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Laboratorio “Emozioni e sensazioni… in cucina!” – Aperitivo Calamaio

                                                            

Quando parliamo di emozioni, spesso pensiamo al complesso mondo che ciascuno di noi custodisce dentro di sé. Quanto è difficile esprimerci al riguardo? Le parole, infatti, non sempre rendono l’idea del nostro vissuto interiore, e non bastano quindi a spiegare perché ci sentiamo in un determinato modo.

A tal proposito, il laboratorio Emozioni e sensazioni – condotto da Tristano Redeghieri, educatore e animatore del Progetto Calamaio – che da Aprile si svolge ogni mercoledì mattina al Centro Documentazione Handicap di Bologna, diventa una vera e propria “palestra emotiva e sensoriale”, offrendo la possibilità agli animatori disabili più giovani del nostro gruppo educativo, di allenarsi col “proprio sentire”, provando dunque a “dare un nome” alle emozioni e prima ancora a comprendere come queste possano manifestarsi a livello fisico/corporeo.

I nostri “atleti emotivi” – anche grazie alla preziosa collaborazione dei volontari del Servizio Civile Nazionale e di alcuni tirocinanti – attraverso svariate attività (di rilassamento, meditazione, movimento e simulazioni di scene di vita quotidiana),”scavano a fondo” nella vasta area del non-detto; riflettono sui comportamenti che mettono in atto in questo spazio, ma anche su quelli che sono soliti avere in altri contesti, provando infine a descrivere ciò che sentono, ma non riescono solitamente ad esprimere a voce.

Con il nostro modo di fare e di essere, creativo e giocoso, abbiamo ideato durante uno degli incontri un’ attività molto particolare: una sorta di “cucina delle sensazioni”, mettendoci alla prova nella preparazione di un delizioso aperitivo.

Ci siamo divisi in piccoli gruppi, a ciascuno dei quali corrispondeva un compito ben preciso: c’è chi si è adoperato nella supervisione del lavoro, chi si è occupato della preparazione delle bruschette e dello spritz e chi si è improvvisato addetto al servizio.

Obiettivo dell’attività era quello di capire come ci si sente quando si opera in autonomia o si sperimenta qualcosa per la prima volta, ma anche quando si chiede aiuto a qualcuno.

Infine eccovi una restituzione dell’incontro “Emozioni e sensazioni… in cucina!”. Ringraziamo, l’educatore, Marco Sarti per la creazione e il montaggio del video.

“È stato molto bello per il fatto che mi sono sentito utile per gli altri, il mio compito era quello di staccare i pomodorini e metterli nella ciotola, gli altri invece hanno tagliato il pane, i pomodorini, aperto il tonno e poi composto le bruschette. Mi sono sentito bene perché di solito sono io che vengo aiuto a fare delle cose, mentre in questo caso sono stato proprio io a dare una mano agli altri. Ho capito che a modo mio posso essere pratico, che riesco a svolgere lavori i in cui non pesavo di riuscire per via delle mie difficoltà, molto importante però è anche sapere quando chiedere aiuto nei momenti opportuni.”

Diego Centinaro, animatore del Progetto Calamaio

A volte le parole non bastano.

E allora servono i colori.

E le forme.

E le note.

E le emozioni.

Alessandro Baricco

Qui comincia l’Avventura…

Il laboratorio “Dove non sono stato mai. Il viaggio tra immaginario attese e possibilità” ci ha permesso di indagare le attese e i desideri che ognuno di noi porta con sé intorno all’idea di viaggio, per poi arrivare più concretamente a toccare con mano che cosa significa prepararsi per una partenza, come informarsi, cosa fare e a chi rivolgersi una volta arrivati a destinazione, e soprattutto che cosa significa farlo per chi ha una disabilità.

Dentro la macchina del tempo

“Da dove vengo io” ci ha  portati invece a tu per tu con le culture di altri paesi, dove abbiamo avuto modo di entrare in una casa d’invenzione, una tenda, ospiti proprio degli abitanti di quei luoghi dove mai avremmo voluto andare e che invece abbiamo scoperto di volta in volta ricchi di curiosità e risorse.

