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IL CDH VISITA LE SCUOLE PRIMARIE DI CREVALCORE

| Progetto Calamaio |
IL CDH VISITA LE SCUOLE PRIMARIE DI CREVALCORE

E’ da molto tempo ormai che il Centro Documentazione Handicap di Bologna collabora attraverso varie attività con il comune di Crevalcore. Anni fa, furono presentati e portati a termine percorsi formativi con il centro diurno anziani del paese, presso il Seneca Cafè.

Il progetto è andato avanti ed anche quest’anno, è stato riproposto un percorso attivo di animazione presso la scuola primaria di Crevalcore Gaetano Lodi con la classe 5E, che comprendeva tre incontri, più uno al Seneca Cafè con gli anziani del centro ed i bambini della scuola seguito da una festa, aperta anche ai genitori dei bambini, di chiusura del percorso formativo.

Il primo incontro si è basato sulla presentazione dei partecipanti, compresi gli studenti, e la drammatizzazione della storia di Re 33, accompagnata da musiche apposite legate alla storia.

Il 12 marzo, son andata ad incontrare la classe 5a della scuola Primaria Gaetano Lodi a Crevalcore. Per iniziare ci siamo messi in cerchio, ognuno doveva presentarsi mentre ci si passava un cuscino a forma di corona raccontandoci un loro ricordo divertente. Durante la drammatizzazione i bambini si sono inchinati a me con entusiasmo, dato che avevo il ruolo di Sovrana dei Sovrani, ed erano tutti molto attenti e disponibili a partecipare. Quando Re 33 ha capito che ogni essere è diverso e va trattato secondo le sue caratteristiche, i miei due bambini-ambasciatori sono venuti a raccontarmi tutto quello che aveva fatto il Re. Dopo l’animazione abbiamo fatto il gioco “uguali e diversi” e la cosa che mi ha colpito di più è che appena abbiamo posto la domanda, quasi tutti i bambini hanno risposto che sono uguale a loro, soltanto un bambino ha detto che sono diversa. Dopo questo gioco, la frase “uguale o diversa“, è diventata “uguale E diversa“.

Danae, animatrice del progetto Calamaio

Alla fine dell’incontro i bambini hanno posto molte domande, riflettendo sul significato delle varie attività svolte durante la mattinata. Gli è stato lasciato un compito per l’incontro successivo: fare un disegno ispirato al tempo passato insieme, e rispondere cosa avrebbero fatto se avessero dovuto governare loro con giustizia.

Il 19 marzo siamo tornati a scuola per il secondo incontro. Per prima cosa abbiamo chiesto ai bambini di mostrarci e spiegarci i disegni che avevano realizzato successivamente alle scorse attività. Inoltre, dovevano dirci cosa avrebbero fatto se fossero stati nei panni del re. La maggior parte ha risposto che avrebbero donato i loro bottoni d’oro e i soldi per far costruire case, scuole e trovare un lavoro ai poveri. Successivamente abbiamo svolto con tutta la classe il “gioco di ruolo“, un’attività che prevede due o tre bambini che interagiscono tra loro simulando una disabilità. Alla fine del gioco abbiamo chiesto ai partecipanti come si sono sentiti nel fare questa attività; uno dei bambini mi ha sorpresa perché rispetto agli altri aveva capito il significato del gioco e anche nello spiegarlo è stato molto chiaro. Quindi la morale di questo gioco è che la responsabilità della comunicazione è di entrambe le parti.

Danae

Al termine dell’incontro, la nostra educatrice Emanuela ha allietato l’arrivederci all’incontro successivo, con la sua voce e la sua fantastica chitarra, suonando le canzoni del Calamaio di Re 33.

Il 6 aprile, siamo tornati per il terzo ed ultimo incontro. Emanuela ha domandato a tutti se aiutassero i loro genitori. Anche io ho risposto dicendo che aiuto mio padre a mettere gli ingredienti sulla pizza, mia madre a togliere le ragnatele dal soffitto ed entrambi a scrivere la lista della spesa. Questo è servito per poter introdurre, come prima attività, il gioco “scommessa del 1000 + 1“, ovvero un gioco dove ognuno dice dove dove e quando ha bisogno dell’aiuto di qualcuno; ciò è servito anche per consentire una miglior relazione fra i partecipanti ed aiutarci fra di noi. Un’altra attività proposta nell’ultimo incontro è stato di chiedere ai bambini se sapevano la differenza tra “deficit e handicap“.Qui è sorta una domanda posta a tutti i bambini: <<secondo voi, cosa manca all’animatrice Danae?>>; e c’è stato un bambino che ha risposto, sapendo il mio paese di provenienza, ciò che mi mancava fosse il Brasile; questa cosa mi ha fatto sorridere molto perché ha dimostrato, scherzando, di non avere vergogna e paura della diversità. Come ultima attività di chiusura, abbiamo fatto il gioco dello “smonta e rimonta” in cui i bambini dovevano smontare e successivamente rimontare, nella maniera corretta e nel minor tempo possibile, la mia carrozzella. Ci siamo divertiti molto, siamo stati bene. Durante questi incontri mi sono sentita molto felice ed entusiasta, perché mi sono sentita ascoltata e rispettata da tutti i bambini. E’ un’esperienza che rifarei sicuramente.

Danae

Elisabetta, una tirocinante della Cooperativa Accaparlante, ha partecipato per la prima volta a quest’animazione, lasciandoci delle bellissime riflessioni personali:

La cosa che mi ha colpito di più in assoluto è stato il contenuto dei giochi fatti. I bambini sono stati molto aperti nei confronti degli estranei, si sono dimostrati anche molto affabili e disponibili a giocare. Non c’è stato un muro, mentre è molto facile nella società in cui ci si trova, incontrare bambini che hanno fatica ad interagire con il prossimo. Il loro desiderio era di farsi conoscere. Mi è piaciuto molto come si sono messi in gioco davanti alla persona, aldilà della disabilita o del ruolo dell’educatore. Ho già avuto a che fare con i bambini piccoli (laboratori), ma devo dire che una scuola con questa unità e così genuina mi ha fatto molto bene. I giochi sono stati molto efficaci, anche se in alcune attività io ci arrivavo soltanto dopo le loro spiegazioni. Ho avuto fatica a capire il “gioco di ruolo” perché bisogna provare anche ad immedesimarsi nella persona di fronte, mettersi in discussione, perché è utile per entrambi che interagiscono; quindi niente è mai scontato. Il ruolo dell’animatore è fondamentale perché è necessario vedere una realtà diversa da quella che tu vedi ogni giorno, avere un tramite che ti stimoli, come per esempio  “arriva Danae ed i bambini fin da subito pronte all’interazione anziché avere inibizioni nei confronti della diversità.” Mi ha colpito molto vedere tutte queste persone così diverse, ma nello stesso tempo interessate sullo stesso scopo. E’ un’esperienza che ripeterei all’infinito.

L’intento di questi incontri è stato quello di spiegare la diversità, in questo caso la disabilità, attraverso animazioni, musica ed intrattenimento così da creare una forte relazione tra le persone e un contatto concreto fra tutti i partecipanti.  Anche l’insegnante della classe 5E è rimasta molto entusiasta e il suo intento è quello di portare la classe in visita al CDH per conoscere l’autore della storia di Re 33 (Claudio Imprudente), la biblioteca accessibile dell’associazione e l’ ambiente interno.

E tutti voi, cosa aspettate a venirci a trovare al CDH in via pirandello, 24?

 


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