Grazie, Maestro!
Lo scorso 6 luglio se ne è andato un grande artista italiano del Novecento: il compositore, musicista, direttore d’orchestra e arrangiatore Ennio Morricone.
Noto al grande pubblico per le colonne sonore di film che hanno fatto la storia del cinema del nostro paese, nel 2007 ricevette un Oscar alla carriera, e nel 2016 lo vinse per la colonna sonora di The Hateful Eight di Tarantino.
Tra le sue collaborazioni più famose ricordiamo C’era una volta il West (1968) di Leone, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Petri, Sacco e Vanzetti di Montaldo, Il buono, il brutto, il cattivo (1966) e Per un pugno di dollari (1964), sempre di Leone, Teorema (1968) di Pasolini, C’era una volta in America (1984), ancora di Leone, Nuovo cinema paradiso (1989) e La leggenda del pianista sull’oceano (1998) di Tornatore, solo per citarne alcune.
A rendergli omaggio ci pensa ora il nostro Mario Fulgaro, poeta, formatore e animatore con disabilità del Progetto Calamaio, che con il suo sguardo, come sempre profondo e intelligente, ci spiega perché il Maestro è entrato nel cuore di tanti:
“L’arte figurativa suscita grande emozione se riesce a trasmettere intrinseche suggestioni. Se a questa, poi, si aggiungono altre tecniche di “animazione”, nasce un collage in grado di imprimere maggiormente, nello spettatore, tutto il valore che si vuole esprimere. Sempre più spesso, infatti, si cerca di associare più forme d’arte, per risaltare il significato più profondo dell’opera esposta. Così, la cinematografia unisce in sé più stili, più immagini, più incanti. L’arte musicale è quella che, per antonomasia, riesce, più di tutte, ad avere un canale più diretto con le corde dell’anima.
Un’immagine, una sequenza di immagini, un ventaglio di immagini in movimento, smorfie ed espressioni visive hanno un carico emotivo di eccezionale valenza e di sorprendente significato. Tutto è da custodire nei cassetti più gelosi della memoria, nulla va perso perché impresso, indelebilmente, nel proprio animo. È lì che l’arte musicale di Ennio Morricone opera, lasciando ricordi emotivi di altissimo spessore.
Tutto viene esaltato all’ennesima potenza, divenendo legame indissolubile tra arte visiva, arte fotografica, arte espressiva, arte emotiva e l’arte più intima e nascosta tra le sensibilità vibranti della psiche umana. Ennio Morricone è riuscito a coniugare la sua nobile arte con quella altrui, esaltando il tutto in un sodalizio perfetto”.
Mario Fulgaro
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