Oggi scegliamo di darci all’avventura, come esploratori di quello che ci circonda ma anche di quello che ci accade.

Lo abbiamo fatto con i nostri strumenti consueti, il gioco e l’immaginazione, ma anche con un’importante cassetta degli attrezzi, il bellissimo L’avventura di Giorgio Agamben (Nottetempo 2015), uno studio sul tema che ci ha aiutato a scandagliare le peculiarità del racconto, il nostro, perlustrando gli ambienti, riscoprendo la Storia, viaggiando nel tempo e sfidando il Fato con il Gioco dell’oca.

Ce ne parla con passione in nostro Mario Fulgaro, che un po’ filosofo e un po’ avventuriero lo è già di suo:

“La vita tutta, in tutti i suoi molteplici aspetti, rappresenta una quotidiana ed incessante avventura. Così, a seconda delle diverse circostanze, ci si può scoprire un abile “esploratore”, come quando si va a trascorrere un po’ di tempo in un luogo nuovo e, per forza maggiore, bisogna scoprire gli anfratti piacevoli del posto che ci ospita; oppure ci si può ritrovare ad indossare gli abiti di un ingenuo e curioso “ricercatore”, come quando si va a fare la spesa in un supermercato e, con aria smarrita, bisogna attivare tutte le proprie abilità, per capire in quale reparto e su quale scaffale si trova la maionese, di vitale importanza se si vuole ingrassare di qualche etto…solo?

La linea del tempo

La vita non esaurisce, in questo senso, la sua immensa abilità a variare i ruoli dei suoi personaggi principali. Esistono, comunque, elementi imprescindibili che appartengono ad ognuno, che ne caratterizzano l’essenza, come il dáimon, il genio che è in lui. Nel laboratorio avventura, poi, si è identificato il dáimon con il simbolo del Sole. Ecco perché piace a molti stare al sole, stella polare di ogni azione volta ad uno specifico obiettivo. Attenti all’insolazione, però!

La Luna rappresenta la tyche, ovvero il fato, il quale interviene sempre a ricordare la fragilità dell’uomo e i conseguenti cambiamenti che avvengono nel suo animo e nel suo corpo. L’uomo, in quanto parte integrante della realtà, scambia vitali informazioni con essa, arricchendo il suo bagaglio culturale di conoscenza epistemologica.

A questo punto, non può mancare il momento più intimo del “bacio”, equivalente in termini simbolici all’eros, cioè all’amore fisico e spirituale. Di tipologie di baci ce ne sono tante: per amicizia, per amore, per affetto parentale. Il bacio in sé possiede una forte carica energetica, pronta ad essere scambiata per saldare un legame di appartenenza.

Il gioco dell’oca

Il “nodo” designa l’ananche, la difficoltà che ognuno può incontrare o vivere quotidianamente a causa di un suo deficit. Ci si confronta sempre con un impedimento di sorta, ma non bisogna mai abbattersi. Dopotutto come diceva Totò: “chi si ferma è perduto” e l’avventura ha l’urgente necessità di andare avanti […].

La memoria, il ricordo di ciò che si è vissuto conferisce l’ultimo tassello per dare completezza ad un’avventura. Il racconto che se ne può fare, infatti, è la dimostrazione di aver interiorizzato le esperienze fatte, dimostrando a sé stesso, prima di tutti, di aver arricchito il proprio bagaglio di conoscenze nuove. Come sostiene Agamben, “che piova, è qualcosa che accade, ma questo non basta a farne un evento; perché sia un evento è necessario che codesto accadere io lo senta come accadere per me!”

Nel laboratorio avventura, per ogni sua attività svolta, si è cercato di fare tesoro di tutti questi elementi e caratteristiche. In più, si è condito il tutto con la forza della fantasia e dell’immaginazione.

