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Autore: Progetto Calamaio

DAIMON OF LOVE

Immaginate di fare un salto indietro nel tempo, catapultandovi, magari, all’epoca dell’Antica Grecia, quella di Platone!

E ora pensate un po’ a come potreste sentirvi, se vi trovaste di soppiatto nel bel mezzo di un “simposio”, quel banchetto dove filosofi e pensatori erano impegnati a discorrere del sentimento più controverso e ricercato al mondo… Parliamo ovviamente dell’Amore!

Sarebbe davvero curioso e alquanto improbabile, starete pensando, eppure c’è chi ha avuto modo di provare un’esperienza paradossalmente simile!

Ed è proprio a tal proposito che alcuni animatori del Progetto Calamaio potrebbero raccontarcene delle belle!

Tatiana Vitali, Diego Centinaro, Andrea Mezzetti e Camilo De La Cruz, infatti, ormai da diversi mesi partecipano al percorso interdisciplinare di formazione teatrale e musicale, I Fiori Blu: musicateatro – sesta edizione, curato da Gruppo Elettrogeno Teatro, un progetto rivolto a persone che accedono alle misure alternative alla detenzione, a operatori sociali, persone di diversa età e provenienza, persone con disabilità, studenti e performers.

Così, nel corso di questa esperienza laboratoriale, all’interno di una vera e propria comunità artistica, i nostri pezzi da novanta hanno contribuito alla realizzazione di un bellissimo monologo a più voci, Daimon of love –  andato in onda su Radio Oltre lo scorso 21 Dicembre come restituzione del lavoro realizzato da “I Fiori Blu” – che si ispira proprio al Il Simposio di Platone.

In questa produzione corale ciascun partecipante ha avuto modo di esprimere e interpretare la sua idea di amore, talvolta con ironia, talvolta cantando, talvolta a partire da citazioni, proverbi e luoghi comuni che appartengono sì alla cultura popolare, ma che finiscono poi col riflettersi inevitabilmente nelle vite di ognuno, rafforzando le proprie credenze o addirittura maturandone di nuove.

Ma ora leggete cosa scrivono di questo percorso i nostri “simposiani”:

“Da quest’anno faccio parte della compagnia dei Fiori Blu. All’inizio del laboratorio ci siamo veramente ritrovati come se io fossi sempre stata con loro.

Stiamo imparando a muoverci e a tenere dialoghi e mi piace veramente molto.

Alle volte basta una battuta per darti la carica, nel senso che magari senti un attore che fa una battuta e magari il gruppo senza saperlo ci va dietro e regge il gioco. Piano piano stiamo imparando a staccarci dalla carrozzina perché il Simposio nasce come una cena dove tutti i filosofi erano coricati per terra.

La diretta radiofonica è stata un’anteprima di quello che faremo prossimamente dal vivo. Prepararsi è stato bello: avevamo il nostro copione e per il giorno della restituzione abbiamo imparato a memoria le nostre parti, è stato bellissimo farlo perché ho sentito il supporto di tutti”.

Tatiana Vitali, animatrice del Progetto Calamaio.

“Far parte del gruppo I Fiori Blu significa molto per me perché è un posto dove sono riuscito a trovare la mia dimensione, infatti, la mia passione più grande è la musica, in particolare, il canto. Questo è un ambito dove tiro fuori il meglio di me stesso: riesco a far uscire la mia creatività attraverso la voce e a interpretare al meglio come mi sento. Ma non è solo questo: quando sono nel gruppo mi sento in famiglia. Questa esperienza mi ha arricchito molto perché imparo sempre cose nuove, per esempio, “stare a ritmo” di musica e a seguire le indicazioni del maestro, inoltre, a stare con persone competenti nel canto mi sento stimolato, acquisisco varie conoscenze e competenze.

Ascoltarmi in radio è stato davvero strano, perché mi sentivo un’altra persona però mi sono sentito soddisfatto di come il nostro lavoro è riuscito. Ho trovato che la parte musicale del progetto si sia ben integrata con quella teatrale. È stato davvero interessante. E tutti sono stati davvero bravi. Sono fiero di far parte di questo gruppo “allargato”.

Camilo De la Cruz, animatore del Progetto Calamaio

“Affrontare il tema dell’amore nel percorso è stato molto bello e forte perché di solito faccio molta fatica a parlarne. In questo caso è stato diverso, è stato più semplice perché ciascuno ha espresso la sua idea di amore, e quando io ho detto la mia nessuno mi ha giudicato, mi sono sentito compreso da tutti.

