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Progetto Calamaio? Si torna a scuola!

Carissime e carissimi,

bentrovati e bentornati alle vostre attività!

Come vedete il Progetto Calamaio è già  pronto a cominciare con la solita energia una nuova “stagione 2019/20”. Il grill di partenza, come direbbe il nostro Mario Fulgaro, è già fissato per il 10 settembre a Palazzo Re Enzo, dove, dalle ore 10 alle ore 17, si terrà un Open Day con tanto di banchetto promozionale per informare tutti sui progetti che saranno svolti nelle scuole.

L’Open Day si intitola “Cosa abbiamo in comune” (il che ci piace molto) e nasce per presentare a insegnanti, educatori e dirigenti l’offerta formativa del Comune di Bologna e della rete educativa.

Nell’attesa di incontrarvi e di rivedere tanti colleghi e facce amiche, vi ricordiamo che gli educatori e gli animatori con disabilità del Calamaio sono sempre disponibili a raggiungervi in tutta Italia e non solo per continuare ad alimentare insieme lo sviluppo di una scuola e di una cultura inclusive.

QUI le nostre proposte didattiche ed educative per l’anno scolastico 2019/20 rivolte a studenti, genitori, operatori e insegnanti.

Tra le novità anche il laboratorio di orti urbani accessibili  Calamaiorto e Storie Per Tutti, letture ad alta voce dai 3 agli 8 anni, accompagnate da diversi modi di leggere e di ascoltare, per consentire anche ai bambini con disabilità sensoriali o difficoltà di lettura e di apprendimento, e ai bambini migranti che non conoscono ancora bene la lingua italiana, di fruire della magia del racconto.

Se vi abbiamo incuriosito non esitate a contattarci a calamaio@accaparlante.it.

Le prime 5 classi prenotate avranno l’occasione di passare gratuitamente Un giorno al Cdh! Una mattinata di giochi e laboratori, una visita guidata tra gli spazi del Centro Documentazione Handicap di Bologna alla scoperta della Biblioteca specializzata, del libro in simboli, tattile o senza parole.

Nell’attesa di incontrarci presto, vi salutiamo ora con i versi di una Maestra. Sono le parole che l’insegnante Maria Rosa Trombetti della Scuola Materna Fantini ha dedicato a Ermanno Morico, storico animatore con disabilità del Progetto e scrittore di fiabe, autore dell’ormai celebre “Il gErmanno reale e altre storie”

 

Ermanno/hai rimesso le carte nel mazzo/di nuovo hai ripreso a giocare/con nuove cose da fare e da dire/con pezzi di sogni da ricostruire.

 Ti scopri inventore di parole leggere/di favole vere/Con linguaggio profondo/racconti che c’è speranza nel mondo.

[…]

Continua a scrivere e a raccontare/per gli occhi di bimbi che ti stanno a guardare/con loro ridi/ lavori/ ti metti a giocare.

Nasce stupore/ la confusione presto si espande/cresce la gioia, diventa grande/un’emozione intensa e sincera/lascia una traccia sottile e leggera.

[…]

Buon anno scolastico a tutti!

 

Per ulteriori informazioni sul progetto, le formazioni e i singoli percorsi:

Sandra Negri (Coordinatrice Progetto Calamaio)- sandra@accaparlante.it

Tel. 051.6415005 – Cell. 349.2481002 (dalle ore 9.30 alle ore 15.30)

Coop. Accaparlante – Via Pirandello 24,  40127 Bologna

 

 

“Inclusione non fa rima con illusione” – il Progetto Calamaio vola a Taranto

-INCLUSIONE NON FA RIMA CON ILLUSIONE-

Giovedì 9 maggio siamo stati invitati a Taranto da Angela Dragone, della FLC CGIL Taranto, per partecipare ad un convegno sull’inclusione nelle scuole, insieme ad alunni, docenti, referenti per l’inclusione scolastica, dirigenti della sezione cittadina dell’Unione Italiana Ciechi e operatori della cooperativa Sociale Logos di Taranto. Al convegno si respirava un’aria di curiosità e voglia di imparare, ottima occasione di scambio e conoscenza tra la nostra realtà e quella tarantina. Un’esperienza intensa, sentita e partecipata.