L’avventura…

[…] Con questo spirito positivo, aperto verso il mondo, si procedeva tappa dopo tappa. Si sceglieva il proprio amuleto, dotato di cotanto potere magico e in grado di accompagnarci e proteggerci, lungo tutto il tempo della nostra avventura. Infatti il fato è sempre in agguato, per sovvertire ogni progetto di rilassante spensieratezza ed è giusto premunirsi di tutti gli strumenti possibili e immaginabili. Se la vita appare come una partita a dadi, è più che giusto giocare con essi su un percorso a ostacoli, proprio come nel gioco dell’oca”.

Primo incotro C.L.T. con i ragazzi l’Istituto tecnico Agrario l’ITAC “Scarabelli Ghini”

Mercoledì 27 marzo è iniziato il percorso di C.L.T. insieme alle classi 1A e 1B dell’Istituto tecnico Agrario ITAC “Scarabelli Ghini” di Imola, incontro condotto dagli educatori Sandra Negri e Luca Cenci, gli animatori Camilo De La Cruz e Tatiana Vitali e i ragazzi del servizio civile Nicola Fittipaldi e Mariluz Arango Riveros. Come ogni C.l.t. siamo stati affiancati da un partner, in questa occasione dal “ITC” di San Lazzaro e, il primo incontro, è stato tenuto proprio nella aule del teatro dove sono stati svolti laboratori teatrali che affrontavano il tema delle relazioni. Attraverso attività di contatto fisico abbiamo portato le classi ad affrontare le prime difficoltà con il diverso, dal quale non si riconoscono per cultura e bisogni fisici. Lo scopo del laboratorio è quello di porli davanti a questo ostacolo, che è la diversità, per poi riuscire a superarla. Percorso che continuerà anche nei futuri incontri a scuola.

“Cultura Libera Tutti. La cultura non si subisce, si fa!” è un progetto in collaborazione con MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Civico Archeologico di BolognaMuseo del Patrimonio Industriale e ITC Teatro/ Compagnia Teatro dell’Argine.

Per saperne di più: http://culturaliberatutti.accaparlante.it

Laboratorio Hip Hop con le scuole medie Saffi

Laboratorio Hip-Hop con le scuole medie Saffi

Dalla metà di novembre fino a fine dicembre, abbiamo svolto il laboratorio hip hop insieme alle scuole medie Saffi condotto da l’educatore Marco Sarti e l’animatore Camilo De La Cruz. Il progetto inzia con lo “studio” della cultura hip-hop e delle sue discipline, per poi arrivare all’obiettivo finale, la realizzazione di un testo rap scritto dai ragazzi della scuola, stimolati da attività di scrittura creativa in rima.

Essendo il rap un genere ascoltato soprattutto dai giovani, abbiamo trovato in esso una buona occasione di avvicinamento agli studenti, affrontando il tema dell’importanza della scuola e della cultura per la stesura di un testo e la ricerca delle rime. Queste attività portano i ragazzi a parlare di sé e delle loro realtà, avendo anche modo di conoscersi meglio tra di loro e di collaborare nella costruzione del testo. Il risultato è una canzone rap vera e propria, imparando anche la metrica e, di conseguenza, il riuscire ad andare a tempo sopra una base musicale. Ringraziamo il grande aiuto del professore di musica delle scuole medie Saffi, Ludovico Renna. Qui sotto trovate il risultato audio del laboratorio, buon ascolto!

Conoscere il libro accessibile

Nelle scorse settimane abbiamo svolto due incontri con le classi seconde delle Scuole Medie Saffi. In particolare, il percorso che ha coinvolto i ragazzi ci ha portato a riflettere sul contesto in cui vivono per poi raccontarne possibilità e difficoltà, desideri e paure, utilizzando il linguaggio in simboli, un modo per rendere più accessibile la scrittura e lettura per persone che hanno difficoltà di comprensione di diverso tipo.