Nella realizzazione del copione per la restituzione radiofonica ho dato il mio contributo, ho dato tutto me stesso e tutto il mio cuore, anche se spesso dico che per me l’amore è difficile. Ascoltarmi mi ha fatto un certo effetto perché non ho mai preso parte ad una trasmissione alla radio. È stato stimolante fare un’esperienza del tutto nuova”.

Diego Centinaro, animatore del Progetto Calamaio.

Potere dell’Amore, potere del Teatro.

A presto con le prossime novità!

USCITA DEL CALAMAIO A FOTONDUSTRIA 2021 “Food”

“Fotoindustria” è una Biennale di fotografia organizzata dalla fondazione MAST di Bologna: ogni due anni viene presentato un tema che caratterizza le esposizioni (quest’anno “Food”) diffuse per la città e il gruppo Calamaio non ha perso l’opportunità di prendere parte a questo evento!

Nella giornata del 17 novembre, alcuni di noi si sono recati alle esposizioni situate al MAMBO e a Palazzo Fava per approfondire i temi della mostra, ma con l’approccio critico che da sempre contraddistingue le nostre uscite.

All’interno di una visita a noi interessa non solo darci la possibilità di scoprire nuovi saperi, ma anche quella di testare l’effettiva accessibilità di un evento e sperimentare le nostre autonomie.

Abbiamo visitato le sedi dedicate alle mostre “Laboratory of Forms” di Jan Groover, “Favignana” di Herbert List e “Factory of Original Desires” di Bernard Plossu.

Erano tre mostre che trattavano il contenuto da vari punti di vista, in particolare Jan Groover si soffermava sulla natura morta, Herbert List sull’industria negli anni Cinquanta, mentre Bernard Plossu sul confronto fra il cibo e i paesaggi incontrati nei suoi viaggi.

Siamo stati attirati dall’argomento della Biennale, in quanto riteniamo che il cibo possa essere un soggetto interessante da discutere dal lato artistico, ma ci siamo scontrati con molte difficoltà.

Abbiamo organizzato questa uscita informandoci in anticipo su quali potessero essere i luoghi effettivamente accessibili, pur non essendo chiaramente esplicitato sul sito dedicato. Selezionando accuratamente, siamo riusciti a ritenere adeguati cinque eventi fra gli undici presentati.

Per quanto riguarda l’esposizione al MAMBO abbiamo riscontrato dei limiti dal punto di vista strutturale: la posizione delle cornici era troppo alta per chi le guardava dalla carrozzina, per alcuni di noi le teche con le fotografie erano irraggiungibili per la loro altezza, le luci non consentivano una visione chiara, le porte di ingresso non essendo automatiche non ci consentivano l’ingresso in autonomia.

Anche dal punto di vista dei contenuti, non mancano i problemi di accessibilità: i sottotitoli erano troppo veloci nei video, le didascalie non erano possibili da leggere.

Parlando delle mostre a Palazzo Fava, l’entrata ha presentato degli ostacoli, come l’accesso all’ascensore limitato dai frigoriferi della pasticceria dalla quale si entra, oltre al fatto che l’ascensore fosse molto piccolo e molto veloce nell’apertura e nella chiusura delle porte. Le fotografie erano allestite in maniera non del tutto accessibile a causa della loro disposizione in entrambe le esibizioni.

Per concludere la nostra uscita in bellezza abbiamo fatto ritorno verso Via Don Minzoni per un pranzo tra colleghi all’” Ex Forno MAMbo”. Carbonara ottima e servizio cordiale, anche se dal punto di vista dell’accessibilità ci sarebbe da migliorare: purtroppo non sono presenti servizi igienici attrezzati e i tavoli non consentono alle carrozzine di infilarsi agevolmente in alcuni punti.