Claudio dice “La disabilità, ho scoperto, è davvero una malattia. Non solo. La disabilità è una malattia che, se non si prendono le dovute precauzioni, le dovute distanze, tende a essere contagiosa. E i primi sintomi si verificano quando una persona inizia a farsi delle domande scomode.” Con ironia Imprudente paragona la disabilità e la conoscenza di essa ad una malattia contagiosa, che più la scopri, più ti porterà a relazionartici. L’abbiamo visto anche con i vari esempi portati da Viviana Lusso, docente Miur specializzata nelle attività didattiche di sostegno, e Angela Aquaro, vice presidente di Proteo Taranto, che tramite attività e laboratori hanno avvicinato i/le ragazzi/e alla prosocialità e al diverso, indirizzandone anche una scelta universitaria futura.

Ovviamente nella parte pomeridiana, indirizzata solo ai docenti e prof di sostegno, non ci siamo fatti mancare i nostri giochi di ruolo, portando gli spettatori a mettersi in gioco e provare a cambiare prospettiva, di lasciare il proprio comodo posto per poi risedersi in una posizione diversa e sconosciuta. Una nuova postazione dove vedrai altro rispetto a prima, cose di cui magari non ti eri manco accorto, allargando così il tuo sguardo sull’altro e la tua conoscenza. Per fare inclusione bisogna muoversi, bisogna divertirsi, bisogna sapersi mettere in gioco perché l’inclusione è statica. “Facciamo cambio posto?

Ringraziamo Angela Dragone, Viviana Lusso, Angela Aquaro, Fabio Mancini per l’ospitalità e il grande cuore messo in questo lavoro!

Un Geranio a “Un Prato di libri”

“Un Prato di libri” è il festival della lettura per bambini e ragazzi under 18, ospitato nella provincia di Prato, quest’anno dal 12 al 14 aprile. Una festa esclusivamente dedicata ai giovani e al loro rapporto con lo straordinario mondo dei libri, un mondo che non conosce barriere e vince ogni noia, consapevoli del fatto che, per mantenerne vivo il piacere e il valore, spetta a tutti noi un solido lavoro sull’accessibilità e la cultura inclusiva.

Nel prato si può trovar di tutto, semi di tutti i tipi, terra, lombrichi, radicchi, fiorellini, erbe vagabonde, erbacce spontanee o da curare. Ognuno nel prato trova il suo posto, il suo spazio e ci sta bene. A volte, nel prato,  nascono anche nuove parole e nuovi significati come quello di “bioDiversità”: il diritto all’essere te stesso, all’unicità, alla felicità per essere liberi di crescere nella diversità. Quest’anno il Progetto Calamaio ha partecipato al festival durante la giornata del 12 Aprile, con la presentazione del libro “Da Geranio a Educatore” di Claudio Imprudente, affrontando il tema dell’inclusione e della fragilità, insieme a bambini e insegnanti!

Così Claudio si è rivolto agli studenti, proponendo loro un’ironica riflessione sul concetto di “fragilità”:

“Mi accorsi con piacere dell’arrivo dei bicchieri di cristallo che attendevo da tempo. Sul pianerottolo, eccolo lì, il classico pacco di cartone marrone con la scritta “fragile”, da cui sono partite una serie di riflessioni.

In base a che cosa infatti definiamo un oggetto più o meno fragile? Dipende dalla consistenza, direte voi, dalla robustezza, dalla capacità di reggere agli urti e alle cadute, dall’aver bisogno o meno di particolare cura e manutenzione. Pensate poi all’azione che compiamo quando solleviamo un peso: ci abbassiamo, abbassiamo le braccia, le gambe, ma anche gli occhi e lo sguardo per prendere le misure con la fatica che, pensiamo, ci aspetterà. Ci dimentichiamo che ai pacchi più fragili è abbinata anche un’altra scritta: “tenere verso l’alto”, il che cambia completamente la prospettiva. Che fare allora? Guardare in basso o guardare in alto? Scegliere a volte non è del tutto immediato. 

Quando ci approcciamo alla fragilità insomma tendiamo a complicarci la vita. Ci dimentichiamo che esiste un equilibrio tra lo sguardo che sta in basso e quello che sta in alto e che è proprio lì in mezzo che la maggior parte delle nostre forze e possibilità si concentra. Prendere le misure a tu per tu con il pacco, alzarlo, abbassarlo, spostarlo, scegliere se e quando seguire le indicazioni della freccia è probabilmente il  modo più utile per non danneggiare il contenuto. 