 

Durante gli incontri, condotti dagli animatori del Progetto Calamaio, i partecipanti hanno potuto conoscere il mondo dei libri accessibili e, nello specifico, hanno imparato a utilizzare il programma Symwriter attraverso cui è possibile scrivere testi in simboli e a costruire di un libro tattile.

 

Ecco le testimonianze e le sensazioni di Sara e Tiziana, le animatrici coinvolte nel percorso:

 

Sara. Ieri mattina, io e i miei colleghi Tiziana, Marco e Luca abbiamo condotto, presso il CDH, il secondo incontro sul “Libro modificato” con le seconde classi delle Scuole Medie Saffi.

Nella prima parte dell’incontro, abbiamo proseguito il lavoro di costruzione del libro tattile, dividendoci in piccoli gruppi; nella parte successiva, per ogni gruppo è stato scelto un rappresentante che ha motivato la scelta del titolo ed esposto il contenuto.

In seguito, la mia collega Tiziana ha spiegato cos’è SymWriter, un programma per persone che hanno difficoltà nella lettura.

Infine, abbiamo giocato a “Indovina la frase”: avevamo delle frasi senza parole, contenenti solo simboli. I ragazzi si sono messi in gioco e sono stati molto abili ad indovinare.

L’incontro con la seconda classe si è svolto con le stesse modalità.

Si è rivelata un’esperienza molto positiva che rifarei assolutamente.

 

Tiziana. Martedi scorso, io e i miei colleghi Luca, Marco e Sara abbiamo condotto l’ultimo incontro sul “Libro in simboli” a cui hanno partecipato le classi seconde delle Scuole Medie Saffi.

In particolare, ho aiutato due gruppi di studenti nella creazione di un libro tattile, esperienza che ho trovato molto interessante, oltre che stimolante, poiché ho avuto modo di raccontare della mia irrefrenabile passione come traduttrice del linguaggio in simboli e, soprattutto, ho scoperto con grande piacere che i ragazzi erano aperti nella relazione con me.

D’altro canto, mettendomi nei panni di una persona non vedente, ho cercato di dare loro tanti consigli nella creazione di libri che fossero il più possibile accessibili.

 

 

Il bilancio partecipativo… I progetti scelti e le nostre proposte per il futuro!

Lo scorso lunedì mattina un nutrito gruppetto del Progetto Calamaio si è ritrovato per conoscere e scoprire insieme i progetti del Bilancio Partecipativo 2018 del comune di Bologna. L’obiettivo dei vari progetti, che è possibile votare online dal 30 ottobre al 19 novembre è realizzare, su proposta dei cittadini, interventi di manutenzione straordinaria, riqualificazione e riorganizzazione di spazi, opere pubbliche, nuovi arredi in sei zone specifiche nei Quartieri della città.

Da sempre uno degli obiettivi del Calamaio è promuovere il ruolo attivo delle persone con disabilità e di conseguenza il loro essere cittadini attivi, protagonisti delle loro scelte nella società.

Non abbiamo solo scoperto e scelto i progetti da votare, abbiamo anche proposto noi dei progetti…

Per ora solo bozze ed idee… Chissà se il prossimo anno non ne troverete qualcuno tra quelli da votare!

Questo è uno stralcio di quello che è venuto fuori in una mattinata di chiacchiere, scoperte, proposte, polemiche e… cittadinanza attiva!

Danae:

“Il progetto che ho scelto di votare si chiama “Il giardino del Villaggio”, che è pure quartiere Navile dove vivo.

Se dovessi proporre io un progetto proporrei un attraversamento pedonale, eventualmente con pista ciclabile, per riuscire a raggiungere il Centro Lame che è dall’altra parte di via Zanardi rispetto a casa mia ed è una strada molto trafficata.”

Lorella:

“Mi è piaciuto il progetto “Il giardino oltre la scuola”.