UNA PILA DI STORIE

Nel libro “IL PILASTRO, storia di una periferia nella Bologna nel dopoguerra”, Giovanni Cristina scrive: “Il Villaggio del Pilastro è un complesso di edilizia pubblica sorto negli anni ’60 all’estrema periferia nord-orientale di Bologna. Probabilmente noto al pubblico per essere stato accostato a episodi di criminalità, il Pilastro è stato rappresentato, spesso in maniera stereotipata, come un quartiere degradato, “meridionale” e pericoloso”. Rispetto agli anni ’60 sicuramente questo quartiere è molto cambiato, nonostante ciò, non nascondiamo che la prima volta che abbiamo visto lo spazio che ci avevano assegnato da Acer in via d’annunzio 19/a, a primo impatto abbiamo pensato: “Ma dove siamo capitati!?”. Questo era il 2018. Ora siamo nel 2021 e questo “dove siamo capitati”, letto inizialmente in modo negativo, per noi si è trasformato in un’occasione per rivalutare la PILA, così battezzata dal nostro gruppo, e la zona in cui si trova. Noi siamo il Gruppo Calamaio, formato da educatori e animatori con disabilità che lavora con le scuole di ogni ordine e grado, per sensibilizzare bambini, ragazzi e adulti al tema della disabilità, diversità e inclusione. I nostri incontri sono caratterizzati da grande entusiasmo e carica. Da qui nasce il nome LA PILA, intesa come una batteria carica e per noi quel luogo era pieno di energia da sfruttare. Per questo nel 2019 ci siamo insediati stabilmente e abbiamo iniziato a vivere quel luogo abitato da culture diverse. “LA PILA, una carica di diversità”, questo il nome completo di questo progetto, si pone l’obiettivo di avere uno spazio inclusivo e di condivisione sociale e culture con il territorio. Rivolto a bambini, adolescenti, adulti e anziani. Uno spazio si inclusivo e aperto, perché chiunque poteva e può entrare, incuriositi dalla nostra presenza e di quei personaggi diversi, per scambiare due chiacchiere, giocare, raccontare e ascoltare. Proprio da queste chiacchiere e interazioni sono nate idee per far si che questa “PILA” non smettesse mai di essere carica.

Purtroppo, a causa della pandemia, la nostra presenza alla PILA è stata interrotta a malincuore.

Nel mese di settembre 2020 abbiamo ricominciato a rivivere lo spazio, con un piccolo gruppo di educatori e animatori con disabilità, svolgendo laboratori di giardinaggio e relazione con cittadini, proponendo giochi e caffè (a volte salato!). Con l’arrivo dell’estate, con la fine della scuola e l’inizio dei campi estivi siamo riusciti a diventare un punto di incontro per i bambini e le loro mamme dei palazzi limitrofi, riuscendo a instaurare una relazione di scambio sociale e culturale. Da questi incontri è nata l’idea di provare a partecipare al Bando Bologna Estate 2021, con il desiderio di incontrare più bambini possibili. Il progetto “Una Pila di Gazebo” si è svolto nei pressi della Pila, nel parco Piazza Lipparini, con cadenza settimanale alternando varie attività come animazioni condotte dai nostri educatori e animatori con disabilità del Progetto Calamaio, incontri di rugby con l’associazione i “Cinghiali” e percorsi tematici sul territorio in collaborazione con le case di quartiere. Una volta al mese “Storie Per Tutti”, un progetto del Centro Documentazione Handicap, ha proposto letture accessibili per le famiglie e per i bambini di tutte le età. Collaborando insieme ai centri estivi delle cooperative “Quadrifoglio” e “Il Circolo La Fattoria” siamo riusciti ad accogliere un grande numero di bambini. Ricominciare a fare le attività del Calamaio per questi giovani protagonisti è stata per noi una grande soddisfazione dopo questi anni di pandemia e assenza dalle scuole.

Nel 2020 è nata una collaborazione con i ragazzi di Luna APS, grazie ai quali proponiamo attività di tempo libero rivolte a ragazzi e adulti con disabilità. Abbiamo proposto diversi laboratori: “Luna Sfuocata”, incentrato sulla fotografia; “Luna Tattoo”, laboratori di disegno con la presenza di tatuatori professionisti e il mitico “Luna Spritz”, aperitivi a base di Spritz, musica e balli aperti alla comunità. Queste attività hanno portato ulteriore vita alla zona nei pressi della Pila, riuscendo anche in questi casi a interagire con i bambini e le loro famiglie, creando una piacevole atmosfera di gioco e scambio reciproco.

Il Centro Documentazione Handicap e la Pila ovviamente non si fermano qui e continueranno a essere presenti sul territorio Pilastro portando quello che sanno fare meglio: inclusione giocando e divertendosi!

Seguite le pagine “Associazione Centro Documentazione Handicap“, “Tutti Alla Pila” e “Luna APS” per restare aggiornati e non perdere le nostre attività.