Anche se… Lo sapevate che il cristallo può essere molto più resistente del vetro?”.

 

 

Ringraziamo veramente di cuore gli organizzatori per la bella giornata e per l’ottima organizzazione dell’evento in una città così accogliente.

A partire da un libro

La scorsa settimana, lo scrittore con disabilità Luca Gioacchino De Sandoli ha presentato, presso la nostra sede, i suoi tre ultimi libri: “Il Grande Torino e altri racconti”, “La terra è femmina” e “Pausinite”.

Ecco la recensione di Mario Fulgaro, animatore del Progetto Calamaio e poeta, che con le sue considerazioni critiche così ci conduce nel cuore del libro di Luca:

“È sempre bella l’idea di far rivivere, con un pizzico di nostalgia e tanta fantasia, tutto ciò che il vivere consuma, relegandolo nella gabbia dorata dei ricordi. Ripescando, dalle memorie storiche, nomi di calciatori scomparsi per un qualche capriccio del destino, è possibile disegnare una formazione di campioni da contrapporre, magari, ad un’altra squadra blasonata e, nell’immaginario collettivo, invincibile.

Il Grande Torino, scomparso con la strage di Superga negli anni Quaranta, sembra proprio sposarsi bene alle intenzioni narrative di Luca De Sandoli, per la pubblicazione di un testo che prende proprio il nome de “Il Grande Torino”. Tutto questo è comunque il pretesto per raccontare dell’altro. Al titolo infatti si aggiunge il sottotitolo “e altri racconti”, non necessariamente legati a vissuti calcistici.

Quando uno scrittore sente di aver realizzato un’opera letteraria di valore, avverte anche l’urgente bisogno di volerla divulgare e condividere con un pubblico di uditori attenti. Proprio quello che è successo al Centro Documentazione Handicap di Bologna, dove una trentina di persone si è impegnata ad ascoltare ed interrogare, incuriosita, l’autore di un testo così originale. Le domande sono nate spontanee e ci hanno consentito di conoscere meglio Luca e tutto il suo lavoro.  Ora che il Natale è alle porte, perché non regalare alle persone care una buona lettura? Io il libro di Luca ve lo consiglio proprio!”. 

MONDIALI ANTIRAZZISTI 2018 – Dove tutte le differenze fanno rete !

I Mondiali Antirazzisti sono una forma concreta di lotta alle discriminazioni attraverso tutti gli sport, con il calcio al centro, e come facciamo da 6 anni partecipiamo attivamente con la squadra di calcio del Centro Documentazione Handicap, che negli anni ha visto scendere in campo uomini, donne, bambini con ogni tipo di abilità. Anche quest’anno dal 5 al 9 luglio abbiamo fatto sentire la nostra presenza, sfoggiando la nuova maglia personalizzata. Qui sotto i racconti degli animatori Andrea e Lorella, che hanno partecipato alla manifestazione.

Andrea:

“Venerdì 6 luglio 2018, siamo andati a Bosco Albergati in occasione dei mondiali antirazzisti, evento che tramite lo sport cerca di ridurre le discriminazioni e noi, come ogni anno, abbiamo partecipato a nome CDH. Esperienza, dal mio punto di vista, molto bella perché momento di incontro tra realtà diverse, unite dallo sport, e per il semplice fatto di essere una buona occasione per fare un po’ di ballotta con colleghi, amici, e molta altra gente.”

Lorella:

“Questo evento includeva varie squadre multiculturali di nazionalità diverse, noi come CDH abbiamo partecipato con entusiasmo, perché siamo un centro che vuole fare integrazione, con tutte le altre culture svantaggiate come la nostra sulla disabilità. Io sono stata molto contenta di partecipare, quando partecipiamo a queste  grosse manifestazioni importanti, non mi tiro mai indietro molto orgogliosa come sono io.”

Cuori ruggenti

Mercoledì 30 maggio, presso il Centro Documentazione Handicap, sono venuti a trovarci degli attori che hanno proposto uno spettacolo con i burattini.

Queste persone fanno parte di un’associazione chiamata “Arte e Salute ONLUS”, situata a San Giovanni in Persiceto che, in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale dell’Ausl di Bologna realizza laboratori teatrali con persone che hanno disturbi mentali.