Personalmente proporrei un progetto di sistemazione dei marciapiedi. Allargarli ed eliminare le buche. Sarebbe sicuramente utile per me che faccio fatica a camminare e così non posso andare da sola ma sarebbe utile anche per mamme con passeggini, donne con i trolley che hanno fatto spesa ecc…. La zona che mi interessa non è però a Bologna ma nel centro di Casalecchio (via Dante, Colombo ,Testoni ecc…)

Questa è un’idea per l’amministrazione di Casalecchio!”

Stefania:

“Voterò per il progetto “Qualcosa di nuovo sotto il sole”, per la riqualificazione di Piazza Puntoni, in zona universitaria. Per me è importante avere una città più pulita.

Io proporrei qualcosa per diminuire le polveri sottili nell’aria. Potenzierei mezzi di trasporto pubblico, biciclette gratis (le mobike vanno bene ma non sono accessibili per disabili e per chi ha dei bimbi da mettere nel seggiolino). Io stesso verrei a lavorare in autobus, spenderei meno e inquinerei meno. Ma la mia disabilità chiede di avere un accompagnatore. Quindi nel mio progetto ci sarebbe anche la ricerca di volontari che invece di accompagnarmi con la macchina mi accompagnino nel tragitto con il bus.”

Gloria:

“Mi è piaciuto il progetto “Passaggio giocoso in Bella fuori 3”, per un parco ed una scuola più accessibili e vivibili

Mi piacerebbe facilitare la conoscenza della lingua inglese anche fuori dal contesto scolastico. Proporrei dei laboratori gratuiti in diversi spazi della città per imparare l’inglese, per persone di tutte le età, non solo con della teoria ma con canzoni, giochi, filastrocche ecc…”

Tiziana:

“Voterò per per il progetto “Il giardino di Ilaria, Un progetto a sei zampe”.

Presenterei un progetto che permetta di andare in tutte le scuole dell’infanzia di Bologna per far giocare i bambini con la nostra disabilità e per aiutarli a relazionarli con la diversità.”

Filippo:

“Mi è piaciuto il progetto “Un giardino quattro stagioni” del quartiere San Donato.

Io farei costruire una gelateria in centro che faccia anche degli yogurt… Con i soldi destinati… alla cassiera!”

Federica:

“Voterò per il progetto “L’officina di piazza dei Colori”.

Mi piacerebbe uno spazio con un’estetista, una truccatrice e una parrucchiera in centro dove chiunque può andare e farsi bello, in maniera accessibile e gratuita. Chiunque così potrà curare il suo corpo e farsi bello… anche se non ha soldi!”

Ricomincia la scuola con il Progetto Calamaio! Le proposte dell’anno scolastico 2018/2019

“L’inclusione delle diversità è diventata oggi una vera e propria pratica di cittadinanza attiva. L’impegno per una scuola e una società inclusiva, in cui tutte le persone possano svolgere appieno il proprio ruolo di cittadini, ci vede impegnati sul campo da molti anni perché siamo convinti che una società accogliente e che garantisce la riduzione degli svantaggi – economici, fisici, sociali o culturali – sia una società migliore per tutti.

Da questo presupposto nascono le nostre proposte didattiche e educative, volte a sostenere gli insegnanti nel loro lavoro quotidiano”.

Con queste parole, in direzione di una cultura di pace e accessibile a tutti, Sandra Negri e Roberto Parmeggiani, coordinatrice del gruppo educativo della Coop. Accaparlante la prima e presidente dell’Associazione Centro Documentazione Handicap il secondo, danno il via alle nuove proposte che il Progetto Calamaio dedicherà ai bambini, ai ragazzi, ai genitori e agli insegnanti nell’anno scolastico appena iniziato.

Come sapete in nostri progetti sono sempre delle piccole avventure, che portano al centro l’esperienza e l’incontro diretto con la diversità, grazie al lavoro degli animatori con disabilità e degli educatori del Progetto Calamaio, protagonisti, insieme a voi, di percorsi di gioco, approfondimento e conoscenza dedicati alla scoperta e alla relazione con l’altro diverso da noi.

La cosa bella è che potete farlo nel modo che più vi piace, a seconda delle esigenze delle classi.