Indi Mates – Coinquiline per scelta

Giovedì 21 ottobre abbiamo avuto il piacere di incontrare Elena Rasia e Margherita Pisani, le protagoniste del progetto Indi Mates, un’esperienza di vita indipendente nella città di Bologna nata da un annuncio Facebook nel quale Elena ricercava una persona con cui andare a convivere. La particolarità che rende questa storia diversa dalle altre è che Elena è una ragazza in carrozzina che viveva in una frazione di Marzabotto, quindi lontana dal centro e dalla vita che sognava, limitata nella libertà di scelta a causa delle difficoltà di movimento che comporta vivere in una zona di montagna, diventando “vittima” dell’organizzazione dei genitori.

Questa esperienza nasce da qui, da un’esigenza che conosciamo molto bene, la voglia di uscire di casa e di essere indipendenti. Indi Mates infatti è un progetto di convivenza, Elena non cercava un’amica ma una coinquilina che potesse aiutarla in orari prestabiliti in cambio di alloggio; infatti questa situazione è anche a vantaggio di Margherita, la quale non paga l’affitto, andando così incontro anche alle sue esigenze risolvendo uno dei grandi problemi della città metropolitana di Bologna, la ricerca di una casa.

Ovviamente non è tutto rose e fiori e anche in casa Indie Mates si litiga e si discute. Le ragazze ribadiscono l’importanza del rispetto degli spazi e del saper riuscire a capire quando è il caso di disturbare o meno l’altra persona. Un incontro di grande intensità che ha portato i nostri animatori a diversi dubbi e riflessioni sull’argomento:

“L’incontro con Elena e Margherita è stato parecchio interessante e mi ha colpito molto la determinazione di Elena, una spinta a fare di più. Però ovviamente ogni situazione è soggettiva e avrà bisogno un percorso diverso: per esempio ora non posso permettermi di pagare un affitto… figuriamoci due! Come fare? prima il lavoro e poi la casa, penserò a come risolvere tutto passo dopo passo”

CAMILO DE LA CRUZ, animatore del Gruppo Calamaio

“È stato molto stimolante perché mi ha dato molti spunti interessanti e mi ha fatto conoscere un modo per riuscire a cercare una casa e vivere da sola. Penso che sia un’esperienza fantastica e che Elena sia una persona molto forte e coraggiosa, determinata a raggiungere i suoi obiettivi. Personalmente mi frena la paura del nuovo, sono sempre stata abituata a essere assistita dai miei genitori e non ho mai fatto un esperienza fuori casa, ma sto cominciando ad incuriosirmi sempre di più..”

FRANCESCA AGGIO, animatrice del Gruppo Calamaio

Volo con te – Accaparlante e Panta Rei x Bet She Can

Volo con te è un libro-progetto che apre un dialogo tra generazioni e stimola la crescita personale e relazionale di tutti, promuovendo la consapevolezza e la libertà di scelta, temi cari a BET SHE CAN.

BET SHE CAN è un progetto che si rivolge in particolare alle bambine e alle ragazze nella fase della preadolescenza – tra gli 8 e i 12 anni – con l’obiettivo di accompagnarle nel loro percorso di crescita attraverso strumenti di supporto allo sviluppo della consapevolezza di ciò che sono (talenti e potenzialità) e di ciò che vogliono essere, fino alla libertà nelle loro scelte e azioni.

La storia, coinvolgente ed emozionante, pensata da Sabina Colloredo e accompagnata dalle sgargianti illustrazioni di Marco Brancato, racconta di due amiche che partono per un viaggio alla ricerca di Diego e che in realtà, attraverso questa ricerca, entrano in contatto con la profondità di se stesse. Lungo il cammino troveranno sorprese e ostacoli che si riveleranno fattori determinanti per il loro percorso di crescita.

Volo con te, nato anche dalle riflessioni e dall’ascolto dei vissuti dei  due focus group che hanno coinvolto genitori e bambini, è stato prodotto in collaborazione con la casa editrice Carthusia Edizioni.

Per questo progetto abbiamo collaborato insieme a Panta Rei, cooperativa che gestisce in convenzione con l’istituzione scuole e nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia quattro servizi educativi in città e il Servizio di Supporto alle Attività Pomeridiane (SAP) nei nidi a gestione diretta comunale. L’esperienza maturata in questi anni da Panta Rei, nasce da un’incubazione d’impresa quadriennale da parti di Reggio Children che negli anni di start up ha seguito insieme al Comune di Reggio Emilia la Formazione pedagogica e gestionale delle socie fondatrici.

il 7 e il 14 ottobre abbiamo incontrato due classi di quarta e quinta elementare del distretto del Pilastro, accogliendoli nella sala centrale del Centro Documentazione Handicap in via Pirandello 24.