Il titolo dello spettacolo che ci hanno presentato è “Cuori ruggenti”. Lo spettacolo prende spunto dalla legge Basaglia, emanata nel 1978 e che quest’anno compie 40 anni, che portò alla chiusura dei manicomi permettendo alle persone con problemi mentali di poter vivere liberamente ed essere presi in carico dal servizio sanitario nazionale che dopo pochi mesi verrà istituito per tutti i cittadini italiani.

Lo spettacolo è ambientato in un museo d’arte e racconta la storia di una statua che rappresenta un leone fatto di pietra e di gesso che cercava di essere libero e trovare un amico. Purtroppo però, tutti i visitatori del museo e la custode non riuscivano a capirlo e nemmeno a riconoscerlo oltre il suo essere statua. Solo un bambino riesce a vederlo come un amico e riconosce il cuore che pulsa al suo interno. Grazie a quel bambino, riesce a scendere dal piedistallo e si sente finalmente libero dalla gabbia di pietra e di gesso in cui era rinchiuso.

https://www.facebook.com/AssociazioneCentroDocumentazioneHandicap/videos/10156479842535956/

Come pubblico, oltre a noi, c’erano dei burattini inanimati che servivano per fare scena. Questi burattini verranno poi completati, dipinti come fossero veri e propri esseri umani, entro ottobre quando lo spettacolo vedrà la luce. Questa presentazione infatti era solo una prova per vedere come si sentivano gli attori. Quindi lo spettacolo che abbiamo visto, è stato solo una piccola parte, ovvero la prima scena dell’intero progetto.

Lo spettacolo, adatto sia ai bambini che agli adulti, mi è piaciuto perché parla di un tema importante in maniera leggera, e sono curiosa di vederlo completato. Nella prima parte della rappresentazione, gli attori erano intimiditi. Poi però nella seconda prova, si sono scaldati e sciolti.

Vi aspettiamo numerosi allo spettacolo completo che si terrà nel mese di ottobre. Per qualsiasi informazione contattare: http://www.arteesalute.org/

TANTA LUCE A MONTESOLE

In occasione della festa della liberazione d’Italia dal regime Nazi-fascista e per ricordare la battaglia di Marzabotto che ha visto sacrificarsi 770 combattenti per la nostra patria, noi del Progetto Calamaio, insieme alla scuola secondaria di primo grado di Marzabotto e al coro Farthan, abbiamo partecipato alla festa di Montesole, proponendo varie attività ed animazioni, di cui alcune interpretazioni in chiave ironica sulle leggi razziali.

Nel corso della giornata si è colta anche l’occasione per presentare il libro de Il diario di Anna Frank” tradotto in simboli CAA, elaborato dagli animatori con disabilità del progetto Calamaio, successivamente pubblicato dalla casa editrice “La Meridiana” e dalla collana “Parimenti”.

Il tutto era accompagnato dai canti del coro “Farthan” che intonava canzoni africane e bolognesi.

Dopo queste attività, ci siamo premiati con un ricco e succulento pic-nic all’insegna della condivisione.

In un’altra zona del grande parco di Montesole, si sono susseguiti vari personaggi, tra cui un’ex partigiana, Lidia Menapace, che ha raccontato della propria esperienza vissuta durante la guerra, rendendo partecipe e attivo tutto il pubblico. Fra i vari presenti, c’erano anche Gino Strada e il giornalista Gabriele Del Grande che hanno alimentato la giornata con discorsi profondi e toccanti riguardanti l’argomento.

Si sono esibite varie band musicali che hanno scaldato gli animi dell’intero popolo.

Tutte le belle sensazioni provate durante la festa della Liberazione a Montesole, hanno svegliato in ognuno di noi esplicite emozioni:

“Ricordo…  fascismo…   festa…  trasposizione tra guerra che c’è stata e pace conquistata…  spirito di pace da conservare attraverso la memoria…  divertimento…  ascolto…  creatività…  morti per la libertà…  liberazione dell’Italia dai Nazi-fascisti…  per non dimenticare…  ammirazione…  natura…  tradizione…  vita, tante tragedie ai tempi della guerra…  costume da mare sul prato di Montesole…  condivisione fra generazioni…  baldoria…  condivisione di pensieri,intenti e ricordi…  tanti sorrisi…  positività…  finestra verso il futuro…  festa per il domani, una festa per ricordare…  musica live…  famiglia…  animazione…  povertà…  richezza…  relazione,amicizia e compagni…  e… TANTA LUCE A MONTESOLE!”

73° Anniversario della Liberazione

Nel giorno 19 Aprile, presso il CDH in via Pirandello 24, abbiamo affrontato il tema della Liberazione. E’ un tema che ci riguarda tutti e che ogni volta ci tocca nel profondo.

Noi del progetto Calamaio si sono confrontati attraverso la visione di video e la lettura di lettere scritte da ebrei per Mussolini.

Durante la riflessione molti di noi sono rimasti colpiti da una lettera scritta da una madre disperata che chiedeva aiuto a Mussolini. E’ infatti emerso il tema dell’obbedienza e del rispetto che sicuramente ha caratterizzato quell’epoca.

Noi sosteniamo che atteggiamenti e comportamenti di quel periodo erano considerati normalità perché venivano imposti piano piano.

Parliamo sicuramente di un periodo caratterizzato da disperazione in cui le persone fingevano di non capire la gravità di quello che stava succedendo.

Pian piano è come se si fosse creata una “gabbia” fatta apposta per illudere in cui le imposizioni venivano fatte passare come scelte del popolo.

Facendo riferimento ad oggi, ci rendiamo conto che anche nella nostra quotidianità, siamo spesso messi di fronte a situazioni che ci fanno male.  Ancora oggi esistono atteggiamenti di discriminazione, soprattutto verso persone di diverse culture.

L’immigrazione è un tema molto odierno infatti, i Mass Media, ci mettono tutti i giorni davanti a notizie che trattano questo argomento. Quello di cui siamo certi è che oggi possiamo usufruire di mezzi che prima non si avevano.

Anche la scuola e l’istruzione, rispetto al passato, hanno fatto un bel cambiamento in quanto, ad oggi, ognuno è libero di avere una propria opinione.

Siamo certi che oggi è molto più facile confrontarsi ed è anche molto più facile usufruire di mezzi che sono fondamentali per la Libertà di pensiero.

E’ importante far valere il proprio pensiero anche se a volte si può avere paura di sbagliare o di essere giudicati. La paura si deve superare… INSIEME!

“IL COMUNALE VA IN CITTA'”… E PASSA ANCHE PER IL CDH!

Lo scorso venerdì 16 marzo, presso la Cooperativa Accaparlante, la rassegna “Il Comunale in Città” ha portato la musica da camera in un luogo adatto a chi, per motivi economici, di salute o di accessibilità, non può ascoltarla dal vivo nelle sedi “classiche”.

Alcuni concertisti dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna si sono esibiti gratuitamente in un programma per strumenti a fiato composto da tre clarinetti.

Il teatro, inteso come edificio storico, ha una funzione centrale nel tessuto urbano della città e desidera consolidare il suo ruolo come luogo di confronto con la comunità del territorio in cui si trova. Per questo, l’esecuzione solistica dei suoi migliori interpreti, ad organico ridotto, offre l’opportunità di un facile adattamento anche a spazi non solitamente utilizzati per la proposta musicale, valorizzando la bellezza di un repertorio di rara esecuzione ed inserendo un nuovo dialogo con piccole o grandi realtà cittadine.

L’evento ha avuto inizio con la presentazione della rassegna da parte della coordinatrice, una persona squisita e profonda con un evidente amore per la musica nonché pianista, passando poi alla presentazione dei musicisti, dei loro strumenti e i compositori dei brani da loro interpretati: Mozart, Bouffil, Rossini.

Durante l’attesa di passare da un brano all’altro, ci sono state delle domande da parte del pubblico partecipante riguardanti le differenze strutturali dei vari clarinetti. Con molta gentilezza e parsimonia uno dei musicisti ha spiegato le varie particolarità, incrementando, in ognuno dei presenti, interessanti informazioni strumentali e musicali.

E’ stata un’esperienza molto importante, memorabile e costruttiva, soprattutto per i nostri animatori con disabilità che hanno partecipato nell’ascolto della musica da camera:

Il concerto mi ha emozionata, ho scoperto che l’ebano, il legno dei clarinetti, è un legno pesante ed è l’unico che affonda in acqua.
Mi è piaciuto fare delle 
domande ai musicisti perché ero molto curiosa. Fra i tre clarinetti, c’era uno particolarmente diverso dagli altri due, molto più lungo e aveva un’uscita in fondo come una tromba; ho chiesto al clarinettista come mai e mi ha spiegato che, dato ci sono due tasti in fondo da far aprire e chiudere, permette al suono di uscire meglio. Per me era la prima volta che sentivo suonare dei clarinetti dal vivo. All’inizio è stato un po’ fastidioso il suono non essendoci abituata, ma poi mi sono lasciata trasportare ed ho iniziato anche a dondolarmi.

Danae

 

La musica da camera la conosco poco, è stata la prima volta che la sentivo dal vivo. Erano presenti 3 musicisti del Comunale di Bologna a farci un concerto di tre clarinetti. Hanno suonato delle opere di Mozart, Bouffin e di Rossini mentre una pianista, la coordinatrice della rassegna, ci raccontava la storia dei brani e dei compositori. E’ stato molto bello e interessante e ci hanno anche raccontato come si creano gli strumenti provenienti dal legno di ebano. È stata un’esperienza che sarebbe bello ripetere per conoscere sempre meglio questo mondo.

Tatiana

 

Mi è già capitato altre volte di assistere a dei concerti dal vivo, la musica mi piace molto. Quella classica in particolare è per me molto importante e l’esecuzione è stata bellissima. Era il mio primo concerto da camera! I pochi strumenti, tre clarinetti, non mi hanno fatto sentire comunque la mancanza di nessun altro strumento. Il clarinetto era il protagonista. È uno strumento forte, il suono è acuto e nello stesso tempo molto dolce. Ai concerti di teatro a cui ho partecipato non mi sono mai state date spiegazioni, invece in questo caso prima di ogni brano la coordinatrice della rassegna teatrale ci ha di volta in volta presentato gli autori e contestualizzato i brani. L’ho trovata utile e chiara. Preferisco questa modalità di ascolto perché mi permette di apprezzare meglio ciò che sento.
Al termine del concerto abbiamo chiesto il bis ed hanno eseguito una tarantella dal titolo “La danza” di Rossini. È il brano che mi ha colpita di più perché è allegro e mi ha fatta sentire felice.
È stata una bella esperienza.

Sara

 

I musicisti mi sono sembrati bravi… Sono venuti a suonare da noi tre clarinettisti. Uno di loro suonava il clarinetto basso, il cui suono “a mio parere” è stupendo e la struttura è più grande degli altri; mi è piaciuto molto la profondità del suono che emette. Presentava un’altra musicista, (sempre del teatro comunale) che però a differenza degli altri, suona il pianoforte. La sua presentazione consisteva nella presentazione dei clarinettisti, ed anche nella descrizione dei brani interpretati. Hanno suonato opere ormai storiche di Mozart, Bouffin e Rossini.

Sapevo cos’era un concerto da camera ma, ad eccezione forse dell’anno scorso, non avevo mai assistito ad uno. La musica, chiaramente, mi ha rilassato alquanto direi. I musicisti erano vestiti eleganti però io non ho sentito distanze tra loro e me perché dai loro atteggiamenti non si percepiva il suddetto distacco. La musica classica in generale mi è sempre piaciuta, non c’è un brano che mi ha colpito di più perché, a mio parere, erano tutti belli.

Andrea

 

La rassegna “Il Comuname in città” si rivolge a tutte quelle persone che desiderano riscoprire, in un giorno di festa, l’apertura del Foyer storico con la possibilità di una visita al Teatro, l’esecuzione musicale e, in ultimo, una dolce degustazione per chiudere in bellezza.

Per chi fosse interessato a partecipare può consultare il calendario e gli eventi sul sito ufficiale del “Teatro Comunale di Bologna” o chiedere informazioni scrivendo all”email: boxoffice@comunalebologna.it o chiamare infoline: 051529019.

Alla Casa della Memoria di Milano il Calamaio presenta il “Diario di Anna Frank” in versione INbook

“Caro diario, spero di confidarti ogni mio pensiero, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero che sarai per me un grande aiuto”.

Queste, molti di voi le riconosceranno, sono le parole iniziali del Diario di Anna Frank, uno dei testi simbolo della  Shoah,  che la tredicenne ebrea tedesca Anna, emigrata con la famiglia in Olanda, iniziò a comporre nel 1942. Un testo che a tutti noi del Progetto Calamaio è molto caro, perché scritto da un adolescente qualsiasi, come quelli che di solito incontriamo a scuola, moltissimi dei quali stranieri di seconda generazione . Una storia, la sua, che è anche un esempio di resistenza e di lotta in difesa della libertà, della pace e della diversità intesa come valore e non come un nemico da combattere, come oggi, ancora, alcuni vorrebbero farci credere.

Ecco perché gli educatori e gli animatori con disabilità del Progetto Calamaio si sono impegnati, per oltre 4 mesi, in un laboratorio di scrittura e traduzione in CAA, che, oltre a essersi rivelato per molti di noi una preziosa occasione di formazione presso l’Ausilioteca di Bologna,  ha reso il Diario accessibile anche ai giovani adulti con disabilità cognitive o linguistiche.

(Casa della Memoria di Milano)

Lo scorso giovedì 25 gennaio, alla Casa della Memoria di Milano, abbiamo così presentato il frutto del nostro lavoro, il primo volume di una nuova collana editoriale, nata dalla collaborazione tra edizioni la meridiana, il Centro Documentazione Handicap e Coop. Accaparlante di Bologna e l’associazione Arca Comunità “l’Arcobaleno” di Granarolo, sotto la supervisione del Centro Studi INBook.

Ma quindi, vi chiederete, che cosa sono gli INbook? Vi è mai capitato di vederne e soprattutto leggerne uno? Gli INbook, o libri in simboli, sono dei “libri su misura”, libri pensati e realizzati attraverso un adattamento e una traduzione in simboli del testo scritto affinché, attraverso il continuo rimando dell’immagine, il lettore possa essere facilitato nella comprensione delle parole.

A Milano abbiamo avuto l’occasione di raccontare il nostro lavoro, di condividere incontri e esperienze e di prepararci insieme alla successiva Giornata della Memoria del 27 gennaio. Tutto è iniziato con l’accoglienza e il saluto tenuto da Maria Fratelli, dirigente della Casa della Memoria di Milano. Insieme a lei il nostro Luca Cenci, educatore del Progetto Calamaio che con gli animatori Danae, Sara, Tiziana e Filippo ha seguito a Bologna il progetto, e che qui lo ha ha presentato, con Luca Errani (responsabile laboratorio CAA Arca Bologna – Comunità L’Arcobaleno), ed Elvira Zaccagnino (direttrice di Edizioni la meridiana).

Silvia D’Ambrosio (Referente nazionale Rete Biblioteche INBook), e Gabriella Marinaccio (Sistema Bibliotecario Milano – Attività e servizi per bambini e ragazzi) hanno invece tracciato un bel quadro di quella che è la complessa rete editoriale del mondo degli INBook con l’idea di trarne qualcosa di nuovo.

E per finire una vera, inaspettata chicca, un video-testimonianza di Moni Ovadia a sostegno del progetto, che ci ha fatto sorridere, riflettere e commuovere richiamandoci all’importanza dei risvolti che anche nell’attualità può avere un lavoro semplice come il nostro.

Lo hanno fatto anche Danae, Sara, Tiziana, Stefania e Filippo, gli animatori con disabilità del Calamaio che con entusiasmo hanno collaborato alla traduzione del Diario di Anna Frank insieme ai ragazzi delle Scuole medie Saffi di Bologna, che hanno partecipato ai nostri laboratori e hanno accompagnato il testo con le loro bellissime illustrazioni.

Gli studenti, molti dei quali stranieri, ci hanno inoltre ospitati nella loro scuola, conducendoci in un percorso a tappe alla mostra documentaria sulla storia di Anna, donata dalla Anne Frank House di Amsterdam.

Il Centro Documentazione Handicap di Bologna è un luogo in cui, le persone con disabilità e non, lavorano insieme per migliorare l’accesso a tutte le occasioni di vita come la scuola, il lavoro e la cultura, promuove il valore sociale delle persone con disabilità.

Così Tiziana, animatrice con disabilità del Calamaio, ci racconta a proposito del suo lavoro di “modificatrice” di libri:” Modificare mi piace moltissimo, mi rilassa enormemente, mi rilassa proprio il cervello! Mi piace perché posso dare il mio contributo e aiutare gli altri. Vorrei modificare tutti i libri del mondo, tutti i libri dell’universo, all’infinito!”

Nella nostra Biblioteca Ragazzi tante le fiabe tradotte in simboli dal Progetto Calamaio e i libri accessibili che potrai consultare…Che cosa aspetti? Ti aspettiamo!