C’è chi per esempio non resisterà dall’immergersi nelle storie de Il pentolino di Antonino, Topazio e l’albero, La lezione degli alberi (e molti altri ancora) della proposta “Libri come Ponti”, per giocare con i protagonisti del racconto e riflettere su temi come diversità, paura e aiuto.

Qualcun altro, invece, preferirà diventare esploratore, per imparare qualcosa di nuovo e mettere in discussione il proprio punto di vista tra arte e teatro con il progetto “Cultura Libera Tutti”, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei (Museo MAMbo, Museo Civico Archeologico, Museo del Patrimonio Industriale) e Teatro Itc di San Lazzaro.

I più sportivi, non temete, saranno accontentati con il percorso di educazione motoria “Gioco Libera Tutti”, per muoversi, divertirsi e permettere l’inclusione nel gioco anche a chi ha abilità diverse. Mentre, dall’altro lato del campo, i topolini da biblioteca e i lettori accaniti troveranno spazio ne “Il Libro Modificato”, in cui attraverso attività espressive e creative il gruppo sperimenterà il linguaggio della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), la scrittura in simboli e la lettura accessibile.

Aperta a tutti c’è poi la grande novità degli ultimi anni, complici gli spazi della nostra nuova sede, in via Pirandello 24 a Bologna, nel Quartiere Pilastro.

Si chiama “Un giorno al Cdh!” e consentirà alle vostre classi di visitare le varie aree del Centro Documentazione Handicap di Bologna, dalla Biblioteca Ragazzi, alla redazione della collana Hp-Accaparlante, oltre che partecipare a momenti e incontro con gli animatori con disabilità e gli educatori del Progetto Calamaio.

Alla base, infine, il nostro fiore all’occhiello, il classico percorso “Progetto Calamaio-Incontro con la diversità”, il motore da cui tutto è cominciato, che approfondisce in un pacchetto di tre incontri (la conoscenza dell’altro, l’incontro con l’altro e la costruzione del noi) i tre passaggi fondamentali di ogni esperienza di relazione con la diversità, a partire da ciò che questa provoca, stimola e suscita in ognuno di noi.

I percorsi e le attività del Progetto Calamaio sono rivolti alle scuole di Bologna e del territorio e di tutta Italia.

QUI  il pdf con la proposta completa, con costi, durate, quali percorsi rivolti alla scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria.

Per ulteriori informazioni sui contenuti dei percorsi e prenotazioni: Sandra Negri (sandra@accaparlante.it) e Emanuela Marasca (emanuela@accaparlante.it)

 

Progetto Calamaio, ogni macchia è un “guaio”, siete pronti a farvi contagiare?

Buon anno scolastico a tutte e tutti!

 

 

Un tuffo nel colore!

Giochi, animazioni e incontri con bambini e ragazzi di tutte le età, formazioni per adulti e in Università, laboratori interni per e con persone con disabilità a tu per tu con i propri limiti e risorse, ma anche arte, teatro, cinema, musica… Fare Servizio Civile al Cdh è insomma un’esperienza a tutto tondo, dove ognuno può mettere in campo non solo le proprie braccia ma anche le proprie idee e creatività. Partire dai gusti, le attitudini e le passioni di ciascuno è infatti la cifra con cui il Calamaio sceglie da sempre di coinvolgere i nuovi arrivati, per consentire a tutti di sperimentarsi in prima persona nell’incontro con la disabilità come riconoscere nel proprio lavoro parti importanti del proprio vissuto e esperienze.

La nostra Roberta Simonetti, volontaria del Servizio Civile Nazionale 2017/18, non ci ha pensato due volte.

Artista tuttofare, laureata all’Accademia di Belle Arti e instancabile fucina di idee, ci ha proposto un laboratorio a puntate sul tema del colore, stuzzicandoci con una bella domanda: “Tutto intorno a noi è colore, ma cosa sappiamo del colore? Che cosa significano per esempio le parole rosso, blu, nero e bianco?”.