Dopo la lettura del libro abbiamo cominciato a parlare di pregiudizi e stereotipi, delle etichette con cui di solito definiamo e categorizziamo le altre persone, spesso anche senza accorgercene. I bambini e le bambine delle classi che abbiamo incontrato ci hanno stupito riportando esperienze personali, andando a toccare nel vivo l’argomento, dimostrando come sia un tema che ci colpisce sin dalla tenera età e di quanto sia importante affrontarlo.

L’incontro si è concluso con la costruzione di un areoplanino di carta in cui bisognava scrivere sopra il proprio sogno cercando di svincolarsi dai limiti dettati dalla società in cui viviamo, per poi fargli prendere il volo… nella speranza che questa metafora si trasformi in realtà.

“Ma sapete da dove nascono gli stereotipi? Dalla paura, la paura del diverso e dell’ignoto che creano un’insieme di emozioni negative che si innescano quando ci si trova davanti a persone con caratteristiche differenti rispetto alle proprie, come il colore della pelle, il credo religioso o l’orientamento sessuale.”

Tiziana Ronchetti, animatrice del Gruppo Calamaio

Una pila di Gazebo

Per l’evento “Estate al pilastro: Una pila di gazebo”, il Centro Documentazione Handicap/Cooperativa Accaparlante ha deciso di rendere più divertente la nostra estate insieme ad altre associazioni del territorio: l’associazione sportiva di rugby I Cinghiali, il circolo La Fattoria, l’associazione Senza il Banco e il gruppo aggregativo Bada bene.
Così il Progetto Calamaio per luglio e agosto si sposta in Piazza Lipparini, vicino alla nostra seconda sede La Pila in via D’Annunzio 19/A, per proporre a bambine e bambini animazioni, giochi accessibili, storie per tutti e cacce al tesoro. Per incuriosirvi su quello che facciamo insieme, Tatiana Vitali, Lorella Picconi e Francesca Aggio raccontano di seguito alcune attività proposte negli ultimi incontri.

Noi educatori e animatori, insieme alle ragazze e ai ragazzi del Servizio Civile, abbiamo condotto le “Olimpiadi delle difficoltà” proponendo alcune attività piene di energia e positività ai bambini della fattoria didattica.

Una volta arrivati abbiamo montato la tenda col tavolo, aspettando che arrivassero i bambini con i loro educatori del Campo Solare. Come prima attività ci siamo presentati passandoci la ruota di una carrozzina e dicendo il nostro nome e piatto preferito, questo per far capire che la carrozzina può diventare un gioco e non solo un oggetto che può far paura. Inoltre, con questa presentazione abbiamo iniziato a conoscerci e a divertirci insieme.

Abbiamo proseguito facendo un gioco di movimento “Tutti quelli che…” nel quale gli animatori dicevano una frase che potesse accomunare alcuni dei partecipanti e così da formare gruppi sempre diversi. Dovevamo correre all’interno del cerchio e toccare la ruota. I ragazzi e le ragazze mentre partecipavano al gioco erano molto carichi!

Noi del Gruppo Calamaio siamo molto creativi, per questo abbiamo proposto un esercizio molto fantasioso e divertente. Abbiamo chiesto di disegnare, ma sperimentando tecniche nuove e utilizzando diverse parti del corpo: le dita della mano, le dita dei piedi, il gomito. Siamo ritornati tutti un po’ bambini.

Un altro gioco proposto è stato il “Bip Bop”. Le ragazze e i ragazzi dovevano dividersi in due squadre, una era quella del Bip e l’altra quella del Bop, e capire alcune frasi pronunciate da un animatore con difficoltà di linguaggio. Quest’attività vuole far capire che anche le difficoltà dell’animatore con disabilità possono trasformarsi in un gioco, ma soprattutto vuole mettere in evidenza l’importanza dell’ascolto. Inoltre, spesso i bambini si trovavano a dover chiedere all’animatore con disabilità di ripetere più volte la stessa frase e, infine, dovevano toccare il suo ginocchio per sconfiggere, quindi, il timore del contatto fisico. In questo gioco c’è stata anche una bellissima competizione perché tutti volevano vincere!

