutti insieme a lavorare in un unico processo, un unico percorso che ci lega, disabili e normodotati. Personalmente, in meno di un mese, ho imparato molto da voi e spero di esser stato d’aiuto…penso proprio di avere un’altra visione delle persone disabili, della diversità in generale, che prima non avevo.
Il pregiudizio è forse la punizione più pesante da sopportare. Questa è un’esperienza dura che mi ha insegnato però i valori veri, so di avere una famiglia alle spalle che merita di essere riconquistata da me! Quando sarò pilota li porterò con me in tutto il mondo!
Gli voglio tanto bene, vi voglio tanto bene!”
Elia, volontario Servizio di Giustizia Minorile
Il “Progetto Calamaio” non si ferma, come sempre aspettiamo di accogliervi numerosi e a braccia aperte!
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