Così Roberta ci ha accompagnati in un viaggio alla scoperta dei significati dei colori tra scienza, materia, storia e psicologia. Un percorso graditissimo dagli animatori con disabilità del Calamaio che nel colore non vedevano l’ora di metterci le mani!

 

Qui il racconto della conduttrice, che ci regala anche qualche suggerimento per provare a replicarlo con chi volete in quattro comodissimi step!

“Un giovedì al mese, per tutta la durata del Servizio Civile 2017-2018 Progetto per una cultura dell’inclusione, ho avuto la possibilità di gestire ed organizzare in autonomia un laboratorio.

Il mio progetto, frutto dei miei studi universitari, ha approfondito in modo teorico e pratico l’universo cromatico.
L’ interesse verso questo argomento nasce dal fatto che, molto spesso, non pensiamo al colore come qualcosa di fondamentale ma piuttosto come un involucro una superficie. In realtà, il colore è una costante imprescindibile della realtà in cui viviamo: tutto attorno a noi ha un colore.

Per comprendere e scoprire al meglio il mondo dei colori ho strutturato il laboratorio in 4 step, dettati e distinti proprio per affrontare la tematica in diversi ambiti. Eccoli qui:

STEP N. 1. L’AMBITO SCIENTIFICO del colore

Abbiamo scoperto cos’è il fenomeno del colore e perché lo vediamo. Questa parte molto complessa, per via delle leggi fisiche e chimiche che si instaurano tra il processo occhio-colore-visione, è stata accompagnata da un esperimento pratico in cui abbiamo notato come la luce sia un elemento fondamentale per la visione.

STEP N.2 L’AMBITO MATERIALE del colore

Gli animatori con disabilità hanno toccato con mano la materia colore; con tempre e pennelli ci siamo avvicinati a questa sostanza, capendo come si crea e da cosa è composta.  L’attività pratica è stata colorare il cerchio cromatico o cerchio di Itten, in cui abbiamo distinto colori primari e secondari, successivamente caldi e freddi.

STEP N.3 L’AMBITO STORICO del colore

Attraverso la linea del tempo abbiamo fatto un excursus storico recuperando lo sviluppo e i cambiamenti nell’uso delle tinte nelle diverse culture e nei diversi secoli. I secoli da me scelti sono stati, Presitoria (30000 a.C.), Civiltà Egizia (4500 a.C.), Civiltà Romana (753 ac-472 d.C.), Periodo Medioevale (X-XV sec d.C.). È stato messo in evidenza come venivano utilizzati materiali e tecniche sia a livello teorico sia a livello pratico, adattandoci a dipingere come facevano ai tempi, perciò anche con le mani o con le terre naturali.

STEP n.4 AMBITO EMOZIONALE e PSICOLOGICO del colore.

Qui abbiamo dato voce a quel “qualcosa” di non razionale, abbiamo provato a sentire cosa provoca il colore nel nostro animo. Molti studi condotti nei primi decenni del secolo scorso da psicanalisti e psichiatri come C.G. Jung affermano che Il colore stimola il nostro essere interiore, essenzialmente connesso agli stati d’ animo e alla parte più inconscia e intima della psiche. Proprio da questi studi nascono discipline come la cromoterapia, attività che ci insegna a riconoscere i linguaggi non verbali e ad utilizzarli in modo inusuale per far dialogare i contenuti inconsci del nostro essere con la realtà circostante.

 In questo step ad ogni partecipante è stato chiesto quale colore preferiscono, cosa provano guardandolo e cosa attribuiscono ad esso: oggetti, prodotti, emozioni, ricordi ecc.…

Gli operatori hanno sollecitato il dialogo intimo e personale con ogni singola persona al fine di risvegliare nella memoria momenti e sensazioni. 

Successivamente i partecipanti sono stati invitati a materializzare, ovvero rendere opere concrete le esperienze narrate oralmente. Attraverso tecniche artistiche miste, pittura, collage, testi e soprattutto attraverso il colore abbiamo ridato vita a un ricordo perduto o tralasciato.

Ogni persona si è messa in gioco raccontando un po’ del proprio “Se” attraverso uno stimolo inusuale come il colore. Il colore per concludere è uno specchio spontaneo della nostra personalità: tutti i giorni nelle azioni più comuni o quotidiane, dalla scelta dei nostri vestiti alle pareti della nostra casa, nel godere di un tramonto o delle meraviglie di un paesaggio, possiamo comprendere come esso partecipi della nostra felicità.

 Ogni animatore disabile per raccogliere e conservare i lavori fatti in questi sei mesi è stato dotato del ‘Libro dei colori’, un libro manualmente rilegato realizzato appositamente per documentare, testimoniare e ricordare l’esperienza fatta insieme”.

Roberta Simonetti

Che ne dite, guarderete allo stesso modo un bel tramonto estivo?

Detto ciò non ci resta che augurarvi buone vacanze e ringraziarvi per averci seguiti fino a qui. Ci vediamo a settembre con tante, tantissime novità. Fermi, lo sapete, non ci riusciamo proprio a stare…

Un abbraccio e a presto Calamai!

LA LETTURA COME STRUMENTO DI COMPRENSIONE DELLA REALTA’

Nel giorno 23 novembre, la Cooperativa Accaparlante era presente al convegno IBC, ovvero “Io amo i Beni Culturali”, presso la Fiera di Bologna in via Aldo Moro, per presentare il progetto svolto lo scorso anno con le scuole “Saffi”. Da oltre trent’anni il Centro Documentazione Handicap tratta temi come la diversità, la disabilità e del contrasto all’emarginazione. Così è nata l’idea di coinvolgere 13 classi di queste scuole, “Don Minzoni”, “Garibaldi” e “Romagnoli”, nel progetto di ampliare, all’interno delle loro biblioteche, l’offerta di libri modificati, ossia testi che, tramite il linguaggio simbolico, facilitano la lettura da parte di chi ha difficoltà nel comprendere i libri tradizionali. Il progetto portato avanti dal CDH insieme alle scuole Saffi consiste nel preparare gli alunni all’uso del programma “SymWriter”, uno dei software specializzati nella traduzione dei testi in sequenze di simboli.

“Lo scorso giovedì con Roberto e Manuela siamo stati al convegno IBC a presentare il progetto svolto lo scorso anno con le scuole “Saffi”. La professoressa Anna Maria Filardi, dopo averci spiegato l’obiettivo del progetto, ci ha mostrato un video di presentazione, dove spiegava le attività svolte nel nostro lavoro con i libri modificati, di cui: “Il diario di Anna Frank” e “Il grande gigante gentile”. Mi sono molto emozionata, c’era tanta gente che era coinvolta e partecipe. Mi sono commossa perché il pubblico ha mostrato molto entusiasmo per quello che abbiamo realizzato in questo progetto. Il risultato più grande è stato vedere lo stupore della gente, il quale non pensava che una biblioteca così piccola come la nostra, potesse fare un lavoro così importante.  Questo mi ha fatto sentire molto orgogliosa di appartenere a questo gruppo. Anche i ringraziamenti istituzionali di Roberto mi sono piaciuti particolarmente che, davanti a tutti, mi ha elogiato per le mie capacità nell’uso del programma.”  

Sara Foschi

Il progetto si è concluso con l’inaugurazione dello “Scaffale dei libri accessibili” all’interno della scuola e con la presentazione dell’iniziativa alla cittadinanza nella biblioteca comunale “Salaborsa”, che ha visto partecipare tutti gli studenti coinvolti.

Un’esperienza nell’esperienza, che si è rivelata utile per superare gli stereotipi legati alla diversità e permette, a chi sconta a sua volta i rischi del pregiudizio sociale, di sentirsi meno escluso.

Ognuno ha saputo apportare il proprio contributo riflettendo sulle capacità possedute, mettendosi in gioco e vincendo le eventuali differenze.