Il gioco finale è stato lo “Smonta e rimonta”: le bambine e i bambini dovevano dividersi in due squadre, una doveva smontare e l’altra doveva rimontare la carrozzina. Una volta aver rimontato e aver preso confidenza con questo ausilio, abbiamo invitato il gruppo a fare il collaudo come se fosse una macchina. Tra percorsi e gincane, ognuna ed ognuno di loro ha sconfitto la paura della carrozzina che anche in questo caso è diventata un gioco divertente e non un oggetto così strano.

In un’altra giornata, noi animatori ed educatori abbiamo pensato di far conoscere ai bambini la storia tratta dal libro “Re 33 e i suoi 33 bottoni d’oro” di Claudio Imprudente, mettendola in scena con costumi e canzoni. Siamo riusciti a mantenere alta l’attenzione dei bambini e questo ci rende molto orgogliosi. Sapere di incuriosire i bambini quando rispondiamo alle loro domande o quando parliamo della nostra disabilità in modo semplice e comprensibile, ci rende molto fieri del nostro ruolo di animatori e animatrici.

Sperando che questo racconto vi sia piaciuto, vi aspettiamo tutte e tutti ai prossimi incontri che potete trovare nel calendario al link seguente:

http://www.accaparlante.it/wp-content/uploads/2021/06/PHOTO-2021-06-28-12-14-58.jpg

Gita al MAST

Il gruppo Calamaio ha pensato di organizzare diverse uscite sul territorio di Bologna nel mese di luglio. Una fra queste, è stata la visita alla Fondazione MAST che ospita la prima mostra antologica dell’artista Richard Mosse, curata da Urs Stahel.
Ecco la testimonianza di Tatiana Vitali, una delle nostre fantastiche animatrici.

Mercoledì 7 Luglio una parte del gruppo Calamaio è andata a vedere la  mostra di Richard Mosse, una mostra fotografica e di video.
Le foto sono meravigliose e allo stesso tempo commoventi perché l’artista già nella prima sala racconta di luoghi poveri del mondo e della guerra. Inoltre ci fa scoprire come si vive in Congo attraverso una pellicola ad infrarossi che trasforma tutto nelle tonalità del rosa, i colori sono talmente rilassanti che se non c’è qualcuno a raccontarti le fotografie non si riesce a capire cosa c’è dietro

Subito dopo si entra in un’altra sala nella quale si cambia immediatamente atmosfera e colore, l’artista in questo caso ci racconta della migrazione. In una lunghissima fotografia in bianco e nero, intitolata “Skaramagas”, da una parte si vede la città con le sue luci e dall’altra le persone nei campi profughi. Solo dopo abbiamo scoperto che la foto è composta da una serie di scatti e questo mi ha meravigliata perché all’inizio sembrava una foto unica.

Anche le ultime fotografie che parlano dell’ambiente mi sono piaciute molto, come quella del lago pieno di coccodrilli e della trivella. Sono fotografie piene di dettagli, se non ti avvicini o se non hai una guida è difficile notarli invece è bellissimo quando li scopri.

Ho notato che vicino le foto non ci sono didascalie, ma forse è stata una scelta dell’artista per farci entrare di più nel racconto.

La foto che mi sono portata a casa è quella del Congo perché racconta come si vive in quel luogo usando degli effetti che fanno diventare i colori leggeri e magici.

I video, invece, sono stati molto forti, per fortuna non ero da sola. In uno dei video che raccontava delle migrazione ho visto una scena con del fuoco ed è stato impegnativo guardarlo perché oltre alle scene anche i suoni erano molto forti, non come rumore ma come significato, ad esempio ho sentito il rumore di una pistola.

Il mio pensiero è che la mostra vada vista perché ti fa pensare e ti fa conoscere delle cose che in tv o nei giornali non sempre vengono raccontate in modo reale. Inoltre essendo delle fotografie artistiche aiutano ad entrare in un altro mondo e a porti delle domande.

Liceo Artistico F. Arcangeli x Cultura Libera Tutti – ecco il nuovo logo!

Realizzare l’accessibilità culturale vuol dire diventare, attraverso la sperimentazione e la frequentazione dei linguaggi dell’arte e della cultura in generale, spettatori e cittadini partecipi del nostro tempo. Secondo questa logica è nata la rete “Cultura Libera Tutti” (http://culturaliberatutti.accaparlante.it/) , una rete di lavoro reale e non solo nominale, perché basata sulla condivisione di un lavoro comune che ha permesso a tutti i soggetti coinvolti di allargare i singoli orizzonti lavorativi. La positiva collaborazione che la Cooperativa Accaparlante (http://www.accaparlante.it/) ha messo in atto attraverso percorsi specifici con alcuni musei dell’Istituzione Bologna Musei, quali MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (http://www.mambo-bologna.org/), Museo Civico Archeologico (http://www.comune.bologna.it/museoarcheologico), Museo del Patrimonio Industriale (http://www.museibologna.it/patrimonioindustriale), oltre a ITC Teatro – Compagnia Teatro dell’Argine (https://www.itcteatro.it/site/lang/it-IT/page/1/) e Teatro Testoni Ragazzi – Compagnia La Baracca (https://www.testoniragazzi.it/doc.php?iddoc=10&lang=it) ha fatto emergere la volontà di compiere un’azione più ampia e trasversale, che si è tradotta nella possibilità di costruire una rete significativa di realtà diverse ma impegnate culturalmente sul territorio e nella realizzazione sperimentale di un percorso formativo che ha come tema centrale l’accessibilità culturale.

Grazie alla collaborazione fra la rete Cultura Libera Tutti e isArt Liceo Artistico Arcangeli di Bologna (https://www.liceoarcangeli.edu.it/drupal/) attraverso un progetto di alternanza scuola-lavoro, il progetto CLT ha un nuovo logo. Il percorso condiviso con i ragazzi e con l’insegnante ha attraversato diverse tappe.

Era innanzitutto necessario che gli studenti potessero conoscere da vicino il progetto. Hanno così partecipato ad alcuni incontri di Cultura Libera Tutti all’interno dei diversi musei, dove si sono potuti rendere conto dei contenuti e della modalità con cui operatori museali e animatori del Progetto Calamaio incontrano i bambini e i ragazzi delle scuole per parlare di diversità unita ad arte, cultura, teatro, storia, tecnologia, ecc.

Alla luce quindi dell’esperienza fatta, hanno svolto un articolato lavoro in classe e hanno elaborato delle bozze di disegni che esprimessero ciò che avevano visto e sentito – sia a livello uditivo che emotivo – durante i momenti che abbiamo condiviso. I bozzetti sono poi stati trasformati in disegni esecutivi, che i ragazzi hanno poi reso definitivi con la rielaborazione informatica.

I disegni sono davvero tutti bellissimi e per questo ci teniamo che siano tutti visibili nella nostra galleria dedicata. Sceglierne uno solo è stato difficile e abbiamo dovuto votare con molta attenzione.

Da oggi il logo di Cultura Libera Tutti è…..

  • D’AMBROSIO – vincitore/rice del progetto

Di seguito trovate tutte le proposte fatte dai ragazzi e ragazze dell’Arcangeli:

  • ARNOFI
  • AURELI
  • BETRARINI
  • CARUSO
  • COTRINO
  • FERRARI
  • HALL
  • MAZZETTI M.
  • MATVEEVA
  • MAZZETTI G.
  • MISSO
  • MONACO
  • ORNO
  • PILATI
  • PROGRESSI
  • QUAQUARELLI
  • RISI
  • TALIANI
  • VENTURI
  • VERGANI

Tutti Chef a Porta Pazienza

Per quattro venerdì siamo stati cuochi nella cucina del ristorante-pizzeria Porta Pazienza, guidati dal simpatico Chef Nino. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Circolo La fattoria e il ristorante etico-sociale Porta Pazienza, grazie al Bando Carisbo con il quale è venuto a crearsi il progetto “Tutti alla Pila”. Su il grembiule, mani in pasta e tanti cibi succulenti!

Abbiamo sfornato pizze, biscotti, rollò e sfogliatelle. Ad ogni incontro si arrivava al ristorante e si trovava la tavola apparecchiata con tutti gli ingredienti e gli strumenti necessari per lavorare. Nino e i suoi collaboratori ci spiegavano cosa dovevamo fare e ci aiutavano. Mentre i nostri cibi cuocevano noi ci siamo dilettati in chiacchiere, giochi e relax. La nostra giornata si concludeva sempre con un buon pranzo tutti insieme!

“Nino mi ha insegnato a cucinare. Quando abbiamo fatto la pizza, nella mia ci ho messo tanto di quell’origano che era nera! Ma l’ho mangiata tutta!!” Lorella

“Mi è piaciuto fare la pizza: ero felice e contenta. E’ piaciuta tanto anche a mia mamma!” Federica

“La cosa che mi piace più di tutte è impastare anche con il mattarello, la pizza è stata la mia preferita perché mi piace un sacco.” Filippo

“Mi è piaciuto quando ho toccato la pasta, inoltre mi è piaciuto quando abbiamo fatto delle chiacchere e quando abbiamo fatto i biscotti con le formine” Rossella

“Mi è piaciuta la pizza e giocare fuori dal ristorante.” Sara

Speriamo di poter rifare questa bellissima esperienza, intanto ci siamo segnati le ricette e le proveremo nella nostra cucina del Cdh!

Formazione online – Storie di pace per tutt*

Mercoledì 28 aprile abbiamo fatto una formazione in linea sul libro accessibile dentro al progetto “Storie per tutti” seguito da Belen Sotero Fernandez e da tutti noi.

STORIE DI PACE PER TUTT* è un progetto di formazione digitale che punta sul valore potente, educativo e formativo della narrazione, delle storie condivise, come spazio di incontro e dialogo. L’obiettivo è sostenere con forza e determinazione una cultura di pace e non violenza, di valorizzazione delle diversità e di pari opportunità. Ogni mese sulla piattaforma sono disponibili video-letture accessibili per bambine e bambini da 3 a 10 anni, cartoline digitali per favorire la partecipazione, materiali di approfondimento per genitori e professionisti e appuntamenti formativi. Anche noi abbiamo partecipato ad un incontro di formazione per educatori ed insegnanti.

Belen ha iniziato la formazione facendo un’ introduzione sulle diverse modalità  per rendere i  libri accessibili e sul fatto che non esiste un libro che vada bene per tutti perchè tutti siamo diversi. Successivamente ha mostrato diversi libri e ha spiegato le varie differenze, per poi  passare la parola a Nicola Rabbi (autore del libro “Scrivere facile non è difficile” – L’efficacia della scrittura Easy To Read, ed. La Meridiana) che ha spiegato cosa vuol dire la scrittura semplificata, ha mostrato alcune regole e come semplificare un testo dipende dalle persone che lo utilizzano perché dipende se è per adulti o  per bambini.  

Poi Belen prima di passare la parola a  Luca Cenci e a me ha spiegato quali sono i  libi tattili agli insegnanti e agli educatori, e  come si costruiscono anche con materiale da riciclo ed ha fatto vedere dei video sulla differenza tra i libri tattili e i libri in simboli. Inoltre ha fatto vedere un video di persone che usano il braille, evidenziando l’efficacia di questa modalità di scrittura.

Quando poi è toccato a noi, abbiamo parlato dei libri in simboli, del CDH, di come è nato e cosa facciamo al Calamaio, e  soprattutto del progetto “Librarsi”. Abbiamo raccontato che cosa facciamo noi insieme agli educatori, del nostro ruolo attivo in quanto persone con disabilità e cosa usiamo per modificare libri, come si usa il programma “SymWriter” e alcune regole di base che ci sono: la quadrettatura (cioè ogni parola e ogni simbolo corrispondente si trovano all’interno di un quadretto), il testo sopra ai simboli che permette di favorire la lettura per tutti e i simboli in bianco e nero per dare la stessa importanza al testo e ai simboli.

Dopo abbiamo fatto vedere un video nel quale ci sono diverse parole straniere che indicano la parola “sole”, molte delle quali non tutti conoscono. Con il simbolo del sole però, tutti riescono a capire immediatamente di cosa si tratta pur non conoscendo il linguaggio con cui è stata scritta la parola. Questo ci fa capire che le parole possono essere diverse, ma i simboli sono uguali e comprensibili per tutto il mondo.

Un altro video che abbiamo voluto mostrare è quello di Camilo Cruz, mio collega con disabilità, nel quale mostra come fa per modificare i libri con “SymWriter”, utilizzando però ausili particolari come il puntatore ottico e il mouse per la ricerca dei simboli.

Infine abbiamo voluto raccontare la fortuna di entrare in contatto con la casa editrice “Meridiana”, che ha creduto nel nostro progetto. Ha pubblicato i libri “Il diario di Anna Frank”, “Dracula” e Giacomo di cristallo e altre storie (una raccolta di fiabe di Gianni Rodari) che noi abbiamo modificato.

Durante questa esperienza, io mi sono sentita utile e molto felice, e spero di poter potare sempre più spesso fuori le nostre esperienze perché è bello pensare che i libri possano essere letti da sempre più persone, anche se con modalità di lettura diverse.

Tatiana